Vaccino Covid: quali sono gli effetti collaterali di Pfizer, AstraZeneca e Moderna?

Martino Grassi

24/02/2021

02/12/2022 - 11:01

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Quali sono gli effetti collaterali del vaccino contro il Covid? Ecco i sintomi più comuni riportati dopo la prima e la seconda dose dell’antidoto di Pfizer, AstraZeneca e Moderna.

Vaccino Covid: quali sono gli effetti collaterali di Pfizer, AstraZeneca e Moderna?

Quali sono gli effetti collaterali del vaccino? La campagna di vaccinazione in Europa continua a procedere spedita e con il tempo si sono iniziati a definire con maggiore chiarezza anche gli effetti indesiderati della vaccinazione.

Diverse persone a cui è stato inoculato il vaccino hanno infatti riferito di aver sperimentato dei dolori o dei fastidi nelle 24 ore successive all’iniezione. Tuttavia questi sintomi non devo allarmare, essendo molto comuni a tutte le vaccinazioni, i vaccini inoltre sono stati dichiarati sicuri dagli enti regolatori. Ma vediamo quali sono gli effetti collaterali più comuni.

Vaccino Covid, quali sono gli effetti collaterali?

Alcuni volontari che hanno partecipato alla sperimentazione del vaccino di Pfizer, AstraZeneza e Moderna hanno dichiarato di aver riportato alcuni effetti collaterali. Tuttavia la manifestazione delle reazioni è un buon segno, spiega Paul Offit, esperto di vaccini e medico dell’ospedale pediatrico di Philadelphia.

“Il corpo spiega attraverso quelle reazioni che sta rispondendo bene all’iniezione. Quando viene inoculato il vaccino, viene indotta una risposta dell’organismo. Alcune persone non sentono niente, altre sentono dolore al braccio, altre ancora hanno i brividi o sintomi simili a quelli dell’influenza. Infine a una minoranza di persone viene la febbre”.

Gli effetti collaterali di Pfizer

Per quanto riguarda il vaccino di Pfizer, gli effetti collaterali registrati più frequentemente, ossia in più di 1 persona su 10 sono stati molto lievi e si sono risolti in pochi giorni dalla vaccinazione. Tra questi troviamo:

  • dolore e gonfiore nel sito di iniezione;
  • stanchezza;
  • mal di testa;
  • dolore ai muscoli e alle articolazioni;
  • brividi e febbre.

Per quanto riguarda gli effetti indesiderati meno comuni invece sono stati registrati casi di arrossamento nel sito di iniezione, nausea, prurito nel sito di iniezione, dolore agli arti, ingrossamento dei linfonodi, difficoltà ad addormentarsi e sensazione di malessere. In meno di una persona su 100 incece è stata riscontrata anche la debolezza nei muscoli di un lato del viso (paralisi facciale periferica acuta).

Gli effetti collaterali di AstraZeneca

Per quanto riguarda il vaccino di AstraZeneca, che sarà somministrato alle fasce di popolazione più giovane, sono stati registrato degli effetti collaterali molto comuni e comuni riportati dai pazienti a cui è stato somministrato il vaccino sono

  • dolore, prurito, gonfiore, arrossamenti o lividi nel luogo in cui viene effettuata l’iniezione:
  • affaticamento o sensazione di malessere generale;
  • brividi o sensazione di febbre;
  • mal di testa;
  • nausea, vomito e diarrea;
  • dolore alle articolazioni o dolore muscolare;
  • febbre superiore ai 38°C.

Per quanto riguarda gli effetti collaterali non comuni, che possono interessare 1 persona su 100, sono stati riscontrati casi di sonnolenza o sensazione di vertigini, diminuzione dell’appetito e ingrossamento dei linfonodi oltre che a sudorazione eccessiva o eruzioni cutanee.

Gli effetti collaterali di Moderna

Infine, gli effetti collaterali di Moderna molto comuni, e quindi riportati in più di 1 caso su 10 sono:

  • cefalea;
  • nausea e vomito;
  • linfoadenopatia;
  • mialgia e artralgia;
  • dolore in sede di iniezione, stanchezza e brividi;
  • piressia e tumefazione in sede di iniezione.

Per quanto riguarda gli effetti rari della vaccinazione, sono stati registrati alcuni casi di paralisi facciale periferica acuta, come nel caso di Pfizer e tumefazione del viso.

Gli effetti collaterali dopo la seconda dose

Anche in seguito alla seconda dose del vaccino le persone hanno sperimentato i sintomi propri della malattia tra cui:

  • dolori muscolari e articolari;
  • dita intorpidite;
  • mal di testa;
  • rigidità al braccio;
  • gonfiori nella zona in cui è entrato l’ago della siringa;
  • gastroenteriti;
  • febbre.

Il fatto che anche dopo il richiamo, a distanza di 21 giorni dalla prima somministrazione, le persone sviluppino dei sintomi non deve essere un fattore preoccupante, dal momento che è una situazione ampiamente attesa, come precisa Massimo Andreoni, primario di Tor Vergata e direttore della Società italiana di Malattie infettive: “Mi sento di dire che la percentuale arriva anche al 60% e quindi più di una persona su due manifesta dei sintomi acclarati”, questo, precisa l’esperto, potrebbe essere dovuto al fatto che “il richiamo avviene in presenza di anticorpi specifici”, prodotti dal nostro organismo in seguito alla prima somministrazione.

Anche nella letteratura scientifica, puntualizza l’esperto, “questa manifestazione dei sintomi era attesa nell’80% dei casi ma effettivamente dimostra la validità del vaccino perché alla seconda somministrazione la presenza di anticorpi già maturati risponde alla nuova dose di antigene”. Gli effetti collaterali tuttavia svaniscono in poco tempo, a dimostrazione dell’efficacia del vaccino, conclude Andreoni.

Vaccino contro il coronavirus: le cose da sapere

Nonostante le case farmaceutiche abbiano annunciato una straordinaria efficacia del vaccino, restano ancora molti nodi da sciogliere. Gli esperti hanno infatti ricordato più volte che gli studi condotti fino ad ora non sono ancora definitivi, e per questo rimangono ancora delle zone d’ombra.

Per il momento tuttavia non sono state riscontrate delle gravi preoccupazioni per la sicurezza, anche se sono stati riportati alcuni effetti collaterali. Il vaccino di Pfizer e Moderna inoltre utilizzano una nuova tecnologia chiamata mRNA mai utilizzata prima sull’uomo che potrebbe causare delle reazioni allergiche.

Inoltre non è ancora stato possibile determinare se il vaccino contro il coronavirus sia in grado di proteggere dall’infezione o solamente dallo sviluppo dei sintomi una volta contratta la malattia. Altri dubbi permangono anche sull’efficacia nei bambini e nelle persone anziane, alla sperimentazione hanno partecipato persone di età compresa tra i 12 e gli 85 anni, tuttavia ha osservato il dottor Hunter: “Non sarebbe sorprendente se gli anziani non rispondessero in modo così efficace come i giovani a questo vaccino, ma è qualcosa di cui abbiamo bisogno di vedere i dati”.

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