Vaccino Covid, alcuni fattori possono ridurne l’efficacia: ecco quali sono

Martino Grassi

14 Gennaio 2021 - 12:48

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Alcuni fattori possono ridurre l’efficacia del vaccino facendo sviluppare una risposta immunitaria più lenta e meno duratura, secondo quanto affermato dai ricercatori dell’Università Statale dell’Ohio. Ecco quali sono.

Vaccino Covid, alcuni fattori possono ridurne l’efficacia: ecco quali sono

Alcuni fattori potrebbero inficiare negativamente sull’efficacia dei vaccini in genere e di quello contro il Covid 19, tra questi l’ansia, la depressione, lo stress, la solitudine, la cattiva alimentazione oltre che a tutti gli altri elementi che possono ridurre la qualità della vita.

A rivelarlo è uno studio intitolato “Psychological and Behavioral Predictors of Vaccine Efficacy: Considerations for COVID-19” che sta per essere pubblicato sulla rivista scientifica specializzata Perspectives on Psychological Science.

A preoccupare maggiormente gli esperti sono proprio le conseguenze negative della pandemia, che hanno amplificato questi fattori, causati in larga parta delle preoccupazioni per la salute e dalle difficoltà economiche dettata dalla crisi sanitaria, che potrebbero impattare anche sull’esito delle vaccinazioni.

Vaccino Covid, alcuni fattori possono ridurne l’efficacia

Secondo gli esperti alcuni fattori potrebbero comportare una risposta immunitaria al Covid più lenta con una conseguente produzione degli anticorpi neutralizzanti ritardata, che potrebbero addirittura ridurre la durata dell’immunità e accentuare gli effetti collaterali. Come ha dichiarato la dottoressa Annelise Madison, che ha partecipato alla ricerca:

“Il nostro nuovo studio fa luce sull’efficacia del vaccino e su come comportamenti di salute e fattori di stress emotivo possono alterare la capacità dell’organismo di sviluppare una risposta immunitaria. Il problema è che la pandemia in sé e per sé potrebbe amplificare questi fattori di rischio”

I ricercatori dell’Università Statale dell’Ohio sono giunti alla loro conclusione dopo aver analizzato delle precedenti ricerche riguardanti l’efficacia di varie tipologie di vaccini, tra cui quelli contro l’influenza, la polmonite, l’epatite B e il tifo.

Dall’analisi della letteratura scientifica è emerso che nelle persone stressate, depresse o con comportamenti inadeguati, vi era una maggiore probabilità di andare incontro a delle risposte immunitarie alterate. Un esempio significativo riportato dal team di ricerca riguarda uno studio condotto tra gli studenti di una Facoltà di Medicina vaccinati contro l’epatite B. È stato notato che tutti gli studenti hanno sviluppato gli anticorpi, ma quelli più stressati e ansiosi a causa di un esame in programma proprio per lo stesso giorni della vaccinazione hanno impiegato molto più tempo a sviluppare anticorpi protettivi.

Una situazione analoga è stata registrata anche in uno studio sugli anziani vaccinati contro la polmonite pneumococcica. In questo caso è stato riscontrato che quelli che dovevano assistere un coniuge affetto da demenza, e che soffrivano di stress cronico, hanno avuto un crollo della risposta immunitaria solo dopo 3-6 mesi, vanificando la protezione del vaccino.

I consigli degli esperti

Nonostante questi fattori siano in grado di inficiare sull’effettiva efficacia del vaccino, i ricercatori precisano che è possibile ridurli in modo tale da non compromettere l’esito della vaccinazione. Gli esperti consigliano infatti di impegnarsi in un intenso esercizio fisico, e di dormire bene nelle ore precedenti alla somministrazione del vaccino, in modo da avere un sistema immunitario con le “massime prestazioni”, come ha precisato la professoressa Kiecolt-Glaser: “Quando sai che riceverai il vaccino il giorno successivo, cerca di dormire bene la notte. Solo una notte, e arrivare completamente riposato. Può essere utile”.

Al fine di massimizzare l’effetto del vaccino è importate gestire anche lo stress, e su questo si sono dimostrati molto efficaci “i massaggi e la scrittura”, oltre che all’attività fisica a lungo termine e la mediazione.

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