Terza guerra mondiale, ora cresce il timore: Usa evocano articolo 5 della Nato

Alessandro Cipolla

15/04/2022

15/04/2022 - 11:10

condividi

Gli Stati Uniti continuano a evocare una possibile terza guerra mondiale: se la Russia dovesse impedire l’invio di armi all’Ucraina colpendo un paese Nato, a quel punto per la Casa Bianca sarebbe inevitabile l’applicazione dell’articolo 5 del Trattato Nord Atlantico.

Terza guerra mondiale, ora cresce il timore: Usa evocano articolo 5 della Nato

L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia può provocare lo scoppio di una terza guerra mondiale? Una domanda questa che serpeggia ormai da cinquantuno giorni, con l’aumento delle tensioni tra Mosca e Washington che non sembrerebbero promettere nulla di buono a riguardo.

Mentre soltanto Papa Francesco sta continuando a invocare delle serrate trattative diplomatiche per arrivare a un cessate il fuoco, ormai appare chiaro che una escalation bellica è frenata soltanto dal timore di una catastrofica guerra nucleare.

Dopo aver definito Vladimir Putin un “macellaio” e un “criminale di guerra”, Joe Biden adesso ha dichiarato che “in Ucraina è in atto un genocidio”. Toni aspri che non sono piaciuti a Emmanuel Macron e che sono coincisi con la decisione di inviare altri 800 milioni di aiuti militari all’Ucraina.

Il comportamento della Casa Bianca ha provocato le ennesime minacce di serie conseguenze da parte di Mosca, con la risposta dWashington che è stata affidata al consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan: “Gli Stati Uniti non stanno operando in Ucraina, ma se i russi dovessero colpire una qualsiasi parte di territorio della Nato, dove le attrezzature militari vengono assemblate, questo comporterebbe l’invocazione dell’articolo 5 e cambierebbe completamente il gioco”.

Per farla breve, la Nato ancora non sarebbe intenzionata a intervenire in Ucraina ma se solo una bomba dovesse cadere nel territorio dei uno dei 30 Paesi che fanno parte dell’Alleanza atlantica, allora a quel punto ci sarebbe una terza guerra mondiale.

Perché l’articolo 5 Nato provocherebbe una terza guerra mondiale

Per capire perché soltanto l’evocare l’articolo 5 della Nato fa così paura, basta leggere cosa c’è scritto in questo passaggio del Trattato Nord Atlantico che è stato siglato a Washington nel lontano 1949.

Le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell’America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti, e di conseguenza convengono che se un tale attacco si producesse, ciascuna di esse, nell’esercizio del diritto di legittima difesa, individuale o collettiva, riconosciuto dall’ari. 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, assisterà la parte o le parti così attaccate intraprendendo immediatamente, individualmente e di concerto con le altre parti, l’azione che giudicherà necessaria, ivi compreso l’uso della forza armata, per ristabilire e mantenere la sicurezza nella regione dell’Atlantico settentrionale. Ogni attacco armato di questo genere e tutte le misure prese in conseguenza di esso saranno immediatamente portate a conoscenza del Consiglio di Sicurezza. Queste misure termineranno allorché il Consiglio di Sicurezza avrà preso le misure necessarie per ristabilire e mantenere la pace e la sicurezza internazionali.

Con anche Joe Biden che ha ribadito nei giorni scorsi come l’articolo 5 sia “sacro”, è facile immaginare perché mai come in questo momento sia così alto il rischio dello scoppio di una terza guerra mondiale proprio nel cuore dell’Europa.

Se un missile lanciato dai russi dovesse mai finire in Polonia, in Romania o in Slovacchia, territori questi da dove transitano i rifornimenti americani di armi destinate all’Ucraina, allora a quel punto la Nato entrerebbe militarmente in campo contro la Russia.

Anche la Cia non sta di certo cercando di calmare le acque, facendo trapelare di come Vladimir Putin sia “disperato” e pronto a “usare armi nucleari”, mentre il tenente colonnello americano Alexander Vindman intervistato dal Corriere della Sera ha dichiarato che il presidente russo “non si fermerà a Est, va sconfitto in quattro settimane o si rischia che l’Occidente venga trascinato in guerra”. Insomma, Oltreoceano appare martellante il tentativo di alimentare questa sorta di “strategia della tensione”.

Di conseguenza la linea che separa il conflitto in Ucraina da una terza guerra mondiale si sta facendo sempre più sottile: se da una parte quello che sta facendo Vladimir Putin da cinquantuno giorni è ingiustificabile e criminale, dall’altra il comportamento degli Stati Uniti appare sempre più irresponsabile.

Iscriviti a Money.it