USA, in arrivo un’ondata di mega-bancarotte

Mario D’Angelo

18/06/2020

19/06/2020 - 00:02

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Il 2020 sarà l’anno record delle bancarotte da oltre $1 miliardo di debiti

USA, in arrivo un’ondata di mega-bancarotte

La recessione degli Stati Uniti potrebbe essere più profonda del previsto. E trascinerà con sé tante aziende, provocando un’ondata di mega-bancarotte (quelle con più di $1 miliardo di debiti).

Questo, almeno, è quanto cominciano ad aspettarsi diversi analisti, mentre il FMI si appresta a tagliare ancora le stime di crescita della più grande economia del mondo.

USA, FMI: “Recessione più profonda del previsto”

Il Fondo Monetario Internazionale, oggi, giovedì 18 giugno, ha detto che il lockdown statunitense, durato più del previsto, provocherà una contrazione più ampia del previsto nel secondo quarto del 2020.

La ripresa dell’economia statunitense potrebbe quindi essere ancora più lenta, ha detto il portavoce del FMI Gerry Rice. Lo scenario migliore per gli USA, ipotizzato ad aprile, prevedeva una perdita del 5,9% del PIL nel 2020, con una ripresa del 4,7% l’anno successivo.

La direttrice del FMI, Kristalina Georgieva, ha detto che le stime globali potrebbero essere presto riviste al ribasso. Gli Stati Uniti potrebbero quindi andare incontro a dei risultati meno buoni.

Stati Uniti, nel 2020 ondata di bancarotte

In questo scenario, scrive il New York Times, grandi società che hanno presentato istanza di fallimento come Hertz e J.Crew avranno presto compagnia.

Edward I. Altman, creatore dello Z score (un metodo molto utilizzato per predire fallimenti) e professore emerito della Stern School of Business dell’Università di New York, ha detto che il numero di mega bancarotte del 2020 supererà di gran lunga quello di ogni altro anno.

Il numero delle grandi bancarotte - quelle da almeno $100 milioni di debiti - sarà invece molto vicino o addirittura supererà quello del 2008, anno della crisi economica.

Le aziende che presentano istanza di fallimento di solito provano a ristrutturarsi, trovando degli accordi per pagare i debiti e rimanere aperte.

Tuttavia non bisogna sperare troppo, ha detto Altman, nella ripresa dell’anno successivo: “Le compagnie messe male sono già troppo in là per essere salvate”.

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