Turchia, il nuovo piano di Erdogan: entrare nell’UE al posto del Regno Unito

Riccardo Lozzi

13 Gennaio 2021 - 14:30

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In un incontro ad Ankara, Erdogan ha inviato messaggi di pace agli ambasciatori europei presenti, rilanciando la candidatura della Turchia nell’UE al posto del Regno Unito.

Turchia, il nuovo piano di Erdogan: entrare nell’UE al posto del Regno Unito

Dopo mesi di scontri che hanno messo a dura prova i rapporti tra Ankara e Bruxelles, in un incontro avvenuto nella capitale turca, Erdogan ha mandato segnali di pace all’Unione Europea, esprimendo agli emissari presenti la sua volontà di riallacciare le relazioni.

Nel meeting con gli ambasciatori europei, il Sultano ha inoltre rilanciato la candidatura della Turchia per entrare nell’UE, ipotizzando di prendere il posto lasciato vacante dal Regno Unito in seguito alla Brexit.

In attesa che l’Europa riprenda in mano il dossier per l’adesione turca, richiesta ufficialmente nel 2005 ma in sospeso da qualche anno, Erdogan ha invitato i rappresentanti dei Paesi membri a riprendere una normalizzazione del dialogo, assicurando di considerarsi un alleato del blocco comunitario e della NATO.

Con lo scopo di ammorbidire le tensioni dell’ultimo periodo, quindi, il ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu si recherà a Bruxelles il 21 gennaio, mentre è prevista una visita ufficiale da parte di Ursula von der Leyen e del presidente del Consiglio europeo Charles Michel in Turchia entro la fine del mese.

Il nuovo piano di Erdogan: far entrare la Turchia nell’UE al posto del Regno Unito

Nonostante le dichiarazioni distensive, il percorso per recuperare un rapporto giunto ai suoi minimi termini risulta molto tortuoso.

Infatti, in estate la crisi tra Turchia e Grecia per le risorse energetiche del Mar Egeo e Mediterraneo ha portato sull’orlo della guerra, la quale avrebbe causato probabilmente la fine della NATO.

Nello scorso autunno, invece, aveva avuto luogo un’escalation nelle relazioni con il suo omologo Emmanuel Macron, al quale Erdogan aveva contestato un atteggiamento ostile nei confronti dell’Islam, portando la Francia a richiamare il suo ambasciatore da Ankara.

Infine, i Paesi aderenti al Patto Atlantico non hanno apprezzato l’alleanza con Putin, dal quale Erdogan ha acquistato il sistema missilistico S-400 per un valore di 2,5 miliardi di dollari, portando sia gli Stati Uniti che l’Unione Europea ad attivare nuove sanzioni nei confronti della Turchia.

Segnali di pace nell’incontro a Ankara con gli ambasciatori europei

Adesso il presidente turco prova quindi a rimettere insieme i pezzi mostrandosi più conciliante. Al tempo stesso, è stato chiesto agli interlocutori di condividere le fonti di energia presenti nel Mediterraneo orientale, definito come il “tetto della nostra grande famiglia”, e il mantenimento delle truppe in Libia, le quali, secondo la sua versione, avrebbero impedito il golpe da parte di Haftar.

Le parole di Erdogan non sembrano aver fatto breccia negli esponenti del Governo francese, con il ministro agli Affari Europei Clement Beaune che ha ribadito come la fermezza dell’UE abbia dato i suoi frutti.

In molti ipotizzano che tali aperture derivano da una difficile situazione finanziaria che la Turchia si sta trovando ad affrontare. Di conseguenza, dopo tanto tempo, Erdogan sembra occupare una posizione di debolezza, poiché necessita di investimenti esteri per rafforzare l’economia nazionale e mantenere intatto il suo potere personale.

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