Turchia: inflazione ai massimi di 2 anni. Nuovi guai per Erdogan

Violetta Silvestri

5 Luglio 2021 - 15:43

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In Turchia la corsa dei prezzi non si ferma e raggiunge nuovi picchi. Così, è molto improbabile che i tassi di interesse subiscano dei tagli come vorrebbe il presidente Erdogan.

Turchia: inflazione ai massimi di 2 anni. Nuovi guai per Erdogan

In Turchia l’inflazione sembra inarrestabile, con risultati a giugno oltre le previsioni.

La pressione sui prezzi alimentari ed energetici in corso a livello globale e una valuta nazionale fortemente deprezzata hanno ulteriormente spinto l’inflazione del Paese.

Il desiderio di Erdogan di abbassare i tassi di interesse già in estate sembra quindi sfumare. Cosa farà la banca centrale turca nel prossimo incontro del 14 luglio?

Turchia: inflazione al 17,5%, oltre le attese

L’inflazione turca ha accelerato più velocemente di tutte le stime il mese scorso, riducendo la probabilità di un taglio dei tassi di interesse estivo richiesto da Erdogan.

I prezzi al consumo sono aumentati al 17,5% annuo a giugno, rispetto al 16,6% del mese precedente sulla scia incrementi su vasta scala guidati dal cibo, secondo i dati diffusi lunedì.

La media di 18 previsioni in un sondaggio Bloomberg era del 16,8%. Tutti tranne quattro gli economisti hanno previsto un’accelerazione della crescita dei prezzi, che a maggio aveva registrato già sette mesi di aumenti.

Nel dettaglio, l’indice dei prezzi alla produzione è incrementato del 4,01% mese su mese a giugno per un’impennata del 42,89% annuale. Ciò riflette il calo della valuta di circa il 17% da metà marzo, che ha spinti i prezzi complessivi per la Turchia, dipendente dalle importazioni.

L’inflazione alimentare, che rappresenta circa un quarto del paniere dei consumatori, è aumentata del 20%, rispetto al 17% del mese precedente.

Erdogan rinuncerà al taglio dei tassi?

L’inflazione in corsa oltre le attese di giugno ostacola ulteriormente gli obiettivi economici di Erdogan.

La continua debolezza della lira e l’aumento dei prezzi globali delle materie prime significano che è troppo presto per iniziare un nuovo ciclo di allentamento monetario, anche se il presidente ha segnalato un possibile taglio dei tassi a luglio o agosto.

Non solo, la crescita dei prezzi potrebbe accelerare ulteriormente al di sopra del 18% a luglio, secondo gli economisti di Deutsche Bank AG, tra cui Fatih Akcelik.

Un balzo dei prezzi dei servizi pubblici annunciato la scorsa settimana probabilmente creerà una pressione al rialzo sull’inflazione complessiva a luglio.

La Turchia ha aumentato anche il costo dell’elettricità del 15% e i prezzi del gas naturale fino al 20% dal 1° luglio.

L’inflazione annuale al dettaglio a Istanbul è salita al 16,12% annuo a giugno dal 15,78% del mese precedente. La banca centrale turca terrà la sua prossima riunione sulla fissazione dei tassi il 14 luglio.

A questo punto non sembra realizzabile il desiderio di Erdogan di tagliare ancora i tassi di interesse.

La questione non è di poco conto, visto che il presidente turco si è intromesso in modo drastico più volte, licenziando gli ultimi due governatori della banca centrale. Di conseguenza, ha indebolito la fiducia degli investitori nel Paese e accentuato frustrazioni economiche della popolazione.

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