Telecom Italia: che cos’è il golden power esercitato dal governo?

Lorenzo Baldassarre

03/11/2017

03/11/2017 - 13:13

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Esercitato il golden power su Telecom, che cos’è? Nuove condizioni poste dal governo italiano alla compagnia telefonica. Si richiedono investimenti volti ad assicurare il funzionamento del servizio. Obbligo per Telecom di comunicare variazioni dell’assetto societario. Nessun ricorso da Vivendi.

Telecom Italia: che cos’è il golden power esercitato dal governo?

Prosegue il pugno duro del governo italiano sulla questione Telecom Italia-Vivendi. Avendo giudicato la rete strategicamente fondamentale per gli interessi e la sicurezza nazionali, il governo italiano ha deciso di intervenire attuando il golden power. Le nuove richieste prevedono investimenti volti a migliorare il servizio e ad assicurarne l’integrità. Inoltre vi è l’obbligo per Tim di comunicare preventivamente qualsiasi cambiamento degli assetti societari. Telecom Italia condivide i progetti del governo.

Telecom Italia: che cos’è il golden power esercitato dal governo?

Si è spesso sentito parlare di golden power, ma di che cosa si tratta?

Per legge tutti i cambi di controllo di società ritenute strategicamente rilevanti per l’interesse nazionale, devono essere notificati alla presidenza del consiglio dei ministri entro dieci giorni. Nel caso in cui questo non avvenisse e dall’istruttoria emergesse un grave pregiudizio per gli interessi pubblici, il governo italiano può utilizzare lo strumento denominato golden power per far sì che la propria quota di partecipazione all’interno di una società, possa diventare determinante, eludendo gli altri soci, anche se questi dovessero avere una quota di partecipazione più ampia.

L’esercizio del golden power su Tim è stato deciso principalmente per volontà del ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda, che non ha apprezzato la nota del cda di Telecom Italia del 27 luglio scorso, in cui si sosteneva che era chiaro che Vivendi avesse preso il controllo della società, senza mai notificarlo alla presidenza del consiglio dei ministri, andando quindi contro la legge spiegata poc’anzi.

Considerando la rete un asset strategicamente fondamentale per la sicurezza e gli interessi nazionali, Calenda ha convinto Gentiloni e il consiglio dei ministri ad intervenire con il golden power. Inoltre lo scorso 18 aprile l’Agcom aveva stablito che Vivendi non solo esercitava una posizione di controllo su Telecom Italia, ma era anche in violazione della legge Gasparri.

Questa legge prevede infatti che una singola società non può controllare più del 10% del SIC (Sistema Integrato delle Comunicazioni). Cifra che supera abbondantemente detenendo sia il 23,9% delle azioni di Telecom Italia e il 28,8% delle azioni di Mediaset.

C’è da considerare come i rapporti fra Italia e Francia non fossero stati idilliaci per tutta l’estate. Pesante fu la presa di posizione del presidente francese Emmanuel Macron, che nazionalizzò i cantieri STX l’ultimo giorno disponibile per farlo, non permettendo a Fincantieri di prenderne il controllo, dopo aver vinto regolarmente una gara europea. La motivazione della difesa del know-how fu quella scelta da Macron, perché si trattava di capitali pubblici. Il presidente francese non è però interessato a difendere Vivendi sulle vicende in Italia proprio perché si tratta di capitale privato. La compagnia guidata da Bollorè non ha quindi, finora, nessun sostegno da parte del governo francese.

Oltre alla questione Tim, in Italia Vivendi ha un altro grattacapo, ovvero la situazione delicata con Mediaset sul mancato acquisto di Premium e il tentativo di scalata del Biscione. I legali di Fininvest (azionista di maggioranza di Mediaset) e di Vivendi sono al lavoro per trovare un accordo prima della seduta in tribunale del prossimo dicembre 2017.

In conclusione possiamo sostenere che Vivendi ha fatto davvero molto poco per farsi apprezzare in Italia.

Le regole imposte dal golden power: maggiori investimenti e obbligo di notifica

Le nuove richieste del governo sono più che altro di natura tecnica, si chiede infatti a Telecom Italia di continuare ad investire adeguatamente sulla sicurezza, l’integrità e il funzionamento della rete nazionale. In particolar modo la compagnia deve proseguire a fornire servizi alle famiglie e alle imprese.

Oltre all’adempimento degli investimenti, il gruppo delle telecomunicazioni è obbligato a notificare preventivamente tutte le variazioni dell’assetto societario, comprese le società controllate da Telecom Italia. Sostanzialmente qualsiasi nuova nomina o cambiamento societario deve avere l’avallo del governo italiano.

Tim ha risposto al governo che prende atto delle direttive e le condivide, dato che coincidono con il piano industriale della società, volto a un miglioramento del servizio. Telecom Italia aggiunge che è interessata ad avere un dialogo costruttivo col governo italiano con lo scopo di far coesistere sia l’interesse nazionale che la libertà d’impresa di Tim. La società inoltre adempirà alle richieste del governo di notificare ogni cambiamento societario.

Vivendi non sembra voglia presentare alcun ricorso, ma di certo dovrà cambiare i suoi piani in seno a Telecom Italia, visto il ristretto spazio di manovra che il governo gli ha riservato con l’esercizio del golden power.

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