Stress da lavoro, come chiedere l’invalidità quando diventa una malattia

Sara Nicosia

1 Settembre 2019 - 16:33

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Lo stress da lavoro rischia spesso di sfociare in una condizione invalidante per la vita professionale e privata del lavoratore. In alcuni casi diventa addirittura possibile richiedere l’invalidità. Vediamo come.

Stress da lavoro, come chiedere l’invalidità quando diventa una malattia

Lo stress da lavoro, ovvero quando il lavoro diventa una strada a senso unico verso il collasso psico/fisico, può dare anche diritto alla richiesta di invalidità.

Quel senso perenne di ansia e angoscia, affaticamento e crisi di panico al pensiero della mole di incarichi lavorativi da completare non ti lascia mai. E con loro a fare compagnia tutta una serie di disturbi psicosomatici; dalla gastrite alla tachicardia, per arrivare all’emicrania perenne.

Il Burnout, o più classicamente detto esaurimento nervoso da lavoro, è purtroppo un sintomo sempre più condiviso dai lavoratori. Le cause? Il crescente carico di produttività ed efficienza richiesto dall’odierno mondo del lavoro, unito a doppio filo alla precarietà, alle difficoltà economiche e alla fatica ad avere e mantenere una vita privata attraverso cui staccare la spina.

In Italia, come nel resto del mondo, la sindrome da burnout, che si realizza quando la pressione lavorativa diventa ingestibile, è una realtà vivida, con conseguenze spesso disastrose che possono realmente portare a un crollo emotivo e/o fisico, fino ad arrivare a casi di depressione.

Una situazione di forte stress, che spesso sfocia in casi di esaurimento nervoso, che rendono difficile lavorare e, come diretta conseguenza, vivere con serenità anche i rapporti sociali e familiari.

Una condizione che alla lunga può essere invalidante. Per questo motivo viene lecito chiedersi se esistano diritti per il lavoratore sotto stress, se è possibile il riconoscimento dell’invalidità per esaurimento nervoso, e se si ha diritto ad assentarsi per malattia.

Stress da lavoro: in quali casi viene riconosciuta l’invalidità

Lo stress da lavoro non viene assoggettato a una patologia, ma di fatto il lavoratore può assentarsi e richiedere indennizzo da parte dell’Inail per danni fisici e/o psicologici a seguito della condizione di stress.

L’Inail, in alcuni casi, riconosce anche una percentuale di inabilità; si tratta però di casi rari poiché risulta particolarmente difficile diagnosticare lo stress da lavoro e, di conseguenza, trovare il nesso con le patologie che ne derivano.

Risultano così più frequenti i casi in cui si intavola una causa civile. Tuttavia anche in questo caso si deve dimostrare l’esistenza di una condizione di stress, con relative conseguenze, che non derivi da comportamenti inammissibili da parte del datore di lavoro; come ad esempio situazioni di mobbing.

Benché stress ed esaurimento nervoso non abbiano precisa indicazione nelle tabelle Inps dell’invalidità lavorativa, se i disturbi sfociano nella depressione è previsto il riconoscimento di una data percentuale di invalidità.

La Mdd, ovvero disturbo depressivo maggiore, è infatti una patologia pari alle altre infermità; seppur risulti difficile l’individuazione di cause e sintomi.

In ogni caso si tratta di una condizione invalidante che influenza negativamente la vita complessiva del soggetto; dal lavoro, alla famiglia, alla vita sociale.

Nei casi più gravi si arriva ad una condizione di esaurimento e depressione che può dare luogo alla riduzione della capacità lavorativa.

In base alle casistiche più diffuse relative alle patologia depressive, le tabelle relative alle percentuali di invalidità riconoscono:

  • sindrome depressiva endoreattiva lieve: 10% ;
  • sindrome depressiva endoreattiva media: 25% ;
  • sindrome depressiva endoreattiva grave: dal 31% al 40%;
  • sindrome depressiva endogena lieve: 30% ;
  • sindrome depressiva endogena media: dal 41% al 50%;
  • sindrome depressiva endogena grave: dal 71% all’80%;
  • nevrosi fobico ossessiva e/o ipocondriaca di media entità: dal 21% al 30%;
  • nevrosi fobico ossessiva lieve: 15% ;
  • nevrosi fobico ossessiva grave: dal 41% al 50% ;
  • nevrosi ansiosa: 15%;
  • psicosi ossessiva: dal 71% all’80%.

Il riconoscimento dell’invalidità avviene tramite richiesta all’Inps che, inseguito, si incaricherà di predisporre un incontro di valutazione con l’apposita Commissione medica per verificare l’esistenza e la gravità della patologia.

Si ricorda che l’Inps concede l’assegno di invalidità ordinario quando è riconosciuta una riduzione della capacità lavorativa pari al 67% e con il possesso di almeno 5 anni di contributi; di cui minimo 3 versati negli ultimi cinque anni. L’assegno si calcola al pari della pensione: quindi con metodo contributivo o retributivo.

Quando non sussistono i requisiti contributivi, l’Inps può riconoscere un assegno di invalidità civile a condizione che il reddito personale annuo non superi i 4.906,72 euro; dal 2019 la pensione di invalidità è poi passata da 282,55 euro a 285,66 euro mensili.

Ai lavoratori con invalidità civile superiore al 45% è riconosciuto il diritto al collocamento mirato; dare accesso ai servizi di sostegno e alle liste speciali secondo quanto previsto dalla Legge 68.

Stress da lavoro: come fare richiesta di malattia

Stress ed esaurimento possono dare luogo a patologie fisiche e/o psichiche che, se accertate dal medico curante, consentono al lavoratore di assentarsi dal lavoro per malattia.

Anche nel caso di assenze per stress da lavoro gli adempimenti da svolgere rimangono identici alla normale assenza per malattia:

  • redazione del certificato dal proprio medico curante ed invio dello stesso, telematicamente, all’Inps, entro il giorno successivo dal verificarsi della patologia;
  • preavvertimento del datore di lavoro, e successivo inoltro del numero di protocollo telematico del certificato (secondo accordi collettivi o individuali).

Stress, esaurimento e depressione non trovano sollievo nella permanenza in luoghi chiusi per questo il lavoratore non può essere sanzionato per aver trascorso all’aria aperta il periodi di malattia.

Attenzione però, il medico fiscale non può chiedere l’esonero dalla visita fiscale per il paziente affetto da stress nervoso; spetta al lavoratore dimostrare, anche attraverso la documentazione medica, l’esistenza della patologia e i benefici che conseguono dallo svolgere attività all’aria aperta.

Stress da lavoro: pensione anticipata è possibile?

L’esistenza di uno stato depressivo non dà luogo a sconti per raggiungere prima i requisiti di pensionamento. Possono essere anticipati nel caso in cui stress ed esaurimento portino all’insorgere di determinate percentuali d’invalidità:

  • qualora il lavoratore depresso possieda un’invalidità superiore al 74%, avrà diritto a 2 mesi di contributi figurativi aggiuntivi l’anno, fino ad un massimo di 5 anni, all’Ape sociale (solo fino al 2019) o alla pensione anticipata precoci;
  • qualora il lavoratore esaurito possieda un’invalidità superiore all’80%, potrà anticipare la pensione di vecchiaia: per l’accesso al trattamento sono necessari almeno 61 anni di età per gli uomini e 56 anni per le donne, con almeno 20 anni di contributi (15 se beneficiari della Deroga Amato o richiedenti l’Opzione Contributiva Dini). L’anticipo, però, non è valido per i dipendenti pubblici e per i lavoratori autonomi.

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