Straordinari non pagati: cosa fare e come difendersi

Teresa Maddonni

27/04/2021

25/10/2022 - 11:56

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Il lavoro straordinario è retribuito in busta paga sulla base delle regole definite dai CCNL di riferimento con una maggiorazione. Nel caso di straordinari non pagati il lavoratore dipendente deve sapere cosa fare e può affidarsi a diverse forme di tutela. Vediamolo nel dettaglio con la nostra guida.

Straordinari non pagati: cosa fare e come difendersi

Straordinari non pagati: cosa fare se il datore di lavoro non li riconosce in busta paga? Lo scopriremo attraverso la nostra guida ricordando primariamente cosa si intende per lavoro straordinario.

Il lavoro straordinario è quello che il lavoratore dipendente svolge in più rispetto all’orario di lavoro ordinario previsto.

Il lavoro straordinario viene pagato con una maggiorazione sullo stipendio definita dal CCNL di riferimento. Esso è pertanto legittimo in quanto disciplinato dalla legge e dai contratti collettivi nazionali del lavoro sottoscritti dalle associazioni sindacali più rappresentative, tuttavia può capitare che non venga pagato.

Il dipendente è libero di prestare lavoro straordinario, non esiste pertanto un obbligo; gli straordinari potrebbero tuttavia trasformarsi in alcuni casi in una pretesa del datore di lavoro che chiede al dipendente di lavorare di più senza riconoscergli la prestazione aggiuntiva in busta paga.

Gli straordinari non pagati, eventualità che può presentarsi, rappresentano pertanto un abuso da parte del datore di lavoro. Vediamo allora con la nostra guida cosa fare e come difendersi in caso di straordinari non pagati.

Straordinari: cosa dice la legge

A disciplinare gli straordinari, o meglio il lavoro straordinario, è il decreto legislativo n.66/2003 all’articolo 5.

Il medesimo decreto all’articolo 1 fissa il normale orario di lavoro in 40 ore settimanali. Sono considerate “straordinarie”, quindi, tutte le ore di impiego extra che superano la soglia delle 40 ore.

Nel caso di contratto di lavoro part-time si parla tuttavia di lavoro supplementare, vale a dire quello prestato fino al raggiungimento dell’orario di lavoro del personale impiegato a tempo pieno.

Per lavoro straordinario si intende dunque quello eccedente l’orario di lavoro normale settimanale fissato a 40 ore. La durata media del lavoro, secondo la legge, non può superare per ogni periodo di 7 giorni le 48 ore comprese le ore di lavoro straordinario.

Inoltre - qualora non ci fossero limiti imposti dal Contratto Collettivo di riferimento - il ricorso al lavoro straordinario è consentito nel limite di 250 ore ogni anno.

Eventuali ore di straordinario devono essere concordate con il datore di lavoro; tuttavia quest’ultimo non può obbligare in alcun modo il dipendente a svolgere del lavoro extra, salvo il caso in cui ciò sia necessario per comprovate ragioni tecniche, produttive ed organizzative aziendali.

Da parte sua il datore di lavoro ha il dovere di retribuire correttamente le ore di straordinario svolte dal dipendente nel corso del mese.

Per “correttamente” si intende che l’importo deve rispettare i parametri fissati dal CCNL e che gli straordinari devono essere indicati in busta paga.

Come devono essere pagati gli straordinari?

Gli straordinari devono essere presenti in busta paga quindi devono essere pagati secondo le regole stabilite dalla legge e dal CCNL di riferimento.

Potrebbe accadere tuttavia che il datore di lavoro al fine di risparmiare su tasse e contributi decida di pagare “fuori busta” gli straordinari, quindi in contanti vale a dire in nero.

Gli straordinari non pagati regolarmente, quindi in nero, non solo rappresentano un illecito di cui si macchia il datore di lavoro, ma anche uno svantaggio per il dipendente. Il lavoratore infatti:

  • perde i contributi relativi al lavoro straordinario;
  • non è coperto, in caso di lavoro straordinario pagato in contanti, dall’assicurazione INAIL per infortunio sul lavoro;
  • non può dimostrare, dal momento che gli straordinari non sono segnati in busta paga e in mancanza di altra documentazione, un eventuale mancato pagamento per le ore extra da parte del datore di lavoro.

Cosa fare in caso di straordinari non pagati?

In caso di straordinari non pagati per il dipendente sono previste le stesse tutele garantite per il mancato pagamento dello stipendio.

Il lavoratore cui gli straordinari non vengono pagati per prima cosa dovrebbe tentare un accordo con il datore di lavoro inviando un sollecito per il pagamento degli straordinari. Il sollecito può essere:

  • consegnato a mano;
  • inviato tramite raccomandata A/R;
  • inviato tramite PEC.

Nel caso in cui il sollecito non vada a buon fine allora il lavoratore cui non sono stati pagati gli straordinari può rivolgersi a un sindacato che procederà con il calcolo delle ore extra lavorate e invierà la richiesta di pagamento all’azienda.

È possibile anche e rivolgersi all’Ispettorato del Lavoro della provincia di domicilio o di impiego e procedere con una richiesta di intervento.

Con la denuncia degli straordinari non pagati l’ispettore procederà alla stesura del verbale dando avvio al procedimento che prevede dapprima un tentativo di conciliazione con l’azienda e, in caso di mancata risoluzione, la conseguente ispezione e le sanzioni previste nei confronti del datore di lavoro.

È possibile anche rivolgersi direttamente a un avvocato per procedere con un ricorso ordinario nei confronti del datore di lavoro per gli straordinari non pagati.

Il decreto ingiuntivo è possibile ottenerlo solo qualora il lavoratore sia in possesso di un documento in cui vengono ufficialmente messe per iscritto le ore di straordinario che lo stesso è tenuto a svolgere.

Come dimostrare gli straordinari non pagati

Il lavoratore tuttavia può dimostrare nelle sedi competenti, quindi per esempio in caso di ricorso, gli straordinari non pagati con tutta la documentazione a sua disposizione. Nel dettaglio per dimostrare gli straordinari non pagati si possono presentare:

  • testimonianze di chi ha visto il lavoratore impiegato in fasce orarie al di là di quelle ordinarie;
  • documenti firmati dal dipendente al di fuori dell’orario ordinario di lavoro;
  • SMS, email o anche chat con il datore di lavoro in merito al lavoro straordinario da svolgere;
  • foto o video in cui il dipendente si immortala a svolgere le sue mansioni nell’orario di lavoro straordinario.

Straordinari non pagati: prescrizione

Per esercitare il diritto al riconoscimento degli straordinari non pagati, quindi in generale per le differenze retributive, esiste il termine di prescrizione di 5 anni.

La decorrenza del termine dei 5 anni varia a seconda che l’azienda abbia più o meno di 15 dipendenti e quindi a seconda che si applichi la tutela reale od obbligatoria. Nel dettaglio:

  • nel caso della tutela reale, e quindi per le aziende con più di 15 dipendenti, il diritto a percepire la maggiorazione per il lavoro straordinario parte dal giorno in cui si presta il lavoro extra;
  • nel caso di tutela obbligatoria, e quindi per le aziende con meno di 15 dipendenti, il termine dei 5 anni decorre dalla data di cessazione del rapporto di lavoro.

Vi sono tuttavia - al di là dell’orientamento giurisprudenziale generale sulla prescrizione per il riconoscimento degli straordinari non pagati che abbiamo sopra descritto - delle recenti sentenze di merito che a causa del depotenziamento dell’articolo 18 con il Jobs Act ritengono che anche nelle aziende con più di 15 dipendenti il termine dei 5 anni possa decorrere dalla cessazione del rapporto di lavoro.

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