Stato di emergenza: ha senso prorogarlo ancora? Cosa dicono gli esperti

Luna Luciano

26/01/2022

26/01/2022 - 21:55

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Scadrà il 31 marzo lo stato di emergenza, ma sono in molti a domandarsi se abbia senso o meno prorogare tale condizione: gli esperti si dividono. Ecco cosa hanno setto.

Stato di emergenza: ha senso prorogarlo ancora? Cosa dicono gli esperti

Corre la variante Omicron in Italia e in tutto il resto del mondo, ieri - 25 gennaio 2022 - si è raggiunto un nuovo picco con 190.514 nuovi contagi, e la curva epidemiologica torna a oscillare e a flettersi, registrando oggi, 26 gennaio, una diminuzione dei nuovi casi (167.206). Un andamento che pur registrando numeri elevanti preoccupa molto di meno guardando l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva.

Ogni giorno infatti si conferma il trend di diminuzione dei posti occupati nei reparti Covid (-36) e in terapia intensiva (-26). Con questi dati quindi è logico domandarsi se abbia ancora senso prorogare lo stato di emergenza, in scadenza il 31 marzo, oppure no. Gli esperti si dividono. Ecco cosa hanno detto e cosa accadrebbe se lo stato di emergenza non fosse prorogato.

Stato di emergenza: cos’è?

Prima di conoscere le posizioni dei diversi esperti, occorre fare chiarezza. Lo stato di emergenza è una condizione giuridica che consente una serie di deroghe di poteri speciali al Governo e alla protezione civile, come ad esempio stabilire i colori delle Regioni, o ancora l’uso o meno delle mascherine all’aperto. Ma non solo.

Lo stato di emergenza, tra le altre cose, prevede la struttura commissariale per l’emergenza covid del generale Figliuolo e prevede la formazione del Comitato tecnico scientifico. Strutture a oggi fondamentali nella gestione della pandemia.

Prorogare lo stato di emergenza: cosa dicono gli esperti

Prorogare o meno lo stato di emergenza. È proprio su questo punto che si dividono gli esperti. Guardando i dati attuali, sono in molti a sperare in un possibile ritorno alla normalità, come Bassetti, altri invece preferiscono non sbilanciarsi e guardare i dati più avanti. Ecco cosa hanno detto.

Secondo Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova, se la situazione dovesse continuare con questi numeri l’Italia avrebbe trascorso un inverno “senza i contorni di una vera emergenza”, a livello ospedaliero. Per l’infettivologo sarebbe quindi giunto il momento che l’Italia esca dallo stato di emergenza; il virus infatti risulterebbe essere endemico. La soluzione sarebbe quindi quella d’imparare a convivere con il Covid.

Dello stesso avviso di Bassetti è la direttrice di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano, Maria Rita Gismondo. In questa fase dell’epidemia di Covid-19 sarebbe infatti assolutamente ingiustificato lo stato d’emergenza. Per la Gismondo ciò che oggi viene fatto per contrastare il virus Sars-CoV-2 - in termini di misure - “potrebbe essere fatto a prescindere dall’emergenza”. Secondo l’esperta infatti oggi l’Italia non si trova più in uno stato di emergenza, dove serve una veloce risposta, ma in una fase di pianificazione per contrastare e convivere con il virus.

Non si sbilancia invece Massimo Andreoni, primario d’infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit). Decidere ora se togliere lo stato di emergenza sarebbe una scelta affrettata. L’infettivologo ha infatti detto che a suo parere “sarebbe meglio prorogare - lo stato di emergenza - fino all’estate”. La scelta più saggia però sarebbe quella di verificare l’andamento epidemiologico e decidere a ridosso della scadenza. Andreoni ha poi concluso: “Dobbiamo essere cauti e non fare passi troppo lunghi che potrebbero inficiare quanto di buono fatto fino ad oggi”.

Non prorogare lo stato di emergenza: cosa si rischia

Andreoni non è l’unico a non volersi sbilanciare sulla decisione di prorogare o meno lo stato di emergenza. Mauro Pistello, direttore Unità di Virologia Azienda ospedaliera universitaria di Pisa, vicepresidente della Società italiana di microbiologia e tra i fondatori della rete di sequenziamento dell’Istituto superiore di sanità, ha infatti chiarito che se l’andamento epidemiologico può oggi far sperare in un miglioramento bisogna comunque fare attenzione.

Infatti anche se si decidesse di non prorogare lo stato di emergenza per il netto miglioramento dei dati, sarebbe necessario comunque che la campagna vaccinale continui, soprattutto per gli adolescenti. Questo però non potrebbe essere possibile senza lo stato di emergenza. Infatti è proprio grazie a questa condizione giuridica che esiste la struttura commissariale per l’emergenza Covid del generale Figliuolo, che tra i diversi compiti si occupa appunto della campagna vaccinale, arma principale contro il Covid. Senza lo stato di emergenza la vaccinazione tornerebbe in capo alle Regioni, con il rischio di nuovo che si verifichino situazioni di disparità in diverse zone dell’Italia.

Una decisione quindi difficile è quella che deve prendere il Governo prima del 31 marzo. Intanto Pistello ha suggerito di allentare alcune misure per gli asintomatici vaccinati, mentre si potrebbe intervenire unicamente solo sui sintomatici “Oggi abbiamo tanti vaccini e possiamo tenere sotto controllo l’epidemia”. Un suggerimento che potrebbe aiutare a controbilanciare le misure e ritornare a una pseudo-normalità.

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