Sondaggio: vaccino anti COVID-19, un plebiscito contro l’obbligatorietà

Alessandro Cipolla

05/06/2020

15/07/2020 - 16:51

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I risultati del sondaggio lanciato da Money.it: per l’80% dei rispondenti è sbagliato che il vaccino anti COVID-19, una volta che sarà disponibile, venga in Italia reso obbligatorio.

Sondaggio: vaccino anti COVID-19, un plebiscito contro l’obbligatorietà

I risultati del sondaggio proposto da Money.it parlano chiaro: con una percentuale bulgara, l’80% dei rispondenti si è dichiarato contrario a una obbligatorietà per il vaccino anti COVID-19, a fronte di un 19% che si è detto invece favorevole e all’1% che ha preferito non rispondere.

Fin da quando è comparso il COVID-19, subito gran parte degli scienziati sono stati concordi nell’affermare che un ritorno alla normalità, senza più alcuna restrizione, sarà possibile soltanto quando verrà trovato un vaccino al coronavirus.

Da tempo sono centinaia le ricerche portate avanti per mettere a disposizione della popolazione mondiale, nel minor tempo possibile, un vaccino anti COVID-19: la speranza è quella di averlo entro il 2020, ma con ogni probabilità per una distribuzione di massa si dovrà aspettare il nuovo anno.

In questo scenario, sono in molti che si oppongono all’obbligo vaccinale anche per il coronavirus, con Dario Miedico (dottore punto di riferimento dei no vax) che ha dichiarato come “il vaccino è follia, ma non solo obbligatorio, anche facoltativo perché non sappiamo assolutamente niente e può essere pericolosissimo”.

Guardando l’esito di questo sondaggio, che ricordiamo non ha valore scientifico ma soltanto indicativo non essendo stato fatto a campione, appare evidente come i lettori di Money.it siano ampiamente contrari a un obbligo quando sarà disponibile il vaccino.

Coronavirus: un sondaggio sul vaccino obbligatorio

Se al momento tutte le attenzioni sono rivolte al contenere il contagio da coronavirus, a breve la tematica del vaccino potrebbe scatenare una sorta di “guerra” tra la maggiori potenze mondiali da mesi impegnate a sostenere, a suon di milioni, le varie ricerche.

Anche se l’OMS ha più volte auspicato una equa distribuzione del vaccino una volta che sarà approvato, appare scontato che a seconda di quale ricerca riuscirà a ottenere per prima il disco verde, dei Paesi potranno avere a disposizione le dosi in anticipo rispetto agli altri.

Il ritorno alla piena normalità dopo questo tsunami sanitario, sociale ed economico rappresentato dal coronavirus, ci sarà infatti soltanto quando sarà disponibile un vaccino. Se per esempio gli Stati Uniti dovessero averlo a disposizione prima della Germania, è facilmente intuibile il quanto grande sarebbe il vantaggio di Washington rispetto a Berlino.

Mentre tutto il mondo sembrerebbe non aspettare altro che venga trovato un vaccino anti COVID-19, c’è una parte della popolazione che invece continua a dirsi scettica a riguardo e non vorrebbe che in Italia ci fosse l’obbligo vaccinale.

La pericolosità di questo virus - sostiene la dottoressa Antonietta Gatti - l’abbiamo vista sugli anziani soprattutto, ma non in persone che stanno bene. Iniettare un virus in una persona non è sempre una cosa buona. Non è questione di essere contro i vaccini, è un discorso tecnico. Per fare test sui biomateriali ci impiegavo più di un anno. Qui sono passati due mesi. Se poi mi viene il cancro cosa faccio?”.

Per la virologa Ilaria Capua invece sarà necessario rendere obbligatorio il vaccino al COVID-19, visto che altrimenti ci sarebbe il concreto rischio che lo “usino in pochi”, opinione condivisa anche dal viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri.

Di parere contrario invece il componente dell’OMS Walter Ricciardi non ci sarà bisogno di introdurre l’obbligo per il vaccino contro il coronavirus perché la gente ha sperimentato cosa significa avere paura di una malattia”, ipotizzando quindi una adesione comunque di massa da parte della popolazione tale da consentire il raggiungimento dell’immunità di gregge.

Alla luce dell’esito del sondaggio, dove comunque si chiedeva un parere sull’obbligatorietà e non sulla necessità o meno di un vaccino, sembrerebbe cadere l’ipotesi dell’immunità di gregge visto che, in caso di libertà di scelta, potrebbe non essere così massiccia la disponibilità degli italiani come invece si crede.

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