Smart working statali, stop dal 15 ottobre con il decreto Brunetta: cosa prevede

Teresa Maddonni

12 Ottobre 2021 - 18:05

condividi

Approvato il decreto del ministro Brunetta per dire addio allo smart working dei dipendenti pubblici entro fine ottobre. Vediamo nel dettaglio cosa prevede il testo ufficiale sul rientro in presenza.

Smart working statali, stop dal 15 ottobre con il decreto Brunetta: cosa prevede

Per lo smart working degli statali arriva lo stop definitivo a partire dal 15 ottobre con il decreto per il rientro in presenza del ministro per la PA Renato Brunetta.

Il nuovo decreto Brunetta sul rientro in presenza dei dipendenti pubblici con obbligo di green pass ha ricevuto il 7 ottobre il via libera della Conferenza Unificata e sarà trasmesso a tutte le amministrazioni pubbliche nelle prossime ore. Il decreto affianca il Dpcm con le linee guida sul green pass nella PA firmato oggi dal premier Draghi.

Il nuovo decreto Brunetta prevede il graduale rientro in ufficio dei dipendenti pubblici entro il 31 ottobre con lo stop allo smart working, che diventa un’eccezione, e nuove modalità anche con flessibilità negli orari e anche in deroga alle norme stabilite dal CCNL.

Si torna dunque all’ordinario con l’abbandono dello smart working degli statali in attesa che venga disciplinato con rinnovo del contratto.

Smart working statali decreto Brunetta: stop tra il 15 e il 31 ottobre

Ma cosa prevede il decreto Brunetta che sancisce lo stop allo smart working degli statali?

Si parte in modo graduale ed entro fine mese tutti i dipendenti pubblici, muniti di green pass, dovranno rientrare in ufficio.

Decreto Brunetta ottobre 2021
Decreto stop smart working per il rientro in presenza dei dipendenti pubblici.

Lo smart working diventa nel decreto Brunetta un’eccezione in attesa che la disciplina venga rivista con il rinnovo del contratto.

Entro la fine di ottobre, secondo il decreto del titolare di palazzo Vidoni, gli statali abbandoneranno lo smart working per rientrare in ufficio con flessibilità di orari, al fine di evitare assembramenti, anche in deroga a quanto previsto dal CCNL.

Il decreto Brunetta ha l’obiettivo di realizzare il superamento dell’utilizzo del lavoro agile emergenziale come una delle modalità ordinarie di svolgimento della prestazione lavorativa nelle pubbliche amministrazioni.

E proprio per superare la situazione emergenziale che ha visto l’utilizzo massiccio dello smart working il decreto Brunetta stabilisce che amministrazioni organizzino le attività dei propri uffici prevedendo il rientro in presenza di tutto il personale entro i quindici giorni successivi alla data del 15 ottobre.

Da subito, e quindi già dal 15 ottobre, a dover dire addio allo smart working per rientrare in presenza dovrà essere “il personale preposto alle attività di sportello e di ricevimento degli utenti (front office) e dei settori preposti alla erogazione di servizi all’utenza (back office), anche attraverso la flessibilità degli orari di sportello e di ricevimento dell’utenza, anche mediante l’ausilio di piattaforme digitali già impiegate dalle pubbliche amministrazioni”.

Smart working statali: diventa l’eccezione con il decreto Brunetta

Con il decreto Brunetta da ottobre lo smart working degli statali diventa l’eccezione. Il decreto stabilisce che dal 15 ottobre lo smart working potrà essere comunque attivato, ma ad alcune specifiche condizioni.

Secondo il decreto Brunetta infatti lo smart working “non deve in alcun modo pregiudicare o ridurre la fruizione dei servizi resi all’amministrazione a favore degli utenti”.

E ancora il testo stabilisce che l’amministrazione deve garantire la rotazione del personale che lavora in modalità agile, laddove l’attività in presenza deve essere prevalente. Il decreto Brunetta prevede inoltre che per lo smart working degli statali l’amministrazione debba:

  • dotarsi di una piattaforma digitale o di un cloud o comunque di strumenti tecnologici idonei a garantire la più assoluta riservatezza dei dati e delle informazioni che vengono trattate dal lavoratore nello svolgimento della prestazione in modalità agile;
  • prevedere un piano di smaltimento del lavoro arretrato, ove sia stato accumulato;
  • mettere in atto ogni adempimento al fine di fornire al personale dipendente apparati digitali e tecnologici adeguati alla prestazione di lavoro richiesta.

Gli accordi individuali per lo smart working degli statali stipulati ai sensi dell’articolo 18, comma 1 della legge 22 maggio 2017 n.81 prima dell’entrata in vigore del decreto, specifica il testo, restano validi salvo il rispetto delle regole sopra riportate.

Lo smart working attende di essere disciplinato in modo organico con il prossimo rinnovo del contratto degli statali che parte dalle Funzioni centrali.

Iscriviti a Money.it