Smart working, ecco le 10 migliori città in cui lavorare

Pierandrea Ferrari

5 Luglio 2021 - 12:38

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Da Nestpick, piattaforma olandese di on demand housing, una classifica delle città più adatte per fare smart working.

Smart working, ecco le 10 migliori città in cui lavorare

Quali sono le 10 migliori città in cui fare smart working? All’interrogativo ha risposto la piattaforma olandese di on demand housing Nestpick, che tenendo in considerazione una serie di parametri - tre le categorie: costi e infrastrutture, leggi e libertà, vivibilità - ha stilato una classifica delle migliori scelte per i nomadi digitali. Ecco quali.

Smart working, ecco le 10 migliori città in cui lavorare

Nestpick, nei suoi calcoli, ha esaminato un campione di 75 città considerate tra le più vivibili da viaggiatori e nomadi digitali. Il risultato finale vede rappresentati tutti i continenti, America, Europa, Asia e Oceania, con la sola eccezione dell’Africa.

1. Melbourne, Australia

2. Dubai, Emirati Arabi Uniti

3. Sydney, Australia

4. Tallinn, Estonia

5. Londra, Regno Unito

6. Tokyo, Giappone

7. Singapore

8. Glasgow, Regno Unito

9. Montreal, Canada

10. Berlino, Germania

Melbourne, città che si affaccia sulla costa sud-orientale dell’Australia, ha guadagnato la prima posizione grazie soprattutto agli ottimi punteggi ottenuti nella sicurezza, nella sanità, nella cultura e nelle attività di svago, ma anche perché figura tra le 10 città - insieme a Zagabria, Praga, Lisbona, Reykjavik, Tallinn, Atene, Sydney, Dubai e Città del Messico - ad offrire un visto per nomadi digitali, ovvero un documento che riconosce agli stranieri la possibilità di trasferirsi in Australia per lavorare da remoto.

In generale, secondo Omer Kucukdere, CEO di Nestpick, è stata la pandemia a spingere i lavoratori a rivalutare le proprie priorità, e a cercare un miglior equilibrio tra i carichi lavorativi e il tempo dedicato alla famiglia o ad attività di piacere. Nello specifico, poi, Kucukdere ha anche notato come i professionisti di alto livello stiano progressivamente abbandonando le città eccessivamente focalizzate sul business in favore di luoghi con un lifestyle più salutare, portando con sé il loro potere d’acquisto.

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