Cosa rischia chi esce in costume da bagno?

Ilena D’Errico

17/06/2023

17/06/2023 - 20:14

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Uscire in costume da bagno può apparire insolito, ma nemmeno troppo nelle località balneari. Ma cosa prevede la legge? Ecco cosa rischia chi esce in costume da bagno e quando è vietato.

Cosa rischia chi esce in costume da bagno?

Uscire in costume da bagno è senza dubbio insolito e poco pratico, motivo per cui di solito non ci si pone la questione a riguardo. Oltretutto, sono in molti a pensare che sia illegale in quanto scandaloso e contrario all’ordine pubblico. Nonostante ciò, spesso tutti i dubbi a riguardo vengono dimenticati durante le vacanze, specie nelle località sul mare. Sono tanti, fra turisti e abitanti, che arrivano in spiaggia direttamente in costume o, viceversa. Ma commettono un illecito? Cosa si rischia?

In realtà, non esiste una legge specifica che vieti di uscire in costume da bagno. A riprova di ciò basti pensare a quegli abiti trasparenti o traforati che lasciano sostanzialmente vedere completamente l’intimo ma non per questo è vietato indossarli, nemmeno in città. La situazione è quasi paradossale, perché quasi nessuno si sogna di uscire nella quotidianità in costume da bagno, mentre sono in pochi a porsi il problema quando si trovano nelle località balneari. Eppure, è proprio in quest’ultimo caso che ci sono maggiori probabilità di un divieto a riguardo.

È illegale uscire in costume da bagno?

Come anticipato, non esiste nell’ordinamento italiano una norma che vieti espressamente o implicitamente di uscire in costume da bagno, ma nemmeno riguardo ad altri tipi di vestiario. Ovviamente, questo non vale per tutti i paesi, ma soltanto per l’Italia le cui leggi statali, compreso il Codice penale, non menzionano questa condotta. Di conseguenza si può affermare con assoluta certezza che uscire in costume da bagno non è un reato.

Non è sempre stato così, però, dato che esisteva il reato di “atti contrari alla pubblica decenza”. Questo reato è stato depenalizzato e ad oggi costituisce un illecito civile. In sostanza, chi li viola può essere condannato al pagamento di una sanzione, ma non avrà nessuna ripercussione penale. Si potrebbe quindi pensare che pur non essendo un reato, uscire in costume da bagno possa configurare l’illecito, ma ormai non è più così.

La fattispecie indicata, ovvero l’uso di costumi da bagno al di fuori dei luoghi consueti, non rientra più nella violazione della “pubblica decenza”. Il motivo è piuttosto semplice: la pubblica decenza non è un criterio giuridico statico, ma si basa per l’appunto sul sentire e sul pensiero collettivo. Un tempo il costume da bagno poteva effettivamente essere considerato scandaloso, basti pensare alla nascita del bikini e alla rivoluzione che ne conseguì.

Nel XXI secolo, tuttavia, è evidente che un costume da bagno, per quanto possa essere succinto, difficilmente possa contrariare la pubblica decenza. Esistono capi di abbigliamento che non sono poi molto diversi dai costumi e vengono utilizzati senza alcun problema di sorta. L’assenza di una normativa statale, però, non impedisce agli enti territoriali di prevedere disposizioni specifiche.

Cosa rischia chi esce in costume da bagno?

Come detto, uscire in costume da bagno non è illegale, ma ciò non esclude la possibilità dei Comuni di vietarlo. Ovviamente, gli enti territoriali non possono prevedere nuovi reati, ma possono comunque emanare ordinanze con divieti specifici e prevedere delle multe per le violazioni.

È per questo motivo che spesso si legge, sui giornali o anche su cartelli nelle località turistiche, che è vietato uscire in costume da bagno. In effetti sono molti i Comuni che prevedono dei divieti in questo senso, soprattutto per tutelare il decoro urbano della città. Di norma, questo divieto si trova nelle località balneari (dove per l’appunto è più facile che accada) con alti tassi di turismo, il quale potrebbe essere danneggiato o viceversa aumentare le condotte in oggetto.

Così, chi esce in costume da bagno rischia una sanzione pecuniaria, ma soltanto se è stata adottata un’ordinanza comunale. L’importo della multa è anche deciso dal Comune, che può contattare gli agenti della polizia locale per i trasgressori. È quindi importante verificare la presenza di ordinanze (con limiti temporali e geografici), in assenza di cui non c’è punibilità, considerando che divieti di questo tipo sono frequenti in diverse località balneari sul nostro territorio.

È molto facile riscontrare ordinanze nei pressi di monumenti e luoghi di culto o valore storico-artistico. Quest’anno anche Gallipoli ha scelto di introdurre il divieto, dal 1° luglio fino a metà settembre, con una multa da 25 a 150 euro. In questo caso, il sindaco Stefano Minerva ha dichiarato di voler tutelare soprattutto i residenti e il diritto a una “città ordinata”.

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