La Russia può colpire la Nato: la minaccia del Cremlino

Giorgia Bonamoneta

3 Aprile 2022 - 08:56

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La Russia minaccia di colpire i mezzi di trasporto di armi della Nato. Tass riporta le parole dell’ambasciatore Kelin in risposta alla distruzione di un elicottero russo con missili inglesi.

La Russia può colpire la Nato: la minaccia del Cremlino

La Russia potrebbe colpire i mezzi che trasportano le armi della Nato verso l’Ucraina. La dichiarazione dell’ambasciatore russo Andrey Kelin arriva in risposta alle decisioni di Regno Unito e Stati Uniti sull’invio di aiuti militari all’Ucraina.

Fin dall’inizio del conflitto il maggior timore per l’Occidente è stata la possibilità di uno scontro diretto tra Nato e Russia. Nel tempo, da entrambe le parti, sono state fatte diverse dichiarazioni. La politica internazionale vorrebbe apparire come un delicato gioco di strategia, ma alla fine è solamente un botta e risposta agli eventi scatenati da precedenti decisioni. Esattamente come le parole di Kelin, che vengono supportate dall’abbattimento di un elicottero Mi-28N russo da parte dell’esercito ucraino.

L’evento potrebbe non essere diverso da altri, se non fosse che il missile terra-aria in dotazione alle truppe ucraine è una fornitura del Regno Unito arrivata in Ucraina la scorsa settimana. Su questa scia di “interventismo indiretto”, si apre una nuova fase del conflitto e la risposta piccata del Cremlino mette in guarda la Nato dal continuare a supportare con nuovi armamenti avanzati l’Ucraina.

La minaccia russa si manifesta su due possibili scenari: da una parte l’attacco ai mezzi di trasporto di armi e missili in territorio ucraino, dall’altra la distruzione degli stessi in un Paese membro della Nato. Le conseguenze, in entrambi i casi, potrebbero essere le stesse. Si tratta infatti di un attacco contro un territorio o contro le forze Nato e in questi casi (articolo 6) scatta l’ormai famoso articolo 5 della Nato.

I convogli Nato nel mirino della Russia: le parole dell’ambasciatore russo Kelin

L’interesse verso la guerra in Ucraina inizia a calare ed è proprio questo il momento nel quale una guerra inizia a esasperarsi. Non è la prima volta che l’esercito ucraino utilizza armamenti occidentali per abbattere mezzi militari russi, eppure l’ultimo attacco a un elicottero russo ha scatenato una risposta piuttosto accesa. Sembra quasi che la pazienza del Cremlino si sia esaurita.

Almeno questo è quanto l’ambasciatore russo a Londra, Andrey Kelin, ha lasciato trapelare attraverso le sue parole. Dichiarazioni interpretabili, ma che non lasciano a spazio a dubbi: i convogli occidentali potrebbero diventare un target. “Tutte le forniture di armi sono destabilizzanti, in particolare quelle annunciate dalla Gran Bretagna - ha messo le mani avanti Kelin - Di fatto aggravano la situazione, rendendola ancora più sanguinosa. Naturalmente le nostre forze armate considereranno un obiettivo questi rifornimenti se attraversano il confine ucraino”.

Cosa trasportano i convogli Nato diretti in Ucraina?

L’Occidente non vuole combattere una guerra, ma allo stesso tempo non può lasciare che l’Ucraina, un Paese libero e indipendente, finisca sotto il controllo russo. Si può discutere a lungo - e si farà - se la presa di posizione dell’Occidente, e più in particolare della Nato, sia stata un errore, ma al momento l’intenzione è di fornire armi e supporto militare indiretto a Kyiv.

Dall’Europa agli Stati Uniti, la strada tracciata è quella dell’invio di armi, droni, missili, blindati e altri sistemi tattici per sostenere gli ucraini. Gli Stati Uniti hanno annunciato un pacchetto di aiuti di 1,6 miliardi che comporta l’invio in territorio ucraino di:

  • missili guidati da laser
  • droni kamikaze Switchblade (con testate esplosive)
  • droni leggeri di tipo Puma (da ricognizione)
  • blindati Humvees
  • mitragliatori non convenzionali
  • visori notturni
  • sistemi per le immagini termiche
  • sistemi di comunicazione tattica sicuri
  • servizi satellitari
  • materiale medico
  • maschere antigas
  • tute protettive
  • carri armati sovietivi

In queste ore, dopo la minaccia dell’attacco russo alla Nato, il ministro britannico Boris Johnson sta meditando l’invio di armi per la protezione di Odessa, città strategica per il Cremlino. La Gran Bretagna, lo riferisce il Sunday Times, potrebbe inviare missili antinave da utilizzare contro la flotta russa presente nel Mar Nero.

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