Riforma pensioni 2022: economicamente sarà più vantaggiosa della quota 100?

Lorenzo Rubini

13 Ottobre 2021 - 19:26

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Cosa accadrà con la riforma pensioni del 2022 agli assegni previdenziali? Ci sarà un maggior vantaggio rispetto all’attuale quota 100?

Riforma pensioni 2022: economicamente sarà più vantaggiosa della quota 100?

Dal 1 gennaio 2022 si attende una riforma che vada ad evitare il ritorno brusco alla legge Fornero per i pensionamenti, dopo la scadenza della quota 100. Si tratta, quindi, di una riforma pensioni che punterà da una parte alla flessibilità in uscita e dall’altra alla sostenibilità del sistema previdenziale.

Rispondiamo ad un lettore di Money.it che ci scrive:

“Buonasera, ho 62anni compiuti ad agosto con 39 e poco più di contributi versati rientrerei per la quota 100, ma vado a perdere quasi 200€ cosa mi consigliate voi, visto anche la riforma che dovranno varare? Sarà un pochino più vantaggiosa della quota 100 o no. Grazie anticipatamente”.

Pensione quota 100 o più vantaggiosa?

La perdita che comporta lo scegliere la quota 100 per accedere al pensionamento è legata essenzialmente ai contributi minori versati e al coefficiente di trasformazione applicato per la trasformazione del montante contributivo in assegno pensionistico che è tanto più vantaggioso quanto maggiore è l’età di accesso alla pensione.

Di fatto la quota 100, in sé, non prevede alcuna penalizzazione sull’assegno e anche utilizzando un’altra misura, a parità di età e di contributi versati, l’assegno derivante sarebbe lo stesso. La perdita che le hanno calcolato, probabilmente, è rispetto alla pensione anticipata ordinaria per raggiungere la quale verserebbe altri 4 anni circa di contributi e compirebbe i 66 anni di età (con un coefficiente di trasformazione più vantaggioso).

Nessuna misura che sarà introdotta, quindi, con la nuova riforma potrebbe essere più vantaggiosa della quota 100 (sempre a parità di anni e di contributi versati). Da tenere presente, inoltre, che la quota 100 non viene prorogata proprio perché comporta una spesa troppo elevata per il sistema pensionistico e che, con tutta probabilità, la nuova misura introdotta dovrebbe prevedere penalizzazioni percentuali sull’assegno o, addirittura, il ricalcolo contributivo dello stesso.

Quello che appare chiaro della nuova riforma, quindi, è che qualsiasi anticipo verrà concesso sarà interamente a carico del lavoratore che, appunto, ne pagherà il costo sull’assegno.

L’unico modo per non subire la perdita che le hanno prospettato, a mio avviso è o attendere il raggiungimento dei contributi che le permettono l’accesso alla pensione anticipata ordinaria o attendere il compimento dei 67 anni per la pensione anticipata, unico modo per avere la pensione calcolata sulla contribuzione piena.

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