Riforma Pubblica Amministrazione nel Recovey Plan: ecco cosa prevede

Teresa Maddonni

27/04/2021

05/05/2021 - 12:50

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La riforma della Pubblica Amministrazione è uno degli elementi centrali del Recovery Plan. Per il ministro Brunetta vale il 70% dell’impatto delle riforme sul PIL. Dai concorsi alle competenze alla digitalizzazione, vediamo cosa prevede.

Riforma Pubblica Amministrazione nel Recovey Plan: ecco cosa prevede

La riforma della Pubblica Amministrazione entra nel Recovery Plan, ma cosa prevede?

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza contiene, insieme alla riforma della Giustizia, le linee guida per la riforma della Pubblica Amministrazione che parte proprio dalla semplificazione del processo di reclutamento della PA per facilitare il turnover, quindi una modifica dei concorsi pubblici.

Per la riforma della PA nel Recovery Plan si parte già da maggio con le semplificazioni che punteranno anche a velocizzare procedure ambientali, superbonus e appalti. Per la riforma della PA nel PNRR, che ieri il premier Draghi ha presentato alla Camera e oggi andrà al Senato in attesa dell’invio del testo a Bruxelles il prossimo 30 aprile, ci sono 1,67 miliardi di euro tra fondi del Recovery e fondi strutturali.

Il ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta ha evidenziato come la riforma della PA nel Recovery Plan arriverà l’effetto positivo maggiore sul PIL Italiano.

Riforma PA nel Recovery Plan: i quattro pilastri

La riforma della PA nel Recovery Plan si poggia su quattro pilastri che il PNRR approvato sabato dal Consiglio dei Ministri evidenzia in modo chiaro e che sono:

  • accesso, per snellire e rendere più efficaci e mirate le procedure di selezione e favorire il ricambio generazionale;
  • buona amministrazione, per semplificare norme e procedure;
  • competenze, per allineare conoscenze e capacità organizzative alle nuove esigenze del mondo del lavoro e di una amministrazione moderna;
  • digitalizzazione, quale strumento trasversale per meglio realizzare queste riforme.

Come prevede chiaramente nel Recovery Plan in merito alla riforma della PA:

“Non tutte le azioni previste implicano misure di carattere finanziario. Molte di queste sono oggetto di interventi di riordino di processi e procedure, e alcune richiedono provvedimenti normativi o regolamentari, diversamente articolati da un punto di vista temporale.”

Il ministro per la PA Renato Brunetta, intervenuto oggi su Il Sole 24 Ore, ha dichiarato che alla riforma della PA “è attribuibile circa il 70% dell’effetto delle riforme strutturali atteso dal PNRR.”

E ha aggiunto:

“La vera novità è che si tratta di una riforma a livello non solo normativo, ma anche organizzativo e di investimenti: in tecnologie, persone e assistenza tecnica. Solo una PA riformata a tutti i livelli, nazionale e locale, può garantire la selezione e la messa a terra efficiente degli investimenti.”

Riforma della PA nel Recovery Plan: cosa prevede per il reclutamento

Per la riforma della PA il primo pilastro del Recovery Plan è quello dell’accesso, vale a dire il reclutamento e quindi i concorsi pubblici per garantire un più snello ricambio generazionale.

I concorsi pubblici, già semplificati con il decreto Covid del 1° aprile, fanno non poco discutere, ma la prima sfida della riforma della PA è rappresentata proprio dall’accesso alla stessa.

Il Recovery Plan in merito all’accesso alla PA prevede, come si legge nel PNRR, di adottare un quadro di riforme delle procedure e delle regole per il reclutamento dei dipendenti pubblici, volti a valorizzare nella selezione:

  • conoscenze;
  • competenze,
  • parità di accesso, in primo luogo di genere.

In particolare tra gli obiettivi della riforma della PA in merito al reclutamento il PNRR prevede di:

  • rivedere gli strumenti per l’analisi dei fabbisogni di competenze;
  • potenziare i sistemi di preselezione;
  • costruire modalità sicure e certificate di svolgimento delle prove anche a distanza;
  • progettare sistemi veloci ed efficaci di reclutamento delle persone, differenziati rispetto ai profili da assumere;
  • disporre di informazioni aggregate qualitative e quantitative sul capitale umano della funzione pubblica e sui suoi cambiamenti.

Per le modalità di attuazione del nuovo sistema di reclutamento nella PA il PNRR prevede in primo luogo la realizzazione di una piattaforma unica per le Amministrazioni centrali. In secondo luogo, pur rimanendo il concorso la modalità ordinaria per l’accesso al pubblico impiego, si legge nel Recovery Plan, sono definiti altri percorsi di reclutamento e in particolare:

  • ai percorsi ordinari di reclutamento sono affiancati programmi dedicati agli alti profili: giovani dotati di elevate qualifiche (dottorati, master, esperienza internazionale) da inserire nelle amministrazioni con percorsi rapidi, affiancati da una formazione ad hoc;
  • ai fini della realizzazione dei progetti del PNRR possono essere conclusi accordi con Università, centri di alta formazione e ordini professionali per favorire la selezione e l’assunzione rapida dei migliori profili specialistici, come sta già avvenendo nel settore sanitario per far fronte alla pandemia;
  • tramite procedure analoghe viene selezionato un pool di esperti multidisciplinari per il supporto tecnico alle Amministrazioni centrali e locali nella implementazione degli investimenti e delle riforme previste dal Piano. Il personale, così selezionato, è contrattualizzato a tempo determinato, a valere sui fondi che ciascuna Amministrazione coinvolta è chiamata a gestire per l’attuazione dei progetti del PNRR.

Proprio sui concorsi pubblici è intervenuto il ministro Brunetta sempre nell’intervista a Il Sole 24 Ore. Il titolare della PA ha dichiarato:

“La riforma porta i concorsi dall’800 alla modernità poggiando su tre assi: digitalizzazione, semplificazione e decentramento. È una rivoluzione che punta a ridurre i tempi delle selezioni, ma anche a restituire valore allo studio rispetto all’esercizio mnemonico dei quiz.”

E ha concluso:

“La discrezionalità delle amministrazioni era ed è limitata dal rispetto di un principio: la valutazione dei titoli deve essere proporzionale al livello di specializzazione del posto messo a concorso, da definirsi nei bandi. Lo chiariremo presto.”

Riforma PA: gli altri tre pilastri nel Recovery Plan

Gli altri tre pilastri che abbiamo sopra descritto per la riforma della PA nel Recovery Plan, come si legge chiaramente nel corposo piano, prevedono:

  • Buona amministrazione

Le riforme e gli investimenti programmati hanno la finalità di eliminare i vincoli burocratici, rendere più efficace ed efficiente l’azione amministrativa, e ridurre tempi e costi per cittadini e imprese.

  • Competenze

Sulle persone si gioca il successo non solo del PNRR, ma di qualsiasi politica pubblica indirizzata a cittadini e imprese. Il miglioramento dei percorsi di selezione e reclutamento è un passo importante per acquisire le migliori competenze ed è determinante ai fini della formazione, della crescita e della valorizzazione del capitale umano.

  • Digitalizzazione

La digitalizzazione è un abilitatore trasversale ad ampio spettro: dalla piattaforma per la selezione e il reclutamento delle persone, alla formazione, alla gestione delle procedure amministrative e al loro monitoraggio.

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