Regno Unito: il deficit tocca quota $380 miliardi, record in tempo di pace

Pierandrea Ferrari

19 Febbraio 2021 - 11:16

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Nei primi dieci mesi dell’anno fiscale il deficit del Regno Unito è salito a quota 380 miliardi di dollari: un record in tempo di pace.

Regno Unito: il deficit tocca quota $380 miliardi, record in tempo di pace

Nei primi dieci mesi dell’anno fiscale il deficit del Regno Unito è arrivato a toccare quota 380 miliardi di dollari, livello più alto dalla fine della seconda guerra mondiale: il conto (salato) delle misure di supporto varate da Londra per fronteggiare la congiunture negative della pandemia che hanno fiaccato i fondamentali dell’economia britannica nell’ultimo anno.

Non solo: il cancelliere dello scacchiere, Rishi Sunak, è al lavoro per estendere i provvedimenti anti-Covid prossimi alla scadenza, come i sussidi per i lavoratori costretti al congedo durante la pandemia. Un’ulteriore pressione, questa, sull’alto deficit già accumulato dal Regno Unito

Con la pandemia aumenta il deficit del Regno Unito

Nubi grigie, dunque, continuano a convergere sul cielo di Londra. Il 2020 non è stato un anno banale, del resto: prima le serrate negoziazioni con l’UE sulla Brexit, che hanno portato ad una stretta di mano tra Londra e Bruxelles a poche ore dal gong finale (e i primi effetti iniziano a vedersi nei dati macroeconomici), poi l’improvvisa fiammata del Covid, da crisi sanitaria locale a pandemia globale.

Non è un caso, infatti, che il Regno Unito abbia chiuso in deficit il mese di gennaio per la prima volta negli ultimi dieci anni: il passivo, a quota 12,3 miliardi di dollari (sensibilmente inferiore, comunque, alle previsioni della vigilia), rimpiazza così quel surplus che solitamente il Regno Unito è in grado di incamerare ad inizio anno con le tasse versate dalle grandi corporate britanniche e dai venditori al dettaglio dopo gli incassi di Natale.

Anche per questo, Rishi Sunak ha già tuonato: l’incremento delle tasse e il taglio della spesa pubblica sono due ingredienti ai quali, prima o poi, Downing Street dovrà attingere per arrestare l’emorragia dei conti, considerati anche gli oltre 420 miliardi di dollari che Londra ha dovuto iniettare nell’economia nazionale per tenere in piedi il sistema britannico.

Le misure di supporto sono ancora cruciali

Sull’altra sponda – quello delle grandi lobby, ma anche degli economisti – arriva un deciso niet al taglio delle misure di supporto anti-Covid: un passo azzardato, secondo i principali player dell’economia britannica, che potrebbe finire per compromettere la ripresa del Regno Unito dopo il crollo del 2020, picco negativo degli ultimi trecento anni.

In tal senso, riecheggia ancora il messaggio lanciato dalla Resolution Foundation la scorsa settimana: circa un lavoratore britannico su dieci si attende di perdere il lavoro nei prossimi tre mesi. Troppo presto, dunque, per pensare ad una inversione ad U nell’approccio alla pandemia, nonostante le vaccinazioni a passo di record – superata abbondantemente quota 15 milioni – suggerisca una concreta opportunità di rimbalzo già nella seconda parte dell’anno.

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