Reddito di cittadinanza azzerato o tagliato: nel 2022 scatta la beffa, ecco per chi

Simone Micocci

2 Febbraio 2022 - 12:45

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Reddito di cittadinanza: scatta la protesta dei nuclei familiari con persone invalide al 100% che nei mesi scorsi hanno beneficiato dell’aumento della pensione d’invalidità.

Reddito di cittadinanza azzerato o tagliato: nel 2022 scatta la beffa, ecco per chi

È scoppiata una nuova polemica con protagonista il Reddito di cittadinanza: questa volta oggetto della contestazione è il taglio dell’importo - che in alcuni casi ha portato a un vero e proprio “azzeramento” - che ha interessato i nuclei familiari dove ci sono degli invalidi civili al 100% che nei mesi scorsi hanno beneficiato, e continuano a farlo, dell’aumento della pensione come riconosciuto dalla sentenza 152/2020 della Corte Costituzionale.

Facciamo chiarezza: da novembre 2020 sugli assegni d’invalidità civile riconosciuti agli invalidi al 100% è stata applicata la maggiorazione conosciuta come incremento al milione indipendentemente dall’età anagrafica del titolare della prestazione.

Questo perché la Corte Costituzionale nella sentenza suddetta ha stabilito che i limiti anagrafici previsti per il godimento dell’incremento al milione sono illegittimi nel caso dell’invalido al 100%. Una sentenza a cui si è poi uniformata l’INPS, riconoscendo a tutti gli invalidi civili totali - a patto che questi stiano al di sotto di una soglia di reddito annuo personale pari a 8.476,26 euro (che sale a 14.459,9 euro, cumulato con il coniuge, nel caso in cui il soggetto sia coniugato), valore aggiornato al 2021 - un incremento dell’assegno d’invalidità eventualmente percepito fino a 651,51 euro. Lo stesso diritto è stato esteso ai percettori di pensione d’inabilità di tipo previdenziale.

L’entusiasmo che accolse tale novità, tuttavia, si è spento in questi giorni visto che dopo mesi coloro che hanno beneficiato di un tale incremento - e nel frattempo percepiscono il Reddito di cittadinanza - hanno ricevuto una spiacevole sorpresa.

La beffa del Reddito di cittadinanza tagliato a chi ha beneficiato dell’aumento della pensione d’invalidità

A far scattare la polemica sono state le due principali Federazioni nazionali per la tutela dei diritti delle persone con disabilità, la Fand e la Fish. Queste hanno raccontato di aver ricevuto centinaia di segnalazioni di tagli effettuati dell’INPS sul Reddito di cittadinanza, proprio a causa dell’aumento della pensione d’invalidità riconosciuto nei mesi scorsi.

D’altronde non sorprende, visto che pensione d’invalidità e Reddito di cittadinanza sono per legge compatibili ma comunque non cumulabili.

Se da una parte questi hanno quindi beneficiato di un aumento della pensione d’invalidità, con una maggiorazione che nel migliore dei casi non supera i 368 euro, dall’altra l’INPS ha provveduto a tagliare questa quota dal Reddito di cittadinanza eventualmente erogato al nucleo familiare di cui la persona con invalidità fa parte.

Un taglio che nel peggiore dei casi ha portato a un vero e proprio azzeramento dell’importo del Reddito di cittadinanza. D’altronde, potrebbe essere successo che con l’aggiunta di quanto riconosciuto a titolo d’incremento al milione per il nucleo familiare sia scattato il superamento della soglia reddituale entro cui bisogna stare per avere diritto al RdC.

Ricordiamo: si tratta di un meccanismo chiaramente previsto dalla legge, con il decreto 4/2019 che introduce espressamente il Reddito di cittadinanza come una semplice integrazione del reddito familiare, fino al raggiungimento di una certa soglia che varia a seconda del numero dei componenti del nucleo (6.000,00€ annui per la persona sola, 8.400,00€ per il nucleo con due maggiorenni e così via per le famiglie più numerose).

Reddito di cittadinanza: la legge va cambiata? La denuncia delle Federazioni

Nonostante sia espressamente previsto dalla normativa, il taglio applicato dall’INPS ha fatto infuriare le Federazioni che si occupano della tutela dei diritti delle persone con disabilità e delle loro famiglie. A tal proposito, il Presidente pro tempore della Fand, Nazaro Pagano, ha dichiarato al Fatto Quotidiano che:

Una nuova discriminazione per le persone con disabilità e serve una rapida azione delle istituzioni per porre rimedio a questa situazione. Non possiamo essere d’accordo e chiediamo che si intervenga immediatamente con un nuovo decreto legge, cosi come è stato fatto di recente con il Dl fiscale che ha sancito che si può sommare l’assegno di invalidità al reddito da lavoro.

Pagano, dunque, è consapevole che serve un intervento del Governo Draghi per poter modificare quanto successo, permettendo così di cumulare almeno l’incremento al milione con il Reddito di cittadinanza. Perché è chiaro, sempre secondo il parere delle federazioni suddette, che si tratta di “un’ingiustizia per i più fragili, ai quali è stato dato da una parte per togliere poi dall’altra”.

Adesso spetterà alle istituzioni - non tanto all’INPS che di fatto ha solamente applicato la norma, quanto al Governo e al Parlamento che hanno eventualmente il potere di modificarla - rispondere alle suddette richieste. Una situazione che tra l’altro conferma un amore mai sbocciato tra il Reddito di cittadinanza e le famiglie dove sono presenti persone con disabilità, le quali da sempre ritengono che una tale misura non le tuteli abbastanza.

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