Reddito di Cittadinanza, possibile riforma: niente rinnovo dopo i 18 mesi per chi può lavorare

Antonio Cosenza

24 Febbraio 2021 - 17:34

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Novità per il Reddito di Cittadinanza: il nuovo Ministro del Lavoro ha in mente una riforma, così da limitare le casistiche in cui il beneficio può essere rinnovato.

Reddito di Cittadinanza, possibile riforma: niente rinnovo dopo i 18 mesi per chi può lavorare

Reddito di Cittadinanza: arrivano conferme rispetto alla volontà del nuovo Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, di rimettere mano alla misura introdotta dal primo Governo Conte.

Durante la pandemia il Reddito di Cittadinanza ha ricoperto un ruolo di notevole importanza sociale; tuttavia, ci sono anche diversi aspetti che non sembrano aver funzionato e sui quali il nuovo Ministro del Lavoro sembra essere disposto ad intervenire.

In particolare, si vuole fare in modo che il Reddito di Cittadinanza non diventi un sostegno percepito a tempo indeterminato da quelle famiglie dove comunque ci sono persone in condizione di lavorare. Ricordiamo, infatti, che oggi il Reddito di Cittadinanza ha sì una validità di 18 mesi ma alla scadenza è comunque possibile presentare una nuova domanda.

In questo modo è possibile beneficiare del Reddito di Cittadinanza per 36 mesi, ma anche per 54 in caso di ulteriore rinnovo; l’importante è soddisfarne i requisiti reddituali e patrimoniali.

Questa norma potrebbe in parte disincentivare i beneficiari del Reddito di Cittadinanza a cercarsi un lavoro: per questo motivo il nuovo Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, sta riflettendo in merito alla possibilità di introdurre dei correttivi alla misura. Ecco di cosa si tratta.

Reddito di Cittadinanza per soli 18 mesi a chi può lavorare

L’idea del Ministro del Lavoro è quella di cui da tempo si fanno sostenitori i parlamentari del Partito Democratico. Nel dettaglio, si sta riflettendo sulla possibilità di suddividere in due il sostegno:

  • per quei nuclei familiari dove non ci sono persone “occupabili” il Reddito di Cittadinanza non verrebbe modificato. Per questi, quindi, resta salva la possibilità di presentare il rinnovo per tutte le volte che si vuole, sempre se ovviamente se ne soddisfano i requisiti economici;
  • per i nuclei familiari dove ci sono persone occupabili, invece, il Reddito di Cittadinanza sarebbe “a tempo”. Secondo indiscrezioni, infatti, se ne potrà usufruire per soli 18 mesi, il tempo necessario per trovare una nuova occupazione.

In questo modo si conta di rendere finanziariamente sostenibile il Reddito di Cittadinanza. Ricordiamo, infatti, che causa Covid la spesa prevista per il 2021 sarà superiore alle attese in quanto il numero dei percettori è salito a dismisura e serviranno circa 10 miliardi di euro per l’erogazione del sostegno. Ciò dipende dalla crisi del mercato del lavoro, il che ha reso impossibile la ricollocazione dei beneficiari e ha comportato un aumento per la perdita di posti di lavoro.

Per far sì che questo progetto di riforma possa dare gli effetti sperati, però, bisognerà necessariamente potenziare i Centri per l’Impiego, facendo in modo che effettivamente questi possano offrire, nell’arco dei 18 mesi, al beneficiario che cerca lavoro tutto il sostegno di cui necessita.

Reddito di Cittadinanza: incentivo per chi trova lavoro

C’è un’altra novità su cui il Ministro del Lavoro sta riflettendo ed è quella che punta alla previsione di un incentivo per coloro che trovano lavoro.

Per capire come potrebbe funzionare dobbiamo prima ricordare cosa succede oggi ad un beneficiario del Reddito di Cittadinanza che trova un lavoro. Ebbene, questo deve darne immediata comunicazione all’INPS (tramite il modello SR181), il quale a sua volta effettua un ricalcolo del beneficio tenendo conto del reddito derivante dalla nuova attività. Aumentando il reddito familiare diminuisce il Reddito di Cittadinanza (ricordiamo comunque che del nuovo reddito se ne tiene conto all’80%).

La novità a cui starebbe lavorando il neo Ministro del Lavoro sembra essere quella per cui del nuovo reddito se ne terrà conto solamente al 50% per i primi sei mesi di lavoro. In questo modo il taglio del Reddito di Cittadinanza sarebbe comunque limitato e di conseguenza si spera di incentivare i beneficiari a cercare una nuova occupazione.

Per capire meglio, ecco un esempio: oggi uno stipendio da 500,00€ andrebbe a ridurre il Reddito di Cittadinanza percepito di 400,00€ (80%). Nel caso dovesse essere approvata la novità suddetta, questo avrebbe un impatto di appena 250,00€ (50%) sul beneficio percepito. Chi prende un assegno di 800,00€ mensili, quindi, vedrebbe l’importo ridursi a 550,00€ anziché a 400,00€.

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