Ecco la ragione del silenzio della COP26 sull’import cinese di carbone al +292%

Mauro Bottarelli

7 Novembre 2021 - 20:41

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Un mese fa, Evergrande era mediaticamente la «nuova Lehman». Oggi invece il drastico peggioramento nel real estate del Dragone viene ignorato, forse perché davvero rischioso. E Pechino ne approfitta

Ecco la ragione del silenzio della COP26 sull’import cinese di carbone al +292%

Oggettivamente, Kaisa Group non è Evergrande. E’ solo il 25mo attore a livello nazionale nel comparto immobiliare cinese in base al numero di case vendute. Stupisce però che nel dare la notizia del mancato pagamento su un coupon lo scorso 3 novembre, la stampa abbia omesso di riportare quanto affermato dallo stesso costruttore in un comunicato: Stiamo affrontando pressioni sulla liquidità senza precedenti, dovute a downgrades del rating e una situazione del comparto sempre più complicata.

E il problema non risiede tanto nel fatto che il bond con scadenza 7 dicembre quel giorno sia precipitato del 17%, chiudendo a 47 centesimi sul dollaro e offrendo un rendimento di oltre il 1.000%, bensì nel fatto che - a dispetto della classifica ufficiale - Kaisa Group sia uno dei soggetti più attivi sul mercato obbligazionario internazionale. Soltanto nei prossimi 12 mesi, infatti, andranno a scadenza offshore senior notes per un controvalore di 3,2 miliardi di dollari, 400 milioni dei quali proprio il 7 dicembre. Insomma, la bolla immobiliare cinese è più a rischio esplosione che mai.

Non a caso, come mostra il grafico,

Operazioni repo della Banca centrale cinese Operazioni repo della Banca centrale cinese Fonte: Bloomberg

la PBOC è intervenuta nuovamente sul mercato con un’iniezione di fondi a breve termine per circa 100 miliardi di yuan (16 miliardi di dollari) in un solo colpo nel giorno seguente all’annuncio di Kaisa. E le prossime vittime predestinate paiono essere Yuzhou Group e Shimao Group, i cui bond sono stati bloccati nelle contrattazioni per eccesso di ribasso. Di fatto, avevano imboccato una traiettoria Enron verso lo zero. Eppure, la stampa non ha garantito titoloni alla situazione. Certo, Evergrande è Evergrande. Ma questo grafico

Performance settimanale del China USD Property Bond ETF Performance settimanale del China USD Property Bond ETF Fonte: Nordea/Macrobond

mostra quale livello di colpevole ipocrisia mediatica si stia raggiungendo: quanto accaduto a Kaisa e il suo fall-out diretto su altri attori minori del comparto ha spedito l’ETF che traccia il mercato obbligazionario cinese del real estate al livello più basso di sempre su base settimanale.

Forse detto in inglese fa più effetto: Worst 1 week return on record! Ora, certamente la titolazione riguardo la Lehman cinese garantisce più lettori e like, rispetto a quella che citi Kaisa. Ma qui siamo al rischio di sprofondo incontrollato per prodotti property-linked cui fa riferimento qualche trilione di risparmi di cittadini cinesi e di investitori esteri: il peggior risultato di sempre, dopo giorni di can can mediatico su Evergrande, non avrebbe meritato un titolino? Quantomeno per completezza di informazione, strana e ormai dimenticata appendice di quell’altrettanto bistrattata deformazione dell’agire chiamata deontologia professionale.

E attenzione, perché questi altri due grafici

Andamento degli indici dei prezzi CPI e PPI cinesi Andamento degli indici dei prezzi CPI e PPI cinesi Fonte: Bloomberg
Andamento del traffico aereo cinese (numero di voli) Andamento del traffico aereo cinese (numero di voli) Fonte: Airportia

sembrano telegrafare la possibilità che - nel corso della settimana che si apre fra poco sui mercati asiatici - saremo tutti costretti a ritornare sull’argomento. Il consensus rispetto al dato sull’inflazione dei prezzi al consumo e alla produzione in Cina di ottobre che verrà pubblicato mercoledì parla infatti di un massimo da 26 anni per il PPI, il tutto in pieno rallentamento dell’economia. Tradotto, rischio stagflazione. Reso ancora più plausibile dal secondo grafico, il quale mostra come il numero di voli passeggeri in Cina continui a calare, viaggiando ben al di sotto della media del 2020 e ora a -30% su base annua. Tradotto, le restrizioni per i nuovi focolai di Covid non solo sono già in atto ma stanno divenendo sempre più stringenti.

Se saranno porti e fabbriche a chiudere e non solo gli aeroporti, l’incubo stagflazione diverrà praticamente realtà. Insomma, Pechino sta maneggiando una bomba a mano senza spoletta, sperando di riuscire a disinnescarla o lanciarla il più lontano possibile, limitando i danni. Sarà forse per questo che alla COP26 di Glasgow nessuno - NESSUNO - ha avuto alcunché da ridire o commentare sul dato dell’import cinese di carbone appena pubblicato? Un sobrio +292% su base annua, con tanti saluti a Greta Thunberg. Uniamo a questo il fatto che da domani e fino a giovedì a Pechino si terrà il Sesto Plenum del Partito comunista presieduto da Xi Jinping in persona e si capisce il riguardoso silenzioso con cui gli ambientalisti da parata dei governi occidentali e la loro stampa hanno accompagnato gli ultimi accadimenti nella patria del Dragone. Non si disturba il manovratore, quando sta cercando di salvare le terga a tutti. Neppure se inquina.

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