La bolla speculativa di Wall Street scoppierà, ma nessuno sa quando

Pierandrea Ferrari

9 Febbraio 2021 - 16:47

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Continua la grande euforia sull’azionario USA, con i principali indici ormai oltre i massimi storici. Ma gli analisti, ora, lanciano l’allarme: per lo scoppio di una bolla non è più una questione di se, ma di quando.

La bolla speculativa di Wall Street scoppierà, ma nessuno sa quando

Una bolla speculativa sta per abbattersi su Wall Street. Questo il grido di allarme lanciato oggi da alcuni analisti, che ricalca i già diffusi timori sugli eccessi dell’azionario USA.

Nel mirino l’ascesa tambureggiante degli principali indici a stelle e strisce, con lo S&P 500 in rialzo del 75% rispetto al picco negativo di marzo e il Nasdaq vicino al raddoppio dopo i minimi della prima ondata, ma anche il giro di scommesse che ha spedito in orbita Tesla - +900% in un anno, e conseguente scostamento della valutazione dai fondamentali economici– e gli impulsi rivoluzionari dei pasdaran di Reddit, in grado di risollevare persino un titolo debole come GameStop.

Un’euforia, questa, che ha finito per alimentare un graduale e preoccupante disaccoppiamento tra i mercati finanziari e l’economia reale, quest’ultima ancora alle prese con le congiunture negative della stagione pandemica. Ma la festa sta per finire, giurano gli analisti: non più una questione di se, ma di quando.

Wall Street, una bolla speculativa pronta ad esplodere?

Certo, i fattori rialzisti, nel corso dell’ultimo anno, non sono mancati: dapprima, le politiche di supporto delle banche centrali, oscillate come un pendolo tra Qe miliardari e tassi d’interesse ai minimi. Poi, la grande corsa al vaccino, culminata con gli annunci in serie delle Big Pharma lo scorso mese di novembre, che suggerisce un robusto rimbalzo delle principali economie già nel corso del 2021, con gli scongiuri del caso.

Non solo: l’azionario USA è in orbita, ma la fetta più succulenta dei guadagni dello scorso anno è finita nelle mani delle Big Tech statunitensi, da Apple a Microsoft, come evidenziato dalla pioggia di trimestrali della Silicon Valley lo scorso mese.

Ma tutto questo è sufficiente per giustificare i 3.915 punti del benchmark di Standard&Poor’s, o i 13.987 punti del Nasdaq? Non secondo gli analisti, che nonostante i diffusi fattori rialzisti continuano a vedere i mercati finanziari in territorio speculativo. “Siamo in una bolla come nel 2000”, ha tuonato l’analista Mark Yusko ai microfoni della CNN, riferendosi alla rovinosa DotCom bubble di fine anni Novanta.

Impossibile, tuttavia, stimare le tempistiche di questa inevitabile battuta d’arresto: le valutazioni dei titoli azionari sono ben oltre la soglia di guardia, ma quest’ultime, secondo Yusko, “possono andare avanti a lungo”. Solo una questione di tempo, dunque: è ora di scendere dal carrozzone di Wall Street?

JP Morgan e Goldman Sachs puntano ancora sul rally

D’altra parte, alcune delle principali istituzioni finanziarie rimangono ancora bullish sull’azionario USA. Tra queste JP Morgan, che vede nei tassi d’interesse ai minimi – destinati a durare nel corso del 2021, assicura la Fed – il carburante per alimentare ancora il rally dei mercati.

Sulla stessa linea anche Goldman Sachs, che solo ieri ha rivisto al rialzo le sue previsioni sul Pil USA nel 2021 e nel 2022: secondo la banca d’affari con base a New York la nuova iniezione di liquidità da 1.900 miliardi di dollari targata Biden spedirà lo S&P 500 a quota 4.300 punti entro la fine dell’anno, per un rialzo dell’11% rispetto al livello corrente.

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