Prendere il sole in estate: i rischi per vaccinati e guariti dal Covid

E. C.

12/06/2021

12/06/2021 - 23:02

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Per chi è già con le valige in mano pronte per l’estate, c’è un avvertimento: prendere il sole può essere rischioso per vaccinati e guariti dal Covid.

Prendere il sole in estate: i rischi per vaccinati e guariti dal Covid

Quest’anno, prendere il sole dovrà richiedere qualche accorgimento in più per tutti coloro che hanno ricevuto una dose di vaccino o che hanno affrontato e superato la fase di malattia da Coronavirus.

In merito a questo argomento, sono i dermatologi a parlare: potrebbero esserci dei rischi per queste categorie di persone qualora si espongano troppo tempo al sole. Anche solo stando all’aria aperta - dicono gli esperti - c’è bisogno di proteggersi dai raggi del sole.

Qual è il problema dell’esposizione al sole

Le manifestazioni della pelle in associazione ai vari stadi dell’infezione da Coronavirus o successiva alla somministrazione del vaccino immunizzante richiede che ci si protegga dal sole il più possibile anche solo stando all’aria aperta.

In linea generale, i dermatologi affermano che per queste due categorie di persone sarebbe decisamente opportuno aspettare un certo lasso di tempo (che sembra coincidere con qualche settimana) prima di procedere con una continuativa esposizione al sole.

Inoltre, anche dopo il trascorrere del tempo di attesa, sarà comunque necessario che chi è guarito dal Covid o chi ha ricevuto il vaccino inizi a riprendere il sole gradualmente. Fortemente raccomandato è l’utilizzo di creme ad alta protezione che possono in via eventuale essere associate alla fotoprotezione sistemica.

La scoperta che riguarda i vaccinati e i guariti

La nuova scoperta arriva in abbinamento alla campagna di prevenzione dei tumori della pelle SorrIDI al sole ed inizia proprio oggi. Si tratta di un’iniziativa promossa dall’Istituto dermopatico dell’Immacolata di Roma in stretta collaborazione con l’Idi-Farmaceutici.

Come annuncia Luca Fania, dermatologo dell’Idi e coordinatore dell’ambulatorio dei tumori cutanei non melanocitari, il contagio da Covid può presentarsi anche con manifestazioni della pelle diverse a seconda dello stadio dell’infezione.

In tal senso, la figura del dermatologo potrebbe costituire un ruolo chiave per accompagnare il riavvio di una corretta esposizione estiva al sole per chi rientra nei soggetti a rischio.

Come riconoscere gli sfoghi sulla pelle

La forma più frequente di eruzione cutanea da Covid è l’orticaria, uno sfogo che si presenta alla vista molto simile a quello del morbillo o della varicella. Inoltre, altre eruzioni cutanee possibili sono i geloni, il livedo reticularis e la vasculite.

Per quanto riguarda i vaccinati - come spiega il dermatologo dell’Idi, Fania - potrebbero presentare, in seguito alla somministrazione della dose, eruzioni cutanee, orticaria o eritemi. In entrambi i casi, quindi, sono presenti escoriazioni della cute che vanno protette dai raggi solari.

Che rischio si corre nel prendere il sole

Il problema viene dalle radiazioni UV. Queste, oltre a produrre danni al DNA promuovendo negli anni la trasformazione tumorale delle cellule cutanee (in gergo, fotocarcinogenesi), comportano anche un aumento dello stress ossidativo a livello cellulare (invecchiamento).

Ciò può comportare la comparsa di neoplasie della pelle su determinate zone cutanee. Le zone più colpite sono la regione del collo, il dorso delle mani e il tronco.

Sembrerebbe che, siccome il Covid o il ricevimento della dose di vaccino indeboliscono la pelle, la possibilità d’incorrere in tumori di questo genere sia più elevata e, quindi, bisogna fare più attenzione e non prendere il sole.

Come difendersi dal sole

Il modo per proteggersi dal sole c’è e consiste nella fotoprotezione topica, che è essenziale per affrontare l’estate. La fotoprotezione topica può avvenire per uso cutaneo o per uso orale.

Per quanto concerne l’uso cutaneo, si possono utilizzare filtri fisici con polveri naturali. In tal senso, gli esperti e i dermatologi consigliano l’ossido di zinco o il biossido di titanio, elementi capaci di riflettere o diffrangere le radiazioni UV.

In alternativa, si possono usare filtri chimici in grado di assorbire le radiazioni dopo l’esposizione solare. Rientrano in questa categoria tutte le creme solari con protezione 30 o superiore; la crema va applicata ogni volta che ci si espone alla luce solare. Ciò significa una applicazione ogni volta che si esce di casa.

Fotoprotezione per via orale

In alternativa o in supporto della fotoprotezione topica, c’è la fotoprotezione sistemica. Si tratta di assunzione per via orale di specifici fotoprotettori, come ad esempio vitamine, minerali, polifenoli, carotenoidi e anti-fotocancerogene.

Queste sostanze potenziano la protezione che l’organismo possiede naturalmente di limitare gli effetti dannosi delle radiazioni UV e prevengono anche sia la carcinogenesi, sia l’invecchiamento foto-indotto.

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