Politici italiani: quali erano i rapporti con Putin?

Chiara Esposito

27 Febbraio 2022 - 11:29

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Che rapporti hanno la destra e la sinistra italiana con Putin? Nel passato di chi oggi denuncia conflitto spesso c’è una solida amicizia con il leader russo.

Politici italiani: quali erano i rapporti con Putin?

Il ruolo dell’Italia nel conflitto che sconvolge da giorni il territorio dell’Ucraina è piuttosto marginale a livello militare. Ci si è chiesti chi e se dovrebbe andare combattere in caso di chiamata alle armi, ma per il momento le reali ripercussioni sono state registrate sul piano economico.

Ben presto si aprirà anche in Italia il fronte delle conseguenze umanitarie del conflitto, già visibili all’estero, ma l’attenzione dei media in queste ore è piuttosto concentrata sullo storico dei rapporti tra la nostra politica e la figura e il governo di Vladimir Putin.

Da destra a sinistra, senza troppe riserve, si è delineato per quasi 20 anni un sostegno o addirittura una comunanza di visione che dovrebbe per lo meno far sorgere degli interrogativi negli elettori italiani in vista della prossima tornata elettorale.

Grande concretezza ad esempio nei rapporti intrattenuti con il Cremlino da Salvini, Prodi, Berlusconi e Alessandro di Battista. Ogni singola storia però va ricostruita in maniera più dettagliata e completa.

Forza Italia: l’intesa ventennale di Berlusconi

L’iniziatore dello stretto dialogo Italia-Russia fu Silvio Berlusconi, affascinato dalla politica del capo del Cremlino. Da quei primi segnali, pian piano, nacque quella che possiamo definire una vera e propria amicizia che dura da oltre vent’anni.

Gli incontri tra Putin e l’ex premier infatti andarono ben oltre le occasioni diplomatiche come testimoniano le immagini più famose che li ritraggono insieme. Nella più nota sono ritratti con vistosi colbacchi intenti nella lettura di un libro nel mezzo della foresta che circonda la Dacia di Zavidovo.

Berlusconi inoltre, sfruttando questa intesa, ricoprì la funzione di mediatore, tant’è che nel 2002 fu promotore del trattato di Pratica di Mare tra Nato e Russia, evento di cui si ricorda la famosa stretta di mano tra George W. Bush e Putin.

Ultimo importante appuntamento; il 65esimo compleanno del capo del Cremlino, occasione in cui Berlusconi fu personalmente invitato a Sochi. Tra i regali di quel non troppo lontano 2017 anche un copriletto con stampata l’immagine di loro due che si stringono la mano.

Lega: Salvini grande ammiratore, fino a poco fa

Sorprendono le recenti dichiarazioni di accoglienza incondizionata dei migranti ucraini da parte di Matteo Salvini. La mossa, contraria alle sue consuete politiche restrittive, va anche contro lo storico sostegno che il leader riserva a Putin.

Salvini, da tempo immemore, si dichiara una forte sostenitore del leader russo. La foto più celebre è quella che lo ritrae in visita a Mosca mentre indossa una maglietta con stampata la faccia del capo di Stato russo. Quello scatto risale al 2015 e la frase che si legge nel tweet è:

“Cedo due Mattarella in cambio di mezzo Putin!”.

Ancora prima però, nell’anno dell’invasione del Donbass, Salvini scriveva:

“In due Repubbliche di Est Ucraina vincono elezioni partiti filorussi. Ue e Usa contestano. Il voto è «libero» solo se piace a loro?!?”

Ultima ma non ultima, nel 2018, la frase pronunciata a Mosca:

«Mi sento più a casa qui che in Europa».

Alla luce di queste vistose manifestazioni di stima, che lettura va data dei recenti tweet a sostegno alla frangia ucraina così come dei video di preghiera per la popolazione in fuga? Un genuino cambiamento o un accurata operazione di «pulizia d’immagine»? Nel dubbio Matteo Salvini rilancia e annuncia che non intende rinnovale l’accordo di cooperazione siglato il 6 marzo del 2017 tra l’allora Lega Nord e Russia Unita, il partito di Putin.

Movimento 5 Stelle: quanti filorussi?

L’eredità del Cavaliere è stata racconta fino agli anni del governo Lega-Movimento 5 Stelle. Sebbene il leader del M5S Giuseppe Conte ha espresso «Ferma condanna per l’attacco russo che precipita la situazione e allontana ogni soluzione diplomatica», quando era al governo la narrazione sottesa alle sue scelte vedeva la Russia come un punto di riferimento e la Nato come un intralcio.

Nel gruppo del M5S ci sono inoltre nomi come quello di Vito Petrocelli, presidente della commissione Esteri del Senato, che non ha mai negato di essere è putiniano doc. Anche oggi si spinge a definire «immonda» la «propaganda» degli Stati Uniti aggiungendo:

«Le ragioni non stanno affatto tutte dalla parte dell’Occidente e di Kiev».

Altro nome di punta che non torna sui suoi passi è quello di Alessandro Di Battista, il più radicalmente schierato. Le sue affermazioni sembrano quello dello stesso Putin:

«La Russia non sta invadendo l’Ucraina. Giustamente chiede garanzie sulla sua neutralità. Un’entrata di Kiev nella Nato sarebbe una minaccia inaccettabile».

Pd: Prodi è solo pragmatico?

Nonostante non sia mai stato ostile agli Stati Uniti, alla Nato e all’atlantismo, le parole di Romano Prodi sono state alquanto ambigue in questi anni.

Le dichiarazioni da tenere d’occhio sono anche quelle dello stesso Putin che nel 2018 disse:

«In Italia ho ottimi rapporti personali con Berlusconi e Prodi».

Ancora prima, nel 2015, parlando i microfoni di Aldo Cazzullo, Prodi disse:

«Se l’obiettivo è portare l’Ucraina nella Nato, allora crei tensioni irreversibili».

In quella stessa sede, all’accusa di essere troppo morbido con Putin, rispose con apparente pragmatismo:

«Duro o morbido non sono concetti politici. Puoi essere duro se ti conviene, o morbido se ti conviene; non puoi fare il duro se te ne vengono solo danni. Isolare la Russia è un danno».

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