Pfizer avverte su seconda dose a 42 giorni: ”Risultato non garantito”

Mario D’Angelo

11/05/2021

18/06/2021 - 11:02

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I rischi di posticipare la seconda dose di vaccino Covid secondo Pfizer: «Non garantiti i risultati che hanno permesso l’autorizzazione».

Pfizer avverte su seconda dose a 42 giorni: ”Risultato non garantito”

La decisione del Governo di posticipare l’inoculazione della seconda dose di vaccino a mRNA non è stata presa su basi scientifiche. Lo ha detto il vertice italiano di Pfizer, ricordando che in questo modo non saranno garantiti “i risultati che hanno permesso l’autorizzazione” da parte dell’Agenzia Europea del Medicinale (EMA) e dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA).

Ministero della Salute posticipa la seconda dose a 42 giorni anziché 21

Come noto, una circolare del Ministero della Salute di qualche giorno fa ha disposto il richiamo con vaccino anti-Covid Pfizer e Moderna dopo 42 giorni anziché, rispettivamente, 21 e 28 giorni. Le disposizioni per la seconda dose seguono quelle identiche del Regno Unito.

La decisione è arrivata dopo il parere del Comitato Tecnico Scientifico, pressato dalla struttura del Commissario straordinario all’emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo. Il maggior lasso di tempo fra una dose e l’altra dovrebbe lasciare una maggiore disponibilità di dosi, che a sua volta agevolerà il raggiungimento dell’obiettivo del 70% della popolazione adulta.

Il problema della scarsità di dosi dei vaccini anti-coronavirus si è posto sin dall’inizio della campagna vaccinale, e con la maggiore rapidità delle vaccinazioni diventa ancora più pressante. Senza contare il fatto che nei prossimi mesi milioni di persone dovrebbero già ricevere la terza dose.

Vaccino Covid, il rischio di posticipare la seconda dose

Ma la svolta rappresenta comunque un rischio. Il motivo è semplice: “Il vaccino è stato studiato per una dose a 21 giorni. Dati su di un più lungo range di somministrazione al momento non ne abbiamo se non nelle osservazioni di vita reale, come è stato fatto nel Regno Unito”, ha spiegato la direttrice di Pfizer Italia, Valeria Marino.

Insomma, non ci sono ancora dati scientifici che supportano la tesi secondo cui l’efficacia del richiamo rimarrebbe la stessa di fatto raddoppiando il periodo di tempo fra la prima e la seconda dose.

I CDC statunitensi tutt’ora raccomandano di ricevere la seconda dose di vaccino Pfizer o Moderna entro e non oltre i 42 giorni.

Le Regioni che hanno allungato la data del richiamo di vaccino Covid

Intanto, nella giornata di ieri, sei Regioni (Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Piemonte e Toscana) seguendo le indicazioni del Comitato hanno allungato la data del richiamo.

È una valutazione del CTS, osserveremo quello che succede. Come Pfizer dico però di attenersi a quello che è emerso dagli studi scientifici perché questo garantisce i risultati che hanno permesso l’autorizzazione”, ha detto Marino a Sky TG 24.

Richiamo ritardato, Capua: “Sentire cosa dice l’azienda”

“La strategia si è rivelata vincente nel Regno Unito, perché ha permesso di vaccinare più persone”, ha detto la professoressa Ilaria Capua a Dimartedì, su La7.

“Ma bisogna anche vedere cosa dice l’azienda produttrice. Sono decisioni delicate”, ha aggiunto la virologa..

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