Pfizer sospende le consegne a Israele: “2,5 milioni di dosi non pagate”

Alessandro Cipolla

06/04/2021

23/06/2021 - 13:05

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Stando al Jerusalem Post, Pfizer avrebbe bloccato la consegna a Israele di 700.000 dosi a causa di 2,5 milioni di vaccini anti-Covid che non sarebbero stati pagati: a pesare sarebbe il caos politico dovuto a quattro elezioni negli ultimi due anni.

Pfizer sospende le consegne a Israele: “2,5 milioni di dosi non pagate”

Le forniture del vaccino anti-Covid di Pfizer a Israele sono sospese fino a nuovo ordine. Questo è quanto riferisce il Jerusalem Post, che avrebbe a riguardo interpellato i vertici del colosso farmaceutico.

Il primo effetto è lo stop alla consegna di un lotto da 700.000 dosi, visto che Pfizer non avrebbe ancora ricevuto il pagamento delle ultime 2,5 milioni di dosi inviate a Israele, paese finora modello per quanto riguarda la campagna vaccinale.

Stando al quotidiano, il timore dell’azienda americana è che l’instabilità politica, quelle di marzo sono state le quarte elezioni in due anni senza che mai sia uscito un chiaro vincitore dalle urne, possa compromettere i pagamenti.

Pfizer blocca le forniture a Israele

Se il Jerusalem Post ha spiegato che la sospensione alla fornitura del vaccino sarebbe un “segnale di indignazione” da parte di Pfizer, per Army Radio (un’emittente gestita dalle forze di difesa) l’azienda avrebbe definito Israele una “Repubblica delle banane”.

Stando a Il Giornale, finora Israele avrebbe pagato una singola dose del vaccino di Pfizer il doppio rispetto all’Unione Europea, 28 dollari contro 14,5, sborsando in totale fino a questo momento 670 milioni di euro.

Alla base del mancato pagamento delle 2,5 milioni di dosi ci sarebbe lo scontro politico in atto tra Benjamin Netanyahu e Benny Gantz, leader dei due principali partiti del Paese che non sono riusciti a convivere sotto lo stesso Governo.

Tra accuse incrociate tra i vari Ministeri di diverso colore politico, il pagamento così sarebbe rimasto bloccato. Questa situazione potrebbe così far perdere a Israele quella priorità nelle forniture che gli ha consentito di vaccinare già il 60% delle popolazione.

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