Petrolio, c’è la svolta OPEC: perché aumentare la produzione?

Violetta Silvestri

2 Aprile 2021 - 09:55

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Il prezzo del petrolio ha festeggiato la decisione OPEC+ di ieri: ci sarà un aumento di produzione graduale. Niente più cautela, perché questa svolta dei produttori di greggio?

Petrolio, c’è la svolta OPEC: perché aumentare la produzione?

Il petrolio torna protagonista con la decisione a sorpresa dell’OPEC+: l’aumento graduale di produzione di greggio deciso non era, in realtà, previsto.

Considerando le incertezze ancora dominanti sulla ripresa della domanda dell’oro nero, ci si aspettava un approccio ancora prudente da parte dei maggiori esportatori di greggio.

Invece, la produzione di petrolio tornerà a crescere: perché questa decisione OPEC+ proprio adesso?

OPEC+: così riprenderà la produzione di petrolio

Durante una conferenza stampa di ieri, 1 aprile, il ministro dell’Energia dell’Arabia Saudita, il principe Abdulaziz bin Salman, ha detto che l’OPEC + aumenterà la produzione giornaliera di petrolio di 350.000 barili a maggio, 350.000 barili a giugno e di 441.000 barili a luglio.

La decisione non era proprio attesa, visto che gli analisti si aspettavano piuttosto una linea ancora di cautela.

Manish Raj, di Velandera Energy non ha nascosto titubanze al riguardo:

“Sembra essere una mossa rischiosa nell’incertezza della domanda di petrolio. Il mercato è comunque incoraggiante, poiché c’è un percorso chiaro fino a luglio, e l’accordo di oggi elimina l’incertezza delle calibrazioni della produzione mese per mese che sono in atto da dicembre”

Il greggio ha comunque reagito con ottimismo: la quotazione Brent ha raggiunto 64,67 dollari al barile nella serata del 1 aprile, con un rialzo dello 0,05%. Ancora più marcato il balzo dei future WTI: +3,62% a 61,30 dollari al barile.

L’OPEC + stava trattenendo circa 8 milioni di barili al giorno di produzione, 1 milione dei quali rappresentava un taglio volontario dell’Arabia Saudita.

Tuttavia, il principe Abdulaziz ha anche affermato che il Regno ritirerà gradualmente la riduzione volontaria, annunciata nella riunione di gennaio. Allenterà quindi il taglio giornaliero di 250.000 barili a maggio, di 350.000 barili a giugno e di 400.000 barili a luglio. Ciò significa che i sauditi essenzialmente interromperanno la loro diminuzione a luglio.

L’Organizzazione ha anche esteso il tempo a disposizione dei paesi per compensare la produzione al di sopra delle loro quote fino alla fine di settembre.

Il gruppo continuerà inoltre a valutare mensilmente le condizioni del mercato petrolifero e decidere se regolare la produzione, al rialzo o al ribasso, per il mese successivo di non più di 500.000 barili al giorno.

Perché aumenterà la produzione di greggio?

Cosa nasconde, quindi, la decisione non proprio attesa di riprendere a produrre petrolio nei prossimi mesi?

Diversi i commenti degli analisti. Louise Dickson di Rystad Energy ha sottolineato che la decisione:

“mostra che la pazienza era esaurita tra molti produttori, che non potevano accettare che alcuni paesi - e principalmente la Russia - potessero aumentare costantemente la loro produzione mentre altri la mantenevano invariata”

In realtà, la speranza è che la domanda di petrolio aumenti in estate, con le prospettive pandemiche che si rischiarano. La decisione, dunque, non è vista proprio come dannosa, considerando anche la reazione del mercato, che non è stata da “panico”.

“L’accordo è favorevole ai prezzi del petrolio, ma dovrebbe anche aiutare a evitare un brusco aumento al rialzo con la ripresa della domanda di petrolio”, ha aggiunto Ann-Louise Hittle, vice presidente di Wood Mackenzie.

La società, inoltre, prevede un rilancio del settore entro il trimestre grazie alla domanda USA e si aspetta che la richiesta globale di petrolio totale aumenterà di 6,2 milioni di barili al giorno annuali nel 2021.

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