Permessi Legge 104: nuove regole della Corte di Cassazione

Simone Micocci

30 Giugno 2017 - 10:17

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La Corte di Cassazione ha fatto chiarezza su diversi aspetti legati alla Legge 104: novità per la maturazione delle ferie, per gli incentivi di produzioni e sui trasferimenti.

Permessi Legge 104: nuove regole della Corte di Cassazione

Permessi Legge 104: le ultime sentenze della Cassazione fanno chiarezza su diversi aspetti, come ad esempio per il calcolo delle ferie e l’importo degli incentivi di produzione.

La legge 104 del 5 febbraio del 1992 ha introdotto diverse norme per la tutela dei disabili, ma ci sono anche dei riferimenti per chi vive con loro occupandosi dell’assistenza. Ad esempio, i genitori dei bambini affetti da disabilità hanno diritto a 3 giorni mensili di permesso, ma anche del prolungamento del congedo parentale.

Potete consultare il testo completo della Legge 104 nel nostro articolo dedicato, mentre di seguito faremo un sunto delle ultime notizie su questa tipologia di permessi. Negli ultimi mesi, infatti, la Legge 104 è stata oggetto di diverse sentenze della Cassazione, con l’ultima - datata 7 giugno - che ha fatto chiarezza sulla maturazione delle ferie nel periodo in cui si usufruisce dei permessi.

Ecco tutto quello che c’è da sapere sulle nuove regole sui permessi previsti dalla Legge 104 e sulle ultime sentenze della Cassazione.

Permessi Legge 104 e maturazione delle ferie: come funziona il calcolo

Con l’ordinanza n°14187 del 7 giugno 2017, la Corte di Cassazione - Sezione Civile - ha ribadito che i lavoratori indicati nella Legge 104 hanno diritto a godere dei permessi a loro riservati in aggiunta alle ferie.

In questo modo la Cassazione ha voluto riaffermare non solo la funzione assistenziale della Legge 104 nei confronti del lavoratore, ma anche la tutela della sua situazione economica.

La sentenza è molto importante perché fa chiarezza sulla maturazione delle ferie per i lavoratori che possono beneficiare dei permessi della 104: questa, infatti, ha specificato che i permessi usufruiti sono comunque computabili nella maturazione delle ferie, così come per la quattordicesima.

L’unica eccezione è rappresentata dal caso in cui il lavoratore usufruisca dell’estensione del congedo parentale - per i casi previsti dalla Legge 104 - poiché la maturazione di ferie e quattordicesima viene temporaneamente sospesa.

La sentenza della Cassazione è giustificata dal principio per cui il “diritto alle ferie garantisce il ristoro delle energie a fronte della prestazione lavorativa , è tale anche a fronte dell’assistenza ad un invalido, che comporta un aggravio in termini di dispendio di risorse fisiche e psichiche”.

I permessi previsti per coloro che assistono una persona invalida, tutelati dalla Costituzione e dalle norme comunitarie, non possono comportare per alcun motivo un aggravio della situazione economica di chi ne usufruisce e di conseguenza i giorni presi in linea con quanto stabilito dalla Legge 104 vanno conteggiati ai fini delle ferie e della quattordicesima.

Legge 104: i giorni di permesso non riducono gli incentivi di produzione

Un altro aspetto sul quale è intervenuta la Corte di Cassazione è quello legato agli incentivi di produzione.

Anche in questo caso vale il principio per cui il permesso non può comportare un aggravio della situazione economica di chi assiste un disabile ed è per questo che per i giudici della Cassazione - sentenza 20.684 del 2016 - i giorni di assenza dal lavoro non devono influire sul calcolo degli incentivi di produzione.

Nel dettaglio, la verifica dei risultati conseguiti dal lavoratore non deve essere commisurata al numero di ore o giorni di lavoro effettivo e di conseguenza gli incentivi di produzione vanno corrisposti al 100% anche a coloro che si assentano dal lavoro per assistere un familiare disabile.

Legge 104, il lavoratore può essere comunque trasferito

Ma la Corte di Cassazione non si è soffermata solamente sui diritti del lavoratore, ma anche su quelli del datore di lavoro. Nel dettaglio, con la sentenza n°12.729 notificata lo scorso 29 maggio, la Suprema Corte ha dichiarato che anche il dipendente che usufruisce dei permessi della 104 può essere trasferito in un’altra sede di lavoro.

Tuttavia, per procedere con il trasferimento del lavoratore che assiste un familiare disabile, il datore di lavoro deve dimostrare la sussistenza di “esigenze aziendali effettive e urgenti, insuscettibili di essere altrimenti soddisfatte”.

In questo caso quindi la sopravvivenza dell’azienda ha la priorità sul diritto di una persona ad assistere un familiare con disabilità; in tutti gli altri casi, invece, non è possibile trasferire un dipendente che rientra nelle categorie previste dalla 104, neppure qualora la disabilità del parente non sia grave.

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