Perché green pass obbligatorio al lavoro se calano ricoveri e terapie intensive?

Fiammetta Rubini

16 Settembre 2021 - 16:39

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L’Italia verso l’estensione dell’obbligo di green pass a tutti i lavoratori, unica in Europa. Ma perché una mossa così risoluta se i dati sui ricoveri e le terapie intensive migliorano? I motivi.

Perché green pass obbligatorio al lavoro se calano ricoveri e terapie intensive?

Nell’ultima settimana sono in calo i ricoveri Covid nei reparti ordinari e nelle terapie intensive e anche le persone attualmente positive. Secondo gli ultimi dati della Fondazione Gimbe, il tasso dei posti occupati da pazienti Covid in area medica è calato del 3,3% e quello delle terapie intensive dell’1,6%. A livello nazionale i numeri sono sotto la soglia di allerta (7% in area medica e 6% in area critica).

Nel frattempo il governo Draghi sta approvando un nuovo decreto che dal 15 ottobre estenderà l’obbligo di green pass a tutti i luoghi di lavoro, pubblici e privati. Dalle fabbriche agli uffici passando per i negozi e gli studi professionali fino al Parlamento, tutti da ottobre saranno chiamati a mostrare la certificazione per poter accedere al posto di lavoro. Si tratta di una misura che al momento non ha eguali in Europa: il green pass nella maggior parte dei Paesi viene richiesto per entrare in ristoranti, locali e luoghi pubblici al chiuso, mentre solo la Francia ha regole più stringenti, e in Svizzera i datori di lavoro possono richiederlo.

A questo punto sorge la domanda: perché se i casi gravi Covid stanno calando e la situazione non è allarmante il governo vuole estendere l’obbligo di green pass a tutti i lavoratori? Ecco qui le possibili spiegazioni.

Green pass obbligatorio al lavoro: perché serve

A spiegare perché è giusto estendere il green pass obbligatorio a tutti i lavoratori pubblici e privati è Walter Ricciardi in un’intervista a Repubblica. Secondo il consulente del ministro della Salute dobbiamo puntare a raggiungere la copertura del 90% dei vaccinabili così da metterci in sicurezza. E si sa, l’obbligo di green pass è un forte incentivo a vaccinarsi per chi è indeciso o ancora confuso sulla giustezza della misura, oltre che un’“arma gentile” per evitare di ricorrere all’obbligo vaccinale.

Ricciardi è convinto, dice, “che l’uso del certificato debba essere richiesto in tutte le attività che si svolgono al chiuso perché la variante Delta è così contagiosa che se le dai spazi se li prende tutti”. L’esperto afferma poi che la riapertura delle scuole farà risalire sicuramente la curva dei contagi, come accaduto in altri Paesi. “È fatale che quando il virus troverà una popolazione, quella dei più giovani, non vaccinata i casi tenderanno ad aumentare. E magari ci sarà anche un impatto sugli ospedali”

Il piano del governo

“Dobbiamo tornare alla normalità, con la ripresa delle attività in presenza. Abbiamo deciso di estendere il green pass perché è uno strumento che funziona, accettato dalle persone e monitorato” ha spiegto il premier ai sindacati.

Estendere a tappeto l’obbligo di green pass per i lavoratori ha come obiettivo dichiarato quello di aumentare l’immunizzazione il prima possibile, prima che arrivi il freddo e la pandemia riprenda quota.

Il piano del governo Draghi è raggiungere nell’arco di 4 settimane al massimo un numero di persone vaccinate così alto da consentire al Paese di entrare in una “zona di sicurezza”. Ormai non si parla più di immunità di gregge - irraggiungibile secondo gli esperti - ma bensì di immunità sociale (44 milioni di cittadini vaccinati sui 54 milioni vaccinabili, ossia 5 milioni in più di quelli che attualmente hanno ricevuto due dosi).

Non dobbiamo poi dimenticare che anche se a livello nazionale calano ricoveri e terapie intensive e scende la curva epidemica, in alcune regioni si tiene alta la guardia. La regione con più casi, anche se in calo, è ancora la Sicilia, unica zona gialla che potrebbe essere raggiunta dalla Calabria da lunedì 20 settembre. Seguono la Lombardia (+435), il Veneto (+427), il Lazio (+326) e l’Emilia Romagna (+314).

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