Perché le elezioni in Germania interessano (molto) all’Italia

Alessandro Cipolla

20 Settembre 2021 - 11:35

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Domenica 26 settembre in Germania si terranno le elezioni federali, un voto che interessa da vicino anche l’Italia: dal patto di stabilità fino alla transizione ecologica, molto può cambiare in base a chi sarà il prossimo cancelliere.

Perché le elezioni in Germania interessano (molto) all’Italia

Quelle di domenica 26 settembre saranno le elezioni federali più incerte di sempre in Germania, con questa corsa per la cancelleria che vede l’Italia nelle vesti dello spettatore interessato visti i riflessi che il voto potrebbe avere sulle politiche comunitarie.

Con Angela Merkel che ha scelto di non ricandidarsi dopo sedici anni di dominio ininterrotto, queste elezioni in Germania sono in sostanza una corsa a tre: Armin Laschet per CDU-CSU, Olaf Scholz per SPD e Annalena Baerbock per i Verdi.

Gli ultimi sondaggi elettorali indicano adesso in testa i redivivi Socialdemocratici, dopo che a inizio estate il tandem CDU-CSU appariva saldamente al comando mentre in primavera erano i Verdi a essere indicati come primo partito.

Chiuse le urne i partiti capaci di superare la soglia di sbarramento del 5% daranno il via alle trattative per formare una maggioranza, ma per arrivare a un accordo ci potrebbero volere anche dei mesi.

Angela Merkel così dovrebbe restare alla guida del Paese almeno fino a dicembre, per poi lasciare il timone al nuovo Governo che sarà decisivo per gli equilibri futuri in seno all’Unione Europea: dal patto di stabilità alla transizione ecologica, sono diverse le cose che potrebbero cambiare per l’Italia in base a chi sarà il vincitore delle elezioni in Germania.

Elezioni Germania: chi sarà il cancelliere?

Il sistema di voto puramente proporzionale in vigore per le elezioni in Germania rende necessari degli accordi post-voto tra le forze politiche per formare una maggioranza. Dovrebbero superare la soglia di sbarramento del 5% i popolari del CDU-CSU, i socialdemocratici del SPD, i Verdi, i Liberali, la destra di AfD e la sinistra di Linke.

Fonte Europe Elects

Per i sondaggi la maggioranza più probabile appare essere quella “semaforo” formata da SPD, Verdi e Liberali, con Olaf Scholz nuovo cancelliere in quanto leader del partito più votato. Teoricamente, ci potrebbero essere i numeri per un Governo tutto spostato a sinistra con Linke al posto dei Liberali.

Stando alle parole di Olaf Scholz, sarà difficile il ripetersi della Grosse Koalition con CDU-CSU: Armin Laschet potrebbe diventare cancelliere solo in caso di una clamorosa estromissione dei Socialisti a seguito di un accordo con i Verdi e i Liberali. Bisogna ricordare che nessun partito è intenzionato a sedersi al tavolo con la destra di AfD.

Queste elezioni in Germania potrebbero portare a un forte rimescolamento nei rapporti di forza in seno al Bundestag, un “ribaltone” che inevitabilmente avrebbe delle ripercussioni anche a Bruxelles, dove alla guida della Commissione Europeo c’è la cristianodemocratica Ursula von der Leyen.

Giusto per dare un’idea dei possibili cambiamenti, nel suo programma elettorale Scholz, attuale ministro delle Finanze, propone una patrimoniale dell’1% sui patrimoni dei più ricchi e la fine dell’austerità per uscire fuori dalla crisi provocata dalla pandemia.

Il tutto mentre in Europa, dove Berlino ha un peso non indifferente, si sta discutendo animatamente sul patto di stabilità che al momento, causa Covid, è sospeso fino al 31 dicembre 2022. Vista la crescita dei Verdi, anche la transizione ecologica sarà uno dei temi portanti della politica tedesca nei prossimi anni.

L’Italia e il patto di stabilità

La squadre in campo nel match riguardante il patto di stabilità sono sempre le stesse: da una parte i Paesi frugali, capeggiati dall’Olanda, mentre dall’altra quelli del Sud Europa tra cui anche l’Italia. In mezzo c’è la Germania, arbitro di questa partita e classico ago della bilancia.

Per i frugali nel 2023 le regole del patto di stabilità non dovranno essere cambiate, ma al massimo ci potrà essere una maggiore elasticità per permettere agli Stati membri di rientrare nei parametri del Trattato. A firmare questa richiesta sono stati Austria, Paesi Bassi, Finlandia, Danimarca, Slovacchia, Lettonia, Svezia e Repubblica Ceca.

L’Italia, la Francia e gli altri Paesi più in difficoltà a causa del Covid, vorrebbero invece una revisione del patto visto che ci sarà bisogno di molto tempo prima di rientrare nei parametri dopo il grande deficit fatto negli ultimi mesi.

Alla Germania spetterà il compito di mediare tra le due posizioni, ma al momento tutto è fermo in attesa di conoscere quello che sarà l’esito delle elezioni federali: la sfida per la cancelleria sarà vissuta con trepidazione anche a Bruxelles, mentre Roma potrebbe fare il tifo per Scholz rispetto al più rigido Laschet.

Le altre partite da giocare in Europa

A Bruxelles nei prossimi anni non si giocherà soltanto la partita relativa al patto di stabilità. Il Recovery Fund reso necessario dalla pandemia, sarà destinato soprattutto alla transizione ecologica che rappresenta buona parte di ogni Plan presentato dai vari Stati membri.

La scontata presenza dei Verdi nella prossima maggioranza che si formerà al Bundestag, dovrebbe garantire il sostegno della Germania alla svolta green decisa dall’Europa, ultimamente messa in discussione da più parti viste le problematiche di questa transizione.

Con Olaf Scholz sempre più proiettato verso la cancelleria, il baricentro dell’Unione potrebbe spostarsi maggiormente a sinistra irrigando così i rapporti con il blocco di Visegrad, specie per quanto riguarda le questione Polonia e Ungheria.

Difficile però che nel prossimo Governo ci sarà spazio anche per Linke: se l’estrema sinistra non dovesse ammorbidire le sue posizioni in tema di politica estera, vedi richiesta di addio alla NATO, sarà inevitabile restare all’opposizione.

Chi di certo potrebbe uscire indebolita da queste elezioni è Ursula von der Layen che, senza il sostegno di Angela Merkel e con il CDU all’opposizione, perderebbe inevitabilmente molta della sua forza.

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