Perché la Cina sta inviando armi alla Serbia?

Giorgia Bonamoneta

11/04/2022

12/04/2022 - 11:15

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La Cina ha consegnato delle armi alla Serbia. Sei aerei cargo militari sono atterrati a Belgrado in giornata, confermando il rapporto tra Cina e Serbia. Ma perché la Cina ha inviato le armi?

Perché la Cina sta inviando armi alla Serbia?

La Cina ha concluso la consegna di un pacchetto di armi alla Serbia. Ordinate nel 2019, l’arrivo delle armi in Serbia in questo delicato momento storico sta facendo discutere. Ma il commercio non si ferma, figurarsi quello militare. La notizia, anche se all’interno di una normale operazione commerciale, lascia aperti diversi interrogativi sul come e perché la Cina stia inviato proprio ora delle armi alla Serbia.

Negli ultimi decenni la spesa militare “difensiva” di quasi tutti i Paesi del mondo è aumentata e continua a farlo. Capofila gli Stati Uniti, la Turchia e la Germania, ma tra i protagonisti dello scacchiere internazionale spesso ci si dimentica che anche la Serbia sta rimpolpando il proprio esercito, usufruendo in più occasioni delle armi offerte dalla Cina. E la Cina a sua volta si fa largo tra gli esportatori di tecnologia militare, occupando il primo posto nella classifica delle vendite di droni armati.

La consegna del carico del 2019 è avvenuta in giornata, con gli occhi del mondo puntati contro. Ora l’incertezza della zona balcanica torna a farsi sentire, come in passato e mette ancora più a rischio i rapporti tra Serbia e Unione Europa.

La Cina consegna i missili come da programma: a cosa servono ai serbi gli HQ-22

Cina e Serbia sono in ottimi rapporti commerciali - soprattutto in merito al progetto della nuova via della Seta - e la consegna del sistema antiaereo è stata solo l’ennesima conferma. La Cina mette sempre più piede all’interno del mercato europeo, anche quello militare e si affaccia sullo scenario instabile delle regioni balcaniche con estrema forza.

Così è stato descritto l’arrivo in pompa magna dei sei aerei cargo che trasportavano i missili HQ-22: una “prova di forza” cinese nei confronti di Unione Europea e Nato. Una consegna che, secondo il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, è una consegna regolare di forniture militari, cioè normale amministrazione.

Gli Stati Uniti in passato avevano cercato di dissuadere la Serbia dall’intavolare un mercato di armi con la Cina, non per altro per evitare la compromissione del rapporto con l’Unione Europea, da cui dipende l’ingresso della Serbia nella comunità. Aleksandar Vucic ha però tirato dritto.

Cosa sono i missili HQ-22 made in Cina?

La “regolare fornitura di missili”, per usare le parole del portavoce di Pechino, è avvenuta in giornata. L’aeroporto civile Nikola Tesla di Belgrado ha ospitato i 6 aerei militari cinesi di tipo cargo che hanno trasportato i missili antiaerei HQ-22.

I missili HQ-22 sono stati paragonati ai Patriot americani o alla controparte russa S-300, anche se hanno un raggio inferiore, pari a circa 170 chilometri. Sono un sistema d’arma a terra per la difesa aerea. La Cina li ha progettati per utilizzarli contro mezzi quali aerei, elicotteri, droni e missili balistici.

La Cina invia missili alla Serbia e il mondo trema: la risposta di Pechino e Belgrado

Il mondo intero ha gli occhi puntati sui mezzi militari in volo tra Cina e Serbia, tanto che secondo l’analista militare serbo Aleksandar Radic, l’invio di queste armi ora è un chiaro segnale di forza, una vera e propria dimostrazione della loro capacità militare.

Pechino però risponde che la consegna di armi non è legata alla guerra in Ucraina in corso e ha come scopo solo il rispettare di un accordo precedente alla pandemia, cioè un ordine di missili del 2019 effettuato dalla Serbia.

La Serbia però si trova in una posizione piuttosto ambigua, molto simile a quella cinese - con tutte le differenze del caso - dal momento che entrambe hanno condannato l’invasione dell’Ucraina e, allo stesso tempo, hanno criticato le sanzioni dell’Occidente alla Russia. Il ministero della Difesa serbo al momento non ha chiarito i dubbi sulla spedizione di armi.

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