Pensioni: riforma pagata dal Reddito di Cittadinanza?

E. C.

29/08/2021

25/10/2022 - 12:08

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Sul tema pensioni si vedrà il ritorno della legge Fornero, anche se arrivano proposte e una in particolare: la riforma sarà pagata dal Reddito di Cittadinanza?

Pensioni: riforma pagata dal Reddito di Cittadinanza?

Se non ci saranno ulteriori novità sul tema pensioni, dal primo gennaio 2022 si torna alla legge Fornero, con un salto di cinque anni per andare in pensione, dai 62 ai 67.

La legge Fornero sarà di nuovo la realtà per chi si ritrova vicino alla pensione, dunque. Nel mentre, arrivano proposte per mantenere attiva Quota 100 e in particolare una sulle pensioni: la riforma sarà pagata dal Reddito di Cittadinanza?

Reddito di Cittadinanza per pagare Quota 100: la proposta

Sulla questione pensioni, Salvini si schiera contro il ripristino integrale della legge Fornero e suggerisce, piuttosto, di utilizzare i soldi del Reddito di Cittadinanza per prorogare Quota 100. Del resto, andare in pensione a 67 anni pare un’età inaccettabile e si richiede maggiore flessibilità.

Durante il corso del 2019 fu proprio la Lega a istituire Quota 100 - ossia la combinazione di 62 anni d’età e 38 anni di contributi - come misura triennale fino al prossimo 31 dicembre e ancora in fase di sperimentazione.

Quello di volere abolire la legge Fornero era un impegno che ora viene a mancare, anche per l’uscita dal Governo del sottosegretario Claudio Durigon, che era stato allora il padre promotore di Quota 100 secondo il leader della Lega.

La situazione attuale per le pensioni

Senza ulteriori modifiche, dal primo gennaio non esisterà più uno scivolo per poter anticipare la pensione. Ciò significa che i lavoratori che sono ancora nel sistema retributivo e quelli del sistema misto retributivo e contributivo non avranno possibilità di pensione anticipata.

La pensione di vecchiaia potrà essere usufruita a partire da 67 anni d’età - contro i 62 di Quota 100 - o con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e un anno in meno per le donne.

Il problema del sistema pensionistico è che, per come è strutturato, non contempla tutte le categorie di lavoratori. Per esempio, non considera le carriere discontinue in forte aumento e con molti buchi retributivi, tipiche di giovani, precari e donne.

Le proposte e Quota 41

La proposta di utilizzare il Reddito di Cittadinanza per pagare Quota 100 non è stata presa in considerazione. Invece, una proposta sul tavolo è quella di istituire Quota 41 per tutti, misura pensionistica secondo cui i lavoratori potrebbero andare in pensione con 41 anni di versamenti, anziché 42 e 10 mesi.

In merito alla fattibilità di Quota 41, il presidente dell’Inps ha dichiarato che pare sia una misura troppo costosa che prevederebbe l’impiego da 4,3 miliardi nel 2022 al massimo di 9,35 miliardi stimati per il 2030, calcolati nel caso in cui l’adesione fosse al 100%.

Questo calcolo sembra essere, ad ogni modo, una forzatura, dato che già per quanto ha riguardato l’ormai dimenticata Quota 100, le adesioni da parte dei lavoratori erano state solo 226 mila sulle 617 mila stimate dalle statistiche. Con Quota 41, la percentuale sarebbe ancora più bassa dato il poco anticipo che la misura prevede.

Le proposte e Quota 41

Quota 41 costituisce solo una parte della discussione in merito al tema pensioni. Se il Governo fosse orientato a riconsiderare l’ampliamento di strumenti quali l’Ape sociale e l’Opzione donna per includere un maggior numero di lavoratori in difficoltà, i Sindacati punterebbero a rilanciare sull’uscita per tutti a 62 anni con almeno 20 di contributi.

L’ipotesi del rilancio è contemplata da Cgil, Cisl e Uil che tentano un dialogo. Ad ogni modo, un incontro potrebbe stare nel mezzo, come in tutte le cose. In questo caso, nel mezzo c’è la proposta del senatore del PD Nannicini, il quale ipotizza l’uscita a 64 anni con 20 di contributi.

La proposta resta, comunque, tale. Il costo di questa manovra costerebbe 1,5 miliardi secondo le stime, ma comunque potrebbe dare un po’ più di respiro ai lavoratori che vogliono andare in pensione. Esisteranno, comunque, alternative per andare in pensione in anticipo senza Quota 100 dal 2022.

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