Pensioni, perché rifinanziare Quota 100 ora è quasi impossibile

Sara Nicosia

13/08/2019

13/08/2019 - 10:41

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Quota 100, insieme al reddito di cittadinanza, rischiano di sparire: servono 38 miliardi nella prossima manovra per il loro rifinanziamento, soldi questi che al momento non ci sono.

Pensioni, perché rifinanziare Quota 100 ora è quasi impossibile

A poco servono le rassicurazioni di Luigi Di Maio sulla stabilità di Quota 100 e reddito di cittadinanza. La crisi di governo, che si voti la sfiducia di Conte e si torni alle urne a fine ottobre o si instauri un governo tecnico, ha un peso relativo sul piatto della bilancia previdenziale.

Si perché al di là della Tav, usata come buona scusa per mettere in discussione il governo, è in realtà l’impossibilità di realizzare la legge di Bilancio, promessa tanto dai 5 stelle quanto dalla Lega, a fare la differenza: come scritto nel Def, per mantenere Quota 100 e reddito di cittadinanza servono oltre 113 miliardi in tre anni, con 38 miliardi che devono essere trovati già da quest’anno per i loro rifinanziamento.

Quota 100, i fondi che non ci sono

113 miliardi in tre anni, 38 miliardi solo per il prossimo anno. Queste le cifre, incise nero su bianco nel Def scritto dai gialloverdi, necessarie a rifinanziare le misure di Quota 100 e reddito di cittadinanza. Tanti soldi che il ministro dell’Economia Giovanni Tria ha chiaramente fatto capire che non ci sono.

A meno di non affrontare uno scontro diretto con l’UE per portare il deficit anche oltre il 3%, riducendo l’avanzo primario e portando il debito alle stelle. In altre parole, a meno di non aprire la strada a una nuova procedura d’infrazione.

Ed ecco il vero problema, basta spulciare il Def per capire che serve coraggio nel buttare giù una legge di Bilancio dura, con meno promesse e più sostanza per il Paese.

La manovra da realizzare in autunno appare essere una missione impossibile: oltre ai 38 miliardi per rifinanziare Quota 100 e reddito, ci sono anche i 23 miliardi per scongiurare l’aumento dell’Iva.

Oltre alle difficoltà di cassa, ci sono poi tutte le problematiche politiche scaturite dalla crisi in atto. Matteo Salvini continua a ripetere che in caso di vittoria elettorale ha già pronta la legge di Bilancio, dove ci sarà anche una riforma fiscale, anche se non è stata proferita parola su quali potranno essere le eventuali coperture.

Tanti soldi che la Lega dovrà trovare per mantenere i suoi impegni e che, al momento, non si capisce da dove possano uscire fuori. Inoltre il nuovo governo dovrà mettere in atto un’autentica corsa contro il tempo per approvare la manovra entro la fine dell’anno.

I rischi per il Paese

Intanto al Quirinale il quadro è chiaro: tornare al voto significherebbe aumento dell’Iva e porterebbe l’Italia all’esercizio provvisorio per la prima volta nella storia. Uno spettro che Sergio Mattarella cercherà in ogni modo di evitare, nonostante i margini di manovra stretti.

Per sterilizzare l’Iva servono 23 miliardi di euro, si legge spulciando ancora il Def, e mentre il ministro dell’Economia sarebbe sempre stato favorevole ad un aumento selettivo per finanziare un taglio dell’Irpef, i vicepremier Salvini e Di Maio non se ne sono mai convinti.

Il vero problema rimangono i Mercati poiché come l’ex ministro dell’Economia, Pier Paolo Padoan, aveva commentato durante il Festival dell’Economia di Trento:

per gli investitori internazionali non è più una questione di se l’Italia ristrutturerà il debito, ma di come e quando questo accadrà. Si diffonde il comune sentire che il Paese sia spacciato”.

Lo spread continua infatti a salire e se il ministro Tria con la promessa all’Europa di un graduale miglioramento, unito al Bce, aveva tenuto sotto controllo il suo andamento, ora sono circa 150 miliardi i titoli di Stato da rifinanziare entro fine anno. Il repentino aumento dello spread non potrà che tradursi in un nuovo salasso per le casse dello stato.

La crisi, è probabile fine del governo, si traduce in una nuova promessa mancata nel Def, mettendo in pausa il lavoro di revisione della spesa pubblica per mirare a ridurre il rapporto tra spesa corrente e Pil, aumentando la spesa per gli investimenti. La legge di Bilancio è un procedimento fondamentale per il futuro del Paese, me nessuno sembra volersene fare carico.

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