Pensioni, verso l’anticipo per tutti: cosa prevede l’ipotesi di riforma Draghi

Teresa Maddonni

02/11/2021

02/12/2022 - 15:09

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Opzione tutti per le pensioni dal 2023 con flessibilità in uscita e calcolo contributivo dell’assegno. Draghi deve presentare la riforma ai sindacati per andare oltre la Legge Fornero. Cosa prevede?

Pensioni, verso l’anticipo per tutti: cosa prevede l’ipotesi di riforma Draghi

Per le pensioni del futuro spunta l’ipotesi dell’anticipo per tutti.

Non si tratta della riforma con Quota 102 per le pensioni dal 2022, ma della proposta che arriva da Draghi e che va oltre il prossimo anno.

Si tratta nel dettaglio dell’ipotesi di riforma delle pensioni che Draghi dovrebbe portare sul prossimo tavolo di incontro con i sindacati per superare la Legge Fornero.

Pensioni in anticipo per tutti con il calcolo completamente contributivo per congedarsi dal lavoro a partire dal 2023, con buona probabilità, prima della Legge Fornero.

I sindacati infatti, poco soddisfatti di quanto il governo ha previsto per il 2022, chiedono per le pensioni una riforma strutturale con maggiore flessibilità che è quella a cui Draghi starebbe pensando per il 2023. Vediamolo nel dettaglio.

Pensioni: anticipo per tutti nel 2023 con contributivo

Ma cosa prevede per le pensioni il piano di riforma? Cosa si intende per pensioni per tutti dal 2023?

Ad anticipare lo schema di ipotesi di riforma per le pensioni che Draghi potrebbe presentare ai sindacati è Repubblica.

Si tratta di un meccanismo di flessibilità per andare in pensione dal 2023 con il contributivo. Si parla di “Opzione tutti” per andare in pensione quando si vuole e prendendo quanto si è versato.

Come sottolinea il quotidiano, nel 2022 l’85% dei pensionati si troverà con il sistema misto con la quota retributiva maturata fino al 1995 e poi tutto contributivo dopo quella data con il 65% dell’assegno calcolato secondo questo ultimo metodo con un taglio che andrebbe sempre più scemando.

L’opzione per l’anticipo delle pensioni per tutti si strutturerebbe come Opzione donna, estendendo le caratteristiche della misura per le lavoratrici a tutti.

L’Opzione tutti permetterebbe di andare in pensione con il ricalcolo contributivo dell’assegno scegliendo quando andare in pensione in base a quanto versato.

Opzione donna permette di andare in pensione con 58 anni di età (59 anni per le autonome) e 35 anni di contributi con il ricalcolo contributivo dell’assegno, il che ha sempre indicato questa formula come poco conveniente prevedendo un taglio dell’assegno, con la rinuncia al retributivo o misto sui contributi fino al 1996, fino al 33%; si tratta in ogni caso di un caso limite dal momento che molto dipende dai contributi versati.

L’opzione dell’anticipo delle pensioni per tutti con il ricalcolo contributivo dell’assegno potrebbe piacere ai sindacati che chiedono maggiore flessibilità al governo con uscita a 62 anni o con 41 di contributi.

L’ipotesi della riforma per le pensioni dal 2023 per superare la Fornero dovrebbe arrivare come proposta ai sindacati nelle prossime settimane. Intanto ricordiamo che Opzione donna dal 2022 cambia con la Legge di Bilancio con l’età delle lavoratrici dipendenti e autonome che passerebbe rispettivamente a 60 e 61 anni.

Pensioni: anticipo con Quota 102

Intanto che il governo pensa alla riforma strutturale delle pensioni, dal prossimo anno per superare Quota 100 arriva Quota 102.

Quota 102 prevederebbe, ma deve essere confermata in via ufficiale con l’approvazione della Legge di Bilancio entro il 31 dicembre dopo l’iter parlamentare, di andare in pensione il prossimo anno con 64 anni di età e 38 anni di contributi. Si tratta quindi di una Quota 100 aumentata di due anni nel requisito anagrafico.

Per le pensioni del 2022 si pensa anche alla proroga non solo di Opzione donna, ma anche di Ape sociale allargata oltre al fondo per l’anticipo delle pensioni dei lavoratori delle aziende in crisi con un Fondo e l’estensione del contratto di espansione.

Per maggiori dettagli e certezze non solo sulle pensioni del 2022, ma anche su quello che accadrà dal 2023 con l’ipotesi di riforma che Draghi deve sottoporre ai sindacati occorre attendere le prossime settimane.

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