Pensioni anticipate, Quota 100 è davvero l’opzione migliore?

Redazione Lavoro

16 Settembre 2019 - 09:38

condividi

Gli italiani dimostrano che Quota 100 non è l’unica soluzioni preferibile per andare in pensione anticipata.

Pensioni anticipate, Quota 100 è davvero l’opzione migliore?

Pensioni, Quota 100 non è l’opzione preferita dagli italiani in via assoluta.
I dati forniti dall’INPS potrebbero confermarlo in settimana: Quota 100 non viene preferita ad altre soluzioni che permettono di andare in pensione in via anticipata.

Gli ultimi dati forniti dalla Ragioneria di Stato dimostrano che gli italiani preferiscono le altre quattro soluzioni utili ad andare in pensione anticipata, ovvero Ape sociale, opzione donna, pensione agevolata per i lavoratori precoci e pensione anticipata “classica” - nella quale però è assente l’adeguamento automatico alla speranza di vita.

Tutte scelte per andare in pensione anticipata previste e/o confermate con il decretone dello scorso gennaio.

Secondo gli ultimi dati forniti dall’INPS - dati più aggiornati sono in attesa questa settimana - su oltre 341.000 domande inoltrate al 10/09, circa 165.000 lavoratori hanno scelto un canale di uscita pensionistica che prevede almeno 38 anni di contributi e 62 anni di età. Le richieste per Quota 100 nello stesso periodo di tempo appaiono perfettamente in linea con i numeri precedenti: le domande sono state circa 176.000, ma di queste solo quasi 111.000 sono state accolte e validate. I

l numero di italiani interessati a Quota 100 risulta essere nettamente inferiore alle 290.000 domande stimate, che però comprendo anche le richieste di pensione anticipata senza adeguamento automatico alla speranza di vita.

Pensioni, Quota 100 offre l’assegno più alto

Gli ultimi dati dimostrano come gli assegni pensionistici previsti da Quota 100 siano quelli più alti: in termini lordi, agli uomini spettano circa 2.000 euro al mese, 1.800 per le donne. Ad usufruirne, alla fine di agosto, sono in tutto 106.000 italiani, di cui 24.433 donne e 82.391 uomini, di cui l’età media viene stimata a 64 anni.

Boom di pensioni anticipate senza adeguamento

Opzione prevista in corso almeno fino al 2026, le pensioni anticipate senza l’adeguamento alla speranza di vita sembrano piacere molto agli italiani, in 124.000 a farne richiesta nel terzo trimestre del 2019. Di queste ne sono state già accolte 55.000, mentre ad inizio di sempre 50.000 risultavano ancora in fase di valutazione.

Le domande per questa tipologia di pensione anticipata si conferma in crescita: al 10 giugno le domande erano solo 81.500, contro le 145.000 per Quota 100.

L’assegno pensionistico di agosto per chi è andato in pensione a 42 anni e 10 mesi di contributi (41+10 per le donne) è stato di 2.230 euro lordi per gli uomini e 2.000 euro lordi per le donne.

Opzione donna piace alle italiane

Nonostante l’assegno di circa 1.000 euro lordi ad agosto, l’opzione donne permette alle italiane di andare in pensione anticipata con un’età media di 59 anni. L’anticipo della pensione arriva fino a un massimo di 52 mesi rispetto lo standard. Ad agosto le nuove pensioni «opzione donna» sono state circa 11.900.

Le nuove richieste nel terzo trimestre sono state oltre 20.000, contro le 15.000 del trimestre precedente.
Ricordiamo che opzione donna, che prevede il possesso di 35 anni di contributi e 58 anni di età (che sale a 59 nel caso di lavoratrici autonome), è stata introdotta nuovamente nel 2019 dall’esecutivo giallo-verde. La misura piace anche al governo Conte bis, che con ogni probabilità ne prevederà la proroga.

Ape sociale

Accessibile solo a determinate categorie di lavoratori considerati “in difficoltà”, l’ape sociale permette di andare anticipatamente in pensione con 63 anni di età anagrafica.

Ed è proprio l’ape sociale ad essere nel mirino del cambiamento del nuovo governo, che ha l’obiettivo di renderlo una misura alternativa a Quota 100 allargandone la platea dei lavoratori che vi possono accedere e rendendo tale misura strutturale.

Iscriviti a Money.it