Pensioni 2022: nessuna rivalutazione dei contributi. Quali conseguenze?

Teresa Maddonni

12 Ottobre 2021 - 14:02

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Per le pensioni con decorrenza dal 1° gennaio 2022 non si applica la rivalutazione del montante contributivo accumulato per coefficiente negativo. Vediamo perché e quali possono essere le conseguenze.

Pensioni 2022: nessuna rivalutazione dei contributi. Quali conseguenze?

Per le pensioni del 2022 non ci sarà alcuna rivalutazione dei contributi; ma cosa vuol dire e quali saranno le conseguenze?

Per le pensioni con decorrenza dal 1° gennaio 2022 non ci sarà la rivalutazione del montante contributivo e questo perché il tasso medio del prodotto interno lordo degli ultimi cinque anni è risultato pari a -0,000215 come da nota del ministero del Lavoro del 7 ottobre scorso pubblicata ieri. Ciò significa che il coefficiente di rivalutazione dei montanti contributivi è pari a 0,999785.

Ma tale coefficiente non può essere inferiore a 1 pertanto viene portato a un valore neutro, pari appunto a 1, sulla scia di quanto accaduto nel 2014.

Il recupero della differenza congelata pari a 0,0215% dovrà avvenire con il coefficiente reso noto a fine 2022. Per le pensioni 2022 quindi, i contributi accumulati fino al 31 dicembre 2020 non subiranno la rivalutazione e quindi la svalutazione.

Pensioni 2022, nessuna rivalutazione dei contributi: ecco perché

Per le pensioni del 2022 i contributi fino al 31 dicembre 2020 non subiranno la rivalutazione essendo il coefficiente negativo ed essendo pertanto intervenuta la sterilizzazione all’unità.

La spiegazione del perché le pensioni dal 2022 non subiranno la rivalutazione dei contributi nel dettaglio la dà l’ISTAT dal momento che è in grado di spiegare cosa sia avvenuto al coefficiente.

L’Istituto infatti precisa che il coefficiente risulta inferiore all’unità a causa della dinamica negativa del PIL nominale del periodo considerato. Pertanto il Covid lascia la sua traccia anche sulle pensioni del prossimo anno.

Tuttavia l’aver portato il coefficiente a 1 permette almeno di non andare a penalizzare i montanti contributivi che negli anni precedenti sono già stati rivalutati.

I contributi si traducono in pensione e sono pertanto determinati dall’aliquota di computo che è pari al 33% della retribuzione per i lavoratori dipendenti, mentre per gli autonomi è più bassa andando tra il 24 e il 25% variando a seconda della gestione previdenziale.

La rivalutazione avviene ogni anno tenendo conto del PIL. Quando il lavoratore va in pensione, il montante contributivo accumulato negli anni di lavoro diventa la quota C della pensione stessa e lo diventa attraverso l’applicazione dei coefficienti che tengono conto dell’età del pensionato:

  • da 4,186% per chi va in pensione a 57 anni;
  • fino a 6,466 per chi va in pensione con età pari o superiore a 71 anni.

Pensioni 2022 senza rivalutazione contributi: quali conseguenze?

Per le pensioni del 2022 senza la rivalutazione dei contributi le conseguenze potrebbero arrivare successivamente. Se non si fosse portato il coefficiente a 1 infatti sarebbe intervenuta la svalutazione del montante contributivo, con un taglio che avrebbe seguito l’andamento negativo dell’economia.

Infatti, come sottolinea Il Sole 24 Ore, un montante contributivo pari a 100mila euro, con la svalutazione comporterebbe una perdita lorda annua sulla pensione di circa un euro, che per montanti più alti sarebbe proporzionalmente maggiore.

Come anticipato, se non interviene il legislatore, a fine 2022 il coefficiente dovrà tenere conto di quel 0,0215% congelato. Una previsione che già si è riuscito a scongiurare qualche anno fa.

Nel 2014 infatti il coefficiente fu negativo e pari a 0.998073 e il governo per scongiurare la svalutazione del montante contributivo per la pensione intervenne con il decreto legge 65/2015. Il decreto stabiliva che il coefficiente non può essere negativo, ma in ogni caso va recuperato sulle rivalutazioni successive. La norma trovò applicazione per le pensioni del 2016 sui montanti contributivi del 2014. Il recupero non avvenne perché intervenne il governo.

Anche per la pensione 2022, e per il recupero che inevitabilmente dovrebbe avvenire sul coefficiente alla fine del prossimo anno, si auspica un intervento del legislatore volto a scongiurare il peggio.

Nota ISTAT
Tasso annuo di capitalizzazione per la rivalutazione dei montanti contributivi relativamente al 2021

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