Come passare da comunione a separazione dei beni (e viceversa)

Ilena D’Errico

6 Agosto 2023 - 23:40

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Passare da comunione a separazione dei beni e viceversa è possibile, i coniugi possono cambiare idea in qualsiasi momento durante il matrimonio. Ecco come fare.

Come passare da comunione a separazione dei beni (e viceversa)

Al momento del matrimonio i coniugi possono scegliere il regime patrimoniale, nello specifico possono prevedere la separazione dei beni e/o costituire un fondo patrimoniale. Questo perché il regime patrimoniale legale, che si applica se i coniugi non scelgono nulla di diverso è quello della comunione dei beni. Nulla vieta alla coppia di cambiare idea in un secondo momento e passare dalla comunione alla separazione dei beni o viceversa. La procedura da seguire è piuttosto semplice, ma bisogna tenere in considerazione qualche accorgimento. Vediamo come fare.

Cosa succede ai debiti con il cambiamento del regime patrimoniale

È bene ricordare che cambiare regime patrimoniale per eludere i creditori non ha alcuna validità. Si fa riferimento ai debiti contratti da uno dei coniugi, per i quali i creditori possono agire sul patrimonio in comunione. In questo caso, il passaggio alla separazione può essere contestato dai creditori (entro 5 anni) se considerato ostacolante al soddisfacimento del credito, e annullato.

Nulla vieta di cambiare regime in presenza di debiti, anzi magari è proprio questo inconveniente che spinge ai coniugi a cambiare idea e prevedere una tutela maggiore per il futuro. È però bene accertarsi di non provare così a eludere il creditore, magari stipulando un accordo per l’adempimento o semplicemente avendo dei beni aggredibili che per valore sono in grado di soddisfare i debiti. Bisognerebbe fare attenzione anche nel caso opposto, ovvero nel passaggio dalla separazione dei beni alla comunione, con la quale diventano aggredibili anche i beni del coniuge non debitore.

Come passare da comunione a separazione dei beni e viceversa

Alla luce delle conseguenze in caso di debiti, i coniugi possono scegliere consapevolmente di cambiare regime patrimoniale nel corso del matrimonio. Non ci sono limiti, né per quanto riguarda le tempistiche, né tanto meno per le volte in cui è possibile effettuare la modifica. Chiaramente, di solito il cambio di regime patrimoniale viene effettuato una volta sola, una volta che quello precedente è stato ritenuto poco conveniente.

L’unico requisito per poter modificare il regime patrimoniale è che entrambi i coniugi siano d’accordo, a questo punto l’unico eventuale ostacolo è rappresentato dalle spese. Per passare da comunione a separazione dei beni o viceversa, infatti, è essenziale rivolgersi al notaio, senza il quale non è possibile intervenire sul regime patrimoniale. Di norma, l’onorario del professionista per questo atto si aggira intorno ai 1.000 euro, ma la somma può variare a seconda dello studio scelto e dalle complessità del caso.

Grazie all’assistenza del professionista, la procedura è molto semplice. I coniugi non devono far altro che comunicare il regime patrimoniale che intendono scegliere, se comunione o separazione dei beni, di comune accordo in presenza del notaio. Quest’ultimo formalizzerà l’atto pubblico, necessariamente in presenza di due testimoni (a pena di nullità) e si occuperà di trascriverlo nei registri immobiliari se uno o entrambi i coniugi possiedono beni mobili.

Entro un massimo di 30 giorni dalla data in cui viene stipulato l’atto, poi, il notaio deve richiederne l’annotazione a margine nell’atto di matrimonio negli atti di stato civile. È quindi necessario occuparsi dei cambiamenti di proprietà che riguardano i vari beni posseduti dai coniugi, specificando chi sarà il nuovo intestatario degli immobili (nel passaggio da comunione a separazione) e regolando la proprietà dei beni mobili.

I coniugi possono disciplinare la proprietà dei beni mobili dinanzi al notaio oppure presentare un apposito atto all’Agenzia delle entrate. Il cambiamento del regime patrimoniale deve essere comunicato anche alla banca, presupponendo che i coniugi abbiano rapporti di credito, così da regolare di conseguenza i conti. Ovviamente, nel passaggio dalla comunione alla separazione i conti cointestati necessiteranno di una voltura per passare al titolare scelto dalla coppia. Al contrario, passando alla comunione dei beni, tutti i conti saranno cointestati tra i coniugi.

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