PNRR e internazionalizzazione delle imprese: fondi e progetti previsti

Felice Bianchini

22 Settembre 2021 - 14:02

condividi

L’internazionalizzazione è sulla bocca di tutti e anche nel PNRR. Ecco gli importi dei fondi e che misure sono state inserite nel piano per aiutare le PMI a internazionalizzarsi.

PNRR e internazionalizzazione delle imprese: fondi e progetti previsti

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è al centro del dibattito ormai da mesi, già da prima dell’arrivo di Mario Draghi a Palazzo Chigi. Lo scopo del Piano è indicare come verranno indirizzati i fondi che nei prossimi 6 anni saranno erogati all’Italia nella cornice del cosiddetto Next Generation EU, il programma UE per rispondere alla crisi pandemica.

Tra le voci del PNRR quelle che spiccano sono la transizione digitale e quella ecologica, due pallini della nuova (ormai si fa per dire) Presidente della Commissione europea, Ursula Von Der Leyen. Lo spazio all’interno del dibattito è quasi esclusivamente dedicato a «digital» e «green», ma non sono le uniche misure presenti. Almeno a parole, questo governo si è impegnato a promuovere il made in Italy nel mondo. Ma quanti soldi dedica a questo obiettivo?

Quanti soldi ci sono per l’internazionalizzazione delle imprese?

All’interno della cosiddetta «Missione 1 - Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura», sono stanziati 23,89 miliardi per la «componente 2», finalizzata alla «Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo». Scavando ancora, alle voci «Investimento 5» e «Riforma 1» è possibile trovare lo sforzo del nostro governo in termini di promozione dello sviluppo e della competitività delle imprese verso l’estero.

L’ammontare di denaro stanziato per l’obiettivo si aggira intorno ai 2 miliardi di euro, 1,95 per il cosiddetto «Investimento 5» e 0,03 per la «Riforma 1», ossia circa l’8,3% della «Componente 2», circa il 5% della «Missione 1» e circa l’1% del PNRR nel suo insieme.

1) Investimento 5

Lo strumento principale con cui si vuole promuovere l’internazionalizzazione, ossia l’Investimento 5, è diviso in due sottomisure:

  1. rifinanziamento fondo SIMEST: il rifinanziamento del fondo gestito dalla Società Italiana per le Imprese Miste all’Estero (SIMEST), finalizzato a finanziare investimenti delle PMI, principalmente in sostenibilità e innovazione, con la certezza che faciliteranno il loro successo a livello internazionale, ossia quello che si intende per «competitività». La misura non prevede particolari forme di organizzazione procedurale, in quanto da questo punto di vista SIMEST è già organizzata;
  2. competitività e resilienza delle filiere: il tessuto produttivo italiano, in termini di dimensioni delle imprese, è al di sotto della media. Ciò rende difficile la spinta verso l’innovazione e la creazione di economie di scala. Per sopperire a queste mancanze, il Governo ha deciso di adottare lo strumento del Contratto di sviluppo, introdotto nel 2008 e attivo dal 2011. Con circa 40 possibili contratti, si vuole ottenere un effetto leva sugli investimenti delle PMI.

2) Riforma 1

L’ultimo strumento di intervento messo a punto è la Riforma 1, che consiste in un aggiustamento dell’attuale legislazione in materia di proprietà industriale. L’obiettivo della riforma è creare un sistema in grado di garantire più di quello attuale un vantaggio competitivo a chi sviluppa idee, attività e processi innovativi. Prima di essere implementata, la riforma passerà al vaglio di una consultazione pubblica.

Iscriviti a Money.it