Occhio alla spesa: il trucco che non ti fa accorgere che stai spendendo di più

Giorgia Bonamoneta

04/04/2022

11/04/2022 - 09:30

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Attenzione alla spesa e occhio ai prezzi. Le aziende hanno adottato una tecnica che confonde il consumatore meno attento. Ecco qual è il trucchetto adottato e del tutto legale.

Occhio alla spesa: il trucco che non ti fa accorgere che stai spendendo di più

Occhio al prezzo e al contenuto della spesa, potrebbero non essere più uguale a pochi giorni fa. Le aziende hanno tentato in ogni modo di arginare il dramma del rincaro dei prezzi delle materie prime, ma considerando il trucchetto che stanno mettendo in pratica, sembra proprio che non ci siano riuscite. Almeno, non con l’intenzione - più volte raccontata in questi mesi - di stare dalla parte del consumatore. Si tratta di shrinkflation, un termine composto che indica un fenomeno e il trucchetto per aggirarlo: inflazione e restringimento.

Con “shrinkflation” si intende quindi quel trucco che le aziende stanno mettendo in pratica diminuendo le porzioni di alimento, lasciando intatta la dimensione del pacchetto e, allo stesso tempo, aumentando il prezzo di questo.

Non è un fenomeno figlio della guerra in Ucraina, i primi esempi di shrinkflation risalgono almeno al 2008, quando la Kraft ha ridotto il Toblerone da 200g a 170g. Nel corso di un ventennio il numero di alimenti che hanno adottato la stessa tecnica è aumentato a dismisura e hanno toccato ogni genere di confezione, alimento e bene. Un sito giapponese raccoglie la lunga lista di casi noti, scovando prodotti e aziende solite al shrinkflation.

Occhio alla spesa, perché la colpa è del cliente, non del produttore. Infatti non è illegale diminuire le proporzioni. Sta al consumatore fare una spesa consapevole e leggere quantità e prezzi delle confezioni. In ogni caso, in altri Paesi che da più tempo presentano tale fenomeno, ci sono state diverse battaglie vinte dai consumatori, come quella milionaria contro la McCormick.

Occhio alla spesa, anzi al shrinkflation: l’inflazione che c’è ma non si vede

Per mesi abbiamo trattato l’aumento dei prezzi, dal caro bollette all’aumento dei prezzi di benzina e gasolio. Lentamente, ma inesorabilmente, anche il prezzo degli alimenti è iniziato a crescere. All’inizio si trattava di pochi beni, ma con il passare del tempo e l’aumento della crisi, come il prolungarsi della guerra in Ucraina, il prezzo finale del carrello della spesa è diventato particolarmente salato.

Le aziende hanno così ragionato su una modalità piuttosto nota ai consumatori, soprattutto stranieri: il shrinkflation. Con “shrinkflation” si intende un doppio fenomeno, che non ha bisogno di una crisi per manifestarsi, ma che in questi contesti prende naturalmente piede. Non a caso la prima esperienza documentata in Italia con il fenomeno del shrinkflation è nel 2008, anno della crisi finanziaria.

Shrinkflation: cosa significa e che cos’è

Shrinkflation è un termine inglese composto da due termini. Si tratta di “shrink”, ovvero restringere o ridurre e “flation” per inflazione. Potremmo sciogliere il dubbio leggendo il fenomeno del shrinkflation come mantenere i prezzi (generalmente alti) diminuendo le porzioni.

In pratica il shrinkflation è un trucchetto, del tutto legale, che permette alle aziende di diminuire il contenuto delle confezioni mantenendo stabile il prezzo. Prezzo che, di fatto, risulta in aumento alla diminuzione del cibo o a un altro bene di consumo. Se si aggiunge che in questo periodo storico l’aumento del prezzo dei beni di prima necessità è già avvenuto, il risultato è un aumento piuttosto corposo del costo finale della spesa.

Il Financial Times fa una lista di esempi per rendere più consapevole il consumatore, tra cui le 5 patatine in meno nei sacchetti della marca Dorito o i 28 fogli mancanti nei rotoloni della carta igienica Cottonelle. Infatti il fenomeno non coinvolge solo gli alimenti, ma anche beni per la cura della casa e l’igiene personale.

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