Obbligo di firma: cos’è, come funziona, quando viene deciso e cosa comporta

Isabella Policarpio

29/11/2019

29/11/2019 - 16:55

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L’obbligo di firma, ovvero l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, è una misura cautelare personale. Vediamo quando è necessaria, a cosa serve e in cosa consiste.

Obbligo di firma: cos’è, come funziona, quando viene deciso e cosa comporta

L’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, più noto sotto il nome di obbligo di firma, è una misura cautelare personale coercitiva prevista dal Codice di procedura penale, insieme agli arresti domiciliari, al divieto di espatrio, alla custodia in carcere ed altri ancora.

Come le altre misure cautelare, anche l’obbligo di firma ha lo scopo di evitare che l’indagato possa darsi alla fuga prima del processo a suo carico, mentre si svolgono le indagini investigative. Questa misura viene decisa dal giudice solo quando sull’indagato gravano forti dubbi di colpevolezza e si ravvisi la possibilità che possa fuggire altrove.

Nel provvedimento che dispone l’obbligo di firmare il registro presso la polizia, il giudice stabilisce anche a che ora, per quante volte al giorno e dove l’indagato debba recarsi. Se l’obbligato non rispetta quanto stabilito, il giudice può commutare la misura in una più severa, ad esempio gli arresti domiciliari. Vediamo nel dettaglio cosa dice la legge.

Obbligo di firma, cos’è

Le misure cautelari personali coercitive sono dei provvedimenti del giudice che restringono la libertà personale degli indagati quando esiste il fondato pericolo di fuga. Tra queste compare anche l’obbligo di firma, o meglio l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, previsto dall’articolo 282 del Codice di procedura penale.

Questa misura viene predisposta durante lo svolgimento delle indagini e chi ne è sottoposto deve recarsi tutti i giorni presso l’ufficio della polizia per firmare un registro presenze. In questo modo è scongiurato il pericolo che possa fuggire all’estero e far perdere le sue tracce.

Come funziona esattamente l’obbligo di firma?

Il provvedimento con il quale il giudice stabilisce la misura dell’obbligo di firma deve contenere anche l’indicazione dell’orario, della cadenza giornaliera e del luogo in cui l’indagato deve recarsi per firmare il registro presenze.

Queste indicazioni sono molto importanti: infatti se l’indagato non si attiene alle previsioni ci saranno dure conseguenze, come vedremo più avanti.

Il comma 2 dell’articolo 282 del Codice di procedura penale impone al giudice di stabilire ora e luogo della firma in modo tale da non compromettere eccessivamente il normale svolgimento della vita dell’indagato. Ad esempio dovrà scegliere un ufficio della polizia giudiziarianon troppo distante dalla sua abitazione o dal luogo in cui lavora.

Che succede in caso di violazione dell’obbligo di firma?

L’obbligo di firmare il registro delle presenze serve a scongiurare il rischio che l’indagato possa fuggire altrove e quindi sottrarsi alla giustizia. Per questo in caso di violazione dell’obbligo, la polizia dovrà prendere dei provvedimenti immediati. Questo può accadere non solo se l’indagato non si presenta ma anche dopo una serie di ritardi.

In questi casi, se il giudice lo ritiene opportuno, potrà emettere un’ordinanza con la quale cambia la misura cautelare esistente e la converte in un’altra più restrittiva, ad esempio gli arresti domiciliari. Il fatto inoltre sarà preso in considerazione in un eventuale giudizio a suo carico come una condotta non collaborativa con la Giustizia.

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