Multa fino a 1000€ per chi va a sciare nonostante il divieto

Isabella Policarpio

16/02/2021

16/02/2021 - 09:50

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Anche se gli impianti sciistici sono chiusi in tutta Italia, alcune piste hanno deciso di aprire ugualmente. Ecco quant’è la multa per chi scia e quali attività sono consentite.

Multa fino a 1000€ per chi va a sciare nonostante il divieto

Rischia la multa da 400 a 1.000 euro chi va sciare nelle piste che hanno deciso di riaprire nonostante il divieto fino al 5 marzo 2021.

In segno di protesta alla decisione del nuovo governo, i gestori degli impianti sciistici a Piana di Vigezzo (Vco) hanno aperto regolarmente e sono stati numerosi gli sciatori accorsi.

“Ancora venerdì la Regione ci aveva assicurato l’apertura e noi abbiamo predisposto tutto, in sicurezza, per riaprire. E così lo abbiamo fatto”, spiega un gestore che adesso rischia pesanti sanzioni amministrative insieme a coloro che affolleranno le piste.

Fa discutere tra i titolari degli impianti il fatto che sia vietato sciare sulle piste battute, mentre si può ciaspolare e praticare sci di fondo e alpinismo nei fuori pista.

Facciamo il punto delle norme in vigore e delle multe per gli sciatori trasgressori.

Fino a 1.000 euro di multa per chi va a sciare

Impianti chiusi fino al 5 marzo 2021, salvo nuove disposizioni, significa che è vietato prendere ovovie e funivie, raggiungere le piste e sciare, pena la sanzione amministrativa prevista per le altre violazioni alle norme anti-Covid, ovvero la multa da 400 euro (nella misura minima) fino a 1.000 euro, elevabile fino alla metà dell’importo in caso di più violazioni.

Stessa sanzione per i proprietari degli impianti sciistici aperti contro il divieto, ai quali si può aggiungere la pena accessoria della chiusura coatta dell’attività fino a 5 giorni.

La multa può essere pagata in misura ridotta entro 5 giorni oppure a rate, in presenza di determinati requisiti di reddito.

Nonostante i rischi, non mancano i trasgressori, tra questi sciatori appassionati che vogliono sostenere la protesta dei titolari degli impianti, uno dei settori più penalizzati dalla crisi economica, tanto che il ministro del turismo Massimo Garavaglia ha definito il provvedimento di Speranza “una mancanza di rispetto per i lavoratori della montagna”.

Ciaspole, sci di fondo e alpinismo consentiti

La chiusura degli impianti non significa che non si possa fare sport in montagna, in forma individuale e con gli opportuni presidi di protezione.

Via libera ad escursioni a piedi, con le ciaspole, sci di fondo e sci alpinismo, possibili in zona gialla in tutta la regione e in zona arancione entro i confini del comune o fuori di esso se non ci sono strutture/spazi adeguati nel luogo in cui si abita.

Niente da fare per i comuni e le città della zona rossa, qui l’attività motoria è limitata in prossimità della propria abitazione e quella sportiva entro i confini comunali.

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