Molnupiravir, la pillola che potrebbe curare dal Covid: ecco come funziona

Antonio Cosenza

01/10/2021

14/10/2021 - 11:24

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Ottimi i risultati raggiunti dalla pillola anti-influenzale molnupiravir: dimezzato il rischio di morte e ospedalizzazione nei pazienti con Covid.

Molnupiravir, la pillola che potrebbe curare dal Covid: ecco come funziona

Esiste un farmaco antivirale che potrebbe curare il Covid, prevenendo le complicazioni della malattia. In realtà i farmaci che potrebbero essere efficaci contro il Covid sono diversi e su questi si stanno concentrando gli esperti, tant’è che per tre di questi è persino arrivata l’autorizzazione dell’AIFA.

Tuttavia, in queste ore la protagonista è una pillola che non ha ottenuto ancora il via libera da parte degli enti regolatori: si tratta del molnupiravir, farmaco che secondo le compagnie farmaceutiche Merck Sharp & Dohme (MSD) e Ridgeback Biotherapeutics è in grado di raggiungere degli ottimi risultati contro il Covid.

Ricordiamo qual è l’importanza di trovare delle cure efficienti contro la malattia. Se da una parte con i vaccini si conta d’intervenire in via preliminare, riducendo le probabilità di contagio, i farmaci sarebbero utili per curare coloro che nonostante tutto si positivizzano e manifestano i sintomi più gravi della malattia.

La combinazione vaccini e cure efficaci sarebbe dunque la via d’uscita dalla crisi vissuta in questi ultimi anni.

La pillola molnupiravir cura dal Covid?

I risultati raggiunti dalla sperimentazione della pillola antinfluenzale molnupiravir sui pazienti con Covid sono stati più che soddisfacenti. Tant’è che la sperimentazione clinica di fase 3 è stata interrotta in anticipo: questo perché il risultato è talmente positivo che per motivi etici la pillola non può essere negata ad altri pazienti.

Ricordiamo, infatti, come funziona la sperimentazione: dei pazienti con Covid, una parte riceve effettivamente il farmaco, mentre l’altra riceve il placebo. Ebbene, i dati ci dicono che il tasso di mortalità di quest’ultimi è pari al doppio rispetto a coloro che invece sono stati curati con il molnupiravir. Nel dettaglio, solo il 7,3% dei pazienti trattati con il farmaco è morto o è stato ricoverato in ospedale, mentre tra coloro che hanno ricevuto il placebo la percentuale si alza al 14,1%.

Dati più che soddisfacenti secondo gli esperti che stanno conducendo la ricerca. Anche perché, come dichiarato da MSD, questo farmaco sembrerebbe essere efficace su più varianti del Covid, inclusa la Delta. Un risultato sorprendente, anche perché - spiega Nick Kartsonis, vicepresidente senior della ricerca clinica alla Merck - si tratta del “primo antivirale orale in ambito ambulatoriale a mostrare un beneficio”.

Come funziona il nella cura contro il Covid

Prodotto dalla MSD con la partnership della Ridgeback Biotherapeutics, il farmaco molnupiravir agisce in maniera diversa dai vaccini. Se quest’ultimi agiscono sulla proteina spike, la pillola va ad attaccare la polimerasi virale, ossia quell’enzima sfruttato dal coronavirus per replicarsi all’interno dell’organismo.

Con il molnupiravir vengono introdotti degli errori nel codice genetico - non nel nostro, ma del virus - impedendogli quindi la duplicazione. Ragion per cui questo impedisce, o comunque limita, il verificarsi di complicazioni.

Va detto, comunque, che i risultati ottenuti ci dicono che questo è tanto più efficace quanto prima ci si rende conto del contagio. Nelle fasi più avanzate della malattia, infatti, i risultati ottenuti non sono stati ottimali.

C’è fiducia sul molnupiravir

MSD ha già annunciato il prossimo passo: chiedere a FDA, ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, l’autorizzazione per l’utilizzo in emergenza del farmaco sui pazienti con Covid.

E da parte del Governo statunitense sembra esserci molta fiducia a riguardo: è già stato firmato, infatti, un accordo per ottenerne circa 1,7 milioni di dosi. Ci sarebbe, comunque, anche la possibilità di esportazione: l’azienda ha già fatto sapere di essere in grado di produrre 10 milioni di cicli di trattamento entro la fine dell’anno.

In Svizzera il farmaco dovrà essere esaminato ed eventualmente approvato da Swissmedic, l’autorità svizzera di omologazione e controllo dei medicamenti e dei dispositivi medici.

Ricordiamo comunque che per l’utilizzo in Europa dovrebbe arrivare anche l’autorizzazione dell’EMA e conseguentemente dell’Aifa (per l’utilizzo in italia).

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