Meteorite caduto in Molise: siamo andati a vedere a che punto sono le ricerche

Teresa Maddonni

24 Marzo 2021 - 15:58

condividi

Sono iniziate le ricerche del meteorite caduto in Molise il 15 marzo, dopo che la sua scia luminosa è stata avvistata nei cieli del Centro-Sud. Gli esperti della rete Prisma dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, volontari e privati cittadini, da due giorni sono a caccia del frammento. Il professor Daniele Gardiol ci spiega perché è così importante trovarlo.

Meteorite caduto in Molise: siamo andati a vedere a che punto sono le ricerche

Sono partite da due giorni le ricerche per il meteorite caduto in Molise e così siamo andati a vedere a che punto sono.

Era il 15 marzo quando un bolide luminoso è stato avvistato nei cieli dell’Italia centro meridionale e ripreso dalle telecamere della Rete Prisma coordinata dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).

Dopo giorni di calcoli finalmente è arrivata la risposta: il frammento di meteorite di circa 1 chilogrammo e 8 centimetri è caduto in Molise, e più precisamente a Sant’Agapito, in provincia di Isernia, nella località di Temennotte.

Il paesino di 1.500 abitanti della piccola regione del Sud è diventato in pochi giorni il protagonista di una storia dall’indubbio fascino: un corpo luminoso scende dal cielo e se ritrovato può contribuire ad approfondire la conoscenza delle origini del nostro pianeta e del sistema solare.

Daniele Gardiol, primo tecnologo dell’Inaf e coordinatore nazionale della rete Prisma e Tiberio Cuppone geologo dell’Università di Firenze sono i due professori giunti due giorni fa in Molise per avviare le ricerche del meteorite, in un’area piuttosto vasta; ad aiutarli anche i volontari dell’associazione nazionale metal detector, oltre a privati cittadini chiamati a contribuire.

Noi siamo stati nella località del Molise dove il meteorite è caduto, abbiamo parlato con gli esperti per seguire le ricerche e capire perché questo frammento è così importante.

Meteorite caduto in Molise: cosa si sta cercando

Una prima pietra nera e brillante è stata consegnata questa mattina da un privato cittadino; si tratta di un frammento di roccia vulcanica, spiega il geologo Cuppone, e non può trattarsi del meteorite caduto in Molise il 15 marzo. Non si sa se il frammento da cercare sia ferroso o roccioso.

I volontari e gli scienziati hanno iniziato a perlustrare l’area dove secondo i calcoli il meteorite è caduto, in un territorio perlopiù boscoso che rende quindi la ricerca più ardua. Una cartina con l’area da setacciare e diverse mappe a fare da guida ai volontari giunti sul posto.

Volontari alla ricerca del meteorite

Gardiol e Cuppone, nella sala messa a disposizione dal Comune come centro di coordinamento delle ricerche, spiegano cosa cercare ai ricercatori volontari muniti di metal detector e ai cittadini che si sono offerti di dare una mano. Hanno portato con loro alcuni pezzi di meteorite rinvenuti in Marocco che possono dare l’idea del frammento celeste che si sta cercando.

Il meteorite trovato in Marocco
Il professor Daniele Gardiol

“Dall’incrocio dei dati risulta che il piccolo corpo celeste è entrato in atmosfera a una quota di circa 80 km e ha proseguito per una lunghezza totale di 61 km percorsi in 5.3 secondi con una inclinazione di 84°, una traiettoria quasi verticale. L’altezza e la velocità finale è risultata rispettivamente di 19,8 km e di soli 2,8 km/s, valori che depongono a favore per l’arrivo al suolo di un meteorite con massa stimata di circa 1 kg (un meteorite di circa 8 cm se la densità è di 3.5 g/cm3)”.

Questo è quanto si legge in una nota del 20 marzo sul sito della rete Prisma. La rete Prisma è una rete di telecamere che monitora i cieli italiani che, come ci spiega il professor Gardiol, nasce con l’obiettivo di catturare meteore brillanti.

“Le meteore sono stelle cadenti, ma noi siamo interessati a un particolare tipo. Le stelle cadenti sono frammenti di meteora che si ripetono ogni anno, perché la terra attraversa l’orbita delle comete che lasciano dietro di sé dei pezzi che generano le scie luminose che ci piace vedere nel cielo ad Agosto per esempio. Questo però non è direttamente l’oggetto del nostro studio.”

Continua il professore:

“L’oggetto del nostro studio sono stelle cadenti provocate da oggetti più grandi che danno luogo a fenomeni luminosi più intensi che quindi durano più a lungo, possono rimanere illuminati anche 5-6 secondi rispetto alla comune stella cadente che dura un secondo, o una frazione di secondo. Mentre le stelle cadenti si consumano completamente in atmosfera questi oggetti più grandi, a partire dall’ordine di dimensioni di 10 centimetri o più, si spengono ma non sono ancora bruciati completamente. Ciò che rimane cade a terra e può essere recuperato, intero, o può esplodere e si troveranno frammenti sparsi nell’area. Noi siamo proprio alla caccia di questo tipo di meteorite.”

Il frammento di roccia vulcanica consegnato da un cittadino

La rete Prisma, come ci spiega Gardiol, ha 60 telecamere in Italia, principalmente al Nord. Oltre all’Istituto Nazionale di Astrofisica che coordina la rete Prisma, anche enti, associazioni, dipartimenti universitari e privati cittadini collaborano alla rete istallando e mantenendo in funzione delle telecamere.

“L’importante è che le camere siano vicine fra di loro- spiega Gardiol - non troppo, nell’ordine di 100 chilometri, perché per poter determinare con precisione le coordinate della traiettoria luminosa che poi servono per fare i calcoli occorre utilizzare il principio della triangolazione e quindi poter osservare il fenomeno da diversi punti di vista. Le telecamere sono sparse sul territorio, ma anche perché il fenomeno deve essere visto da più punti.”

Il bolide del 15 marzo apparso nei cieli di Lazio e Campania è stato ripreso dalla camera Prisma di Capua, situata presso il Centro Italiano Ricerche Aerospaziali - CIRA. Il corpo luminoso è stato catturato alle 19 e 57 e ha avuto una durata di oltre 5 secondi.

Il bolide ripreso dalla rete Prisma (fonte: Prisma-Inaf)
Punto di caduta del meteorite in Molise (Fonte: Prisma-Inaf)

Perché il meteorite caduto in Molise è così importante?

Le ricerche del meteorite caduto in Molise potrebbero durare anche settimane o mesi, ci spiega Gardiol, ma perché è così importante?

“Le meteoriti a oggi catalogate secondo la Meteoritical Society- società internazionalmente riconosciuta come l’organo che deve dire in base a determinate caratteristiche se un frammento ritrovato è una meteorite oppure no - sono 64.000, ma di queste solo 1.500 sono state viste cadere da un testimone oculare. Di queste 1.500 solamente 35 sono state catturate da sistemi come Prisma che operano da poco.”

L’importanza del meteorite caduto in Molise, l’ultimo è stato quello di Cavezzo nel modenese ribattezzato come meteorite di Capodanno 2020, sta tutto nella sua origine e nella sporadicità di fenomeni simili: quattro negli ultimi quattro anni da quando c’è la rete Prisma.

“Catturare il meteorite con il nostro sistema consente di calcolare la traiettoria luminosa. Noi attraverso equazioni complesse la prolunghiamo per determinare il punto di caduta, ma la prolunghiamo anche all’indietro per capire da dove viene il corpo luminoso.”

Spiega Gardiol che aggiunge:

“Dei meteoriti sappiamo tutta la loro storia e da quale punto del sistema solare provengono. Questo è molto importante perché studiandolo il meteorite può dare informazioni su com’era il materiale primordiale, dal momento che il materiale degli asteroidi non si è modificato. Mentre i pianeti hanno attività vulcanica, tettonica, si è tutto rimescolato, gli asteroidi invece conservano il materiale com’era all’inizio del sistema solare. Questo materiale permette non solo di capire com’era il sistema solare all’origine, ma anche come si è evoluto nel tempo.”

Il professor Gardiol illustra l'area di ricerca ai volontari
Il professor Cuppone spiega ai volontari quale tipo di frammento cercare

Il meteorite caduto in Molise non è detto che venga ritrovato, potrebbe volerci molto tempo, anche se Gardiol e gli altri ricercatori sperano in un colpo di fortuna. L’attenzione per questi eventi, in ultimo quella eccezionale riservata dai media al meteorite caduto in Molise, dimostra anche a detta di Gardiol il contributo che la rete Prisma sta dando alla conoscenza dei fenomeni celesti.

“Prima i bolidi, i meteoriti, non interessavano molto, ma da quando c’è la rete questa è diventata sempre più un punto di riferimento, siamo riusciti a suscitare un’attenzione a livello locale e nazionale. Abbiamo cercato di dare un’impostazione mediatica giusta al bolide di Capodanno per esempio, perché venisse capito, ma ora non immaginavo un’attenzione di questo genere. Questo è molto di più di quello che ci aspettavamo. ”

Argomenti

# Molise

Iscriviti a Money.it