Meta, perché il taglio dei dipendenti segnala l’arrivo di una recessione

Tommaso Scarpellini

22 Novembre 2022 - 16:44

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Meta prende dei drastici provvedimenti a seguito del pessimo andamento aziendale successivo alla comunicazione del proprio metaverso.

Meta, perché il taglio dei dipendenti segnala l’arrivo di una recessione

Meta, assieme alla stragrande maggioranza del comparto delle società appartenenti al settore tecnologico statunitense, ha dichiarato recentemente un importante taglio dei dipendenti. Il social network intende rompere i rapporti con oltre 11.000 lavoratori, ovvero il 13% della propria forza lavoro. La notizia rappresenta un indizio riguardo l’attuale situazione societaria di Meta e potrebbe essere anche un segnale anticipatore di una possibile recessione.

Meta, il taglio dei dipendenti preannuncia una recessione

Questo perché tipicamente le aziende tech in momenti di espansione tendono a incrementare la propria forza lavoro e nei momenti di contrazione iniziano ad alleggerirsi assieme alla diminuzione delle revenue. Ma il taglio dei dipendenti di Meta è decisamente troppo alto per indicare esclusivamente un «genuino» adattamento al contesto economico attuale.

Anche altre big tech hanno preso la decisione di dare il via a un programma di licenziamenti. Dopo la notizia del drastico taglio da parte di Meta era presumibile aspettarsi cambiamenti anche nelle altre società del settore tecnologico. Amazon ad esempio licenzia 10.000 dipendenti - nonostante rappresenti un importante taglio a livello quantitativo, in realtà si tratta «solo» del 3% dei dipendenti corporate di Amazon.

In concomitanza a questi tagli, anche il caso Twitter conferma le preoccupazioni generali del settore techl, seppure in questo caso il taglio dei dipendenti sia stato etichettato come una conseguenza della «pazzia di Elon Musk» e non come un ridimensionamento societario dovuto alle turbolenze economiche globali. Alla luce dei fatti, Meta rappresenta la realtà più colpita a livello fondamentale. Anche in borsa il titolo presenta una perdita superiore al 70%: un valore decisamente maggiore rispetto alle altre società big tech.

Meta punta sulla realtà aumentata. Ma è veramente il futuro?

Da quando il CEO Mark Zuckerberg ha dichiarato la sua intenzione di spostare il core business dell’azienda nello sviluppo della realtà virtuale legata al metaverso le cose non sono andate come sperato, né per la società, né per i suoi azionisti. I bilanci indicano un chiaro momentaneo fallimento della sezione Reality Labs, il comparto di Meta dedicato allo sviluppo del metaverso.

Guardando i fatti, la realtà virtuale creata da Meta non sembra essere piaciuta al suo pubblico. Non solo perché le recensioni da parte degli utilizzatori restano complessivamente negative , ma anche perché gli utenti che hanno scelto di adottare il metaverso a seguito della comunicazione del CEO sono assai pochi e i dati non pronosticano variazioni del tasso di utilizzo nel breve periodo. Nonostante ciò, Meta è sempre più convinta della propria scelta e, invece che tornare sui propri passi, procede con un forte ridimensionamento aziendale licenziando il 13% della propria forza lavoro e insistendo con lo sviluppo della realtà aumentata. Il nuovo visore Meta Quest Pro rappresenta uno dei VR più sofisticati della storia. A livello tecnologico è un importante passo avanti per la società e per il settore della realtà aumentata e nonostante continui a non procurare utili alla società e né tanto meno nuovi sostenitori, vista l’evoluzione digitale degli ultimi anni potrebbe anche darsi che nel lungo periodo Zuckerberg riesca a dimostrare agli analisti di non essere completamente impazzito.

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