Maturità 2020: no all’orale in aula. Ecco perché

Teresa Maddonni

05/05/2020

18/06/2020 - 17:45

condividi

Maturità 2020: no all’orale in aula e a opporsi è l’Associazione Nazionale dei Presidi che chiedono un protocollo di sicurezza e regole chiare. Perplessità anche dai sindacati. Si teme in ultimo la defezione degli insegnanti.

Maturità 2020: no all’orale in aula. Ecco perché

Maturità 2020: no all’orale in aula e la richiesta si fa sempre più forte, ma perché? A protendere per un esame orale online, laddove la didattica a distanza sta accompagnando ormai da due mesi esatti i ragazzi e bambini di tutte le scuole di Italia, sono i presidi in una nota alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina.

Solo qualche giorno fa è arrivato l’ok definitivo da parte del MI (vecchio MIUR scorporato) per l’orale della Maturità 2020 in presenza, annunciato anche dal premier Conte, il 17 giugno.

I presidi però ritengono che le scuole non siano pronte per un esame in aula, soprattutto per quanto concerne i protocolli di sicurezza. Scatta anche una petizione online.

Intanto si teme, in caso di orale in presenza come confermato, la defezione degli insegnanti che dovrebbero andare a comporre le commissioni totalmente interne a esclusione del presidente. Vediamo cosa hanno scritto i presidi alla ministra e perché dicono no a un esame di Maturità 2020 in aula.

Maturità 2020: no all’orale in aula. La nota dei presidi

Per la Maturità 2020 il no all’orale in aula arriva con la nota dell’Associazione nazionale presidi.

A qualche giorno dall’annuncio definitivo della Maturità 2020 con il solo orale in presenza la nota dei presidi arriva come un fulmine a ciel sereno a diffidare quanto deciso da Azzolina per la prima Fase 2 della scuola.

I presidi mettono nero su bianco le perplessità che accompagnano l’ipotesi, che è quasi certezza ormai, dell’esame orale della Maturità 2020 in aula in un’emergenza COVID-19 che non è ancora finita. Scrivono i presidi d’Italia:

“Come organizzazione maggiormente rappresentativa della dirigenza delle scuole, però, sentiamo il dovere di manifestare le notevoli perplessità che questa scelta sta sollevando tra tutti gli operatori coinvolti: dirigenti, docenti, personale ATA. Il giorno 7 maggio avremo modo di incontrare il Ministero in videoconferenza ed espliciteremo le nostre riflessioni. Possiamo però fin da ora affermare che, pur nella piena consapevolezza del valore simbolico dell’esame, devono essere soppesate con estrema attenzione tutte le circostanze in cui esso dovrebbe svolgersi.”

E la nota continua:

“Il mondo della scuola ha ampiamente dimostrato serietà e senso dello Stato: chi prospetta un diffuso assenteismo, sostenuto da certificazioni mediche compiacenti, sottovaluta e offende la professionalità del personale. Ciò non toglie che debba essere affrontato e risolto al più presto il vero problema: definire specifici protocolli di sicurezza inerenti gli strumenti, le procedure e le connesse responsabilità. Non possiamo lasciare sole le scuole – e i dirigenti che ne gestiscono l’attività – nel decidere come organizzarsi. Non possiamo accettare un aggravio di responsabilità ulteriore e, soprattutto, evitabile. Servono regole chiare e servono subito.”

La preoccupazione maggiore riguarda il restare in aula per diversi giorni e che in alcune zone potrebbe comportare un aumento del rischio contagio. C’è la paura nella carenza al momento di misure di sicurezza chiare.

Dalla nota si evince la volontà di un esame che si possa fare a distanza, anche se mai provato prima, cosa tra l’altro sta avvenendo già con le sessioni di laurea con tesi e proclamazioni online. Intanto anche i sindacati chiedono un protocollo di sicurezza, la mancanza di questo potrebbe seriamente compromettere a loro avviso la possibilità dell’orale della Maturità 2020 in classe. Su change.org è attiva anche una petizione contro l’esame in presenza a opera dei partigiani della scuola.

Maturità 2020: a rischio le commissioni

Per la Maturità 2020 anche le commissioni interne sono a rischio. Mentre si definisce l’esame con il solo orale dal 17 giugno si temono defezioni degli insegnanti spaventati evidentemente dall’esame in presenza.

La commissione d’esame sarà composta da soli insegnanti interni alla classe cui si accompagnerà un presidente esterno. Come spiega il Corriere della Sera, molti degli insegnanti interni alla classe potrebbero non essere disponibili e non tutti i presidi sono pronti dal momento che le commissioni dovevano essere complete e definite già il 30 aprile.

L’insegnante interno di italiano, come anche quello della materia di indirizzo, deve essere presente. Come faranno i presidi per l’orale della Maturità 2020? Si pensa a sostituire eventuali assenti con altri insegnanti interni alla classe e in ultima ratio con i tanto ricercati supplenti. Ma per avere certezze bisognerà attendere le prossime settimane.

Iscriviti a Money.it