Il “balletto” del MES agita il Governo: ma Conte ha già deciso?

Violetta Silvestri

20/10/2020

27/04/2021 - 16:44

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Il MES sta diventando un tormentone più politico che economico in Italia. Cosa farà davvero il Governo Conte?

Il “balletto” del MES agita il Governo: ma Conte ha già deciso?

Quello del MES è ormai una questione politica, più che di opportunità economica per l’Italia.

Il Governo, finora, ha mostrato massimo accordo solo sul ricorso al Recovery Fund, allo strumento SURE per la cassa integrazione, ai finanziamenti della BEI già accordati proprio per la sanità.

La linea condivisa è questa: attingere alle risorse UE erogate dalle istituzioni comunitarie che rientrano nel cappello dell’Unione. Per il resto, ovvero il fondo salva-Stati che rimane al di fuori della cornice legislativa comunitaria in quanto esso stesso organizzazione internazionale, il Governo è rimasto attendista.

Tuttavia, le ultime dichiarazioni del presidente del Consiglio hanno confermato quanto trapelato finora: Conte non vuole il MES. Ma in maggioranza è ricominciato il balletto dei pro e dei contro. Cosa succederà? Il primo ministro ha già deciso?

MES: il rebus in Italia è politico

Probabilmente il MES sta accendendo il dibattito politico solo in Italia, almeno in modo così confusionario come nel nostro Paese. E questo riflette una condizione politica propria del Governo Conte: l’eterogeneità della maggioranza.

Se, infatti, sul Recovery Fund si è subito trovata l’intesa, sul fondo salva-Stati è esplosa una vera e propria guerra. Le ultime scintille si sono accese dopo l’ultima conferenza stampa di Conte, nella quale il primo ministro ha di fatto liquidato il MES, che non è la panacea di tutti i mali.

Zingaretti e il PD si sono fortemente risentiti, richiamando il dibattito in Parlamento e non in conferenza stampa. All’attacco anche Italia Viva, con Renzi ad accusare il presidente del Consiglio di un grave errore.

Proprio Conte è finito sotto i riflettori: da sempre ha mostrato scetticismo nei confronti del ricorso ai tanto discussi 36 miliardi di euro per le spese sanitarie. Il suo atteggiamento al riguardo è stato finora attendista, quasi a voler ritardare un dibattito consapevolmente difficile.

Ora, però, con le ultime parole ha evidenziato una quasi chiara contrarietà, sostenuta da sempre dal Movimento 5 Stelle.

C’è una lotta politica in corso, con ogni partito che vuole prendersi una fetta di meriti in questa difficile lotta per la ripresa economica. Il PD crede che avere soldi in più aiuterà a favorire la riorganizzazione del sistema sanitario (e dare un’immagine positiva sull’elettorato); il M5S punta invece sulla cattiva reputazione del MES in quanto prestiti, poco amati dall’opinione pubblica.

Opportunità politiche, quindi, più che economiche. E questo è il vero rebus. Conte non sembra intenzionato a dare così tanto campo libero ai dem sul tema. Intanto, dovrebbe esserci un tavolo con il partito di Zingaretti sul piano di rilancio per il Paese: Conte negozierà il no al MES?

Gualtieri spiega (di nuovo) il MES

Nella conferenza stampa sulla manovra, Gulatieri è tornato sul tema MES e, con il consueto tono pacato, ha spiegato di nuovo la questione:

“Il MES costituisce una linea di credito senza condizioni, l’unica è usare queste risorse in ambito sanitario. Il tasso è quasi zero, sono quasi 36 miliardi, non è un fondo perduto. La linea è stata immaginata per un Paese in difficoltà a reperire la cassa per le spese sanitarie....fa risparmiare circa 300 milioni di interessi in 10 anni...è bene sapere che non sono 37 miliardi in più per la sanità.”

Il vantaggio, quindi, è sugli interessi e il meccanismo è stato studiato per chi è in deficit di liquidità: l’Italia non lo è, ha precisato il ministro. Il quale ha anche ricordato che lui non è stato mai contrario al MES.

Porte aperte, quindi, al dibattito parlamentare. Certo, anche per Gualtieri sembra a questo punto prevalere un ragionamento politico. Accettare il fondo significherà smantellare la maggioranza e mandare un segnale di debolezza ai mercati? La discussione sarà intensa ancora nel Governo.

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