Leonardo Del Vecchio da Mediobanca a Generali: azionista o imprenditore?

Redazione

25/03/2021

11/04/2023 - 17:57

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Leonardo Del Vecchio è stato un imprenditore di successo, ma dai tempi della fusione di Luxottica all’ingresso in Mediobanca e Generali, sembra incerto il suo futuro da azionista esperto.

Leonardo Del Vecchio da Mediobanca a Generali: azionista o imprenditore?

Dal suo ingresso in Mediobanca, Leonardo Del Vecchio ha da subito attirato i riflettori su di sé, soprattutto per uno stile di gestione forse ormai obsoleto, impostato su un modello di business più tradizionale, quello dell’imprenditore che pone al centro le relazioni piuttosto che scelte strategiche di mercato.

Come ha scritto Penati su Il Domani, “un capitalismo efficiente dovrebbe essere anonimo e focalizzarsi sugli interessi degli investitori, mercato ed economia in generale: quale strategia LDV ha in mente per Mediobanca e Generali? L’obiettivo dichiarato di difesa dell’italianità e l’intento di riportare le due società tra le grandi d’Europa, suonano anacronistici e vacui: lo stesso LDV con una holding in Lussemburgo, ha appena trasferito la sede di Luxottica in Francia, avendola fusa con Essilor”.

Leonardo del Vecchio e la strategia su Mediobanca – Generali

L’interesse, o meglio quella che Penati definisce “ossessione”, dovrebbe essere legata al fatto che Mediobanca ha saputo attraversare meglio di altri la crisi strutturale che ha investito il sistema bancario a partire dal 2007. Il gruppo ha infatti guadagnato 2,5 volte di più dell’indice di settore europeo, e il 34% più di Intesa. Inoltre, dal punto di vista del titolo, anche i recenti giudizi degli analisti dopo un anno di pandemia sono estremamente positivi, tanto che Citi ha dichiarato che Mediobanca è il titolo bancario europeo più amato nel consensus sell-side, e questo è dato dal solido bilancio del gruppo, dal capitale elevato oltre che dalla qualità e solidità degli asset.

Ma le critiche, prima espresse e poi ritirate, dall’ottuagenario imprenditore di Agordo fanno pensare ad altre motivazioni dietro l’investimento.

Quale sia la strategia su Mediobanca non è dato sapere anche se, come ipotizza lo stesso Penati, si può immaginare che, tramite Mediobanca, LDV possa aumentare la sua influenza su Generali. Un modello di capitalismo non solo datato ma anche anacronistico, e che con l’italianità non ha nulla a che vedere.

Leonardo Del Vecchio, in Mediobanca un futuro da azionista o ancora legato al passato da imprenditore?

Nel percorso verso Generali, la strada di Del Vecchio si è incrociata – non a caso - con quella del collega Caltagirone. C’è stata una comune contrapposizione all’entrata del gruppo assicurativo in Cattolica Assicurazioni, operazione poi comunque andata in porto.

Sebbene un intervento simile faccia pensare a interessi particolari, legati a doppio filo alle Generali, sorge il dubbio sull’effettiva capacità di fare l’investitore di lungo periodo da parte dell’ex imprenditore, che in questa veste ha dimostrato di essere geniale, ma che ha fatto discutere per le sue scelte in fatto di governance in passato.

Senza dubbio Del Vecchio è ancora molto legato al suo ruolo di imprenditore, ma le qualità tipiche dell’investitore istituzionale non sembrano essere nelle sue corde e non è pronto a ricoprire la nuova figura che gli si richiede in qualità di azionista. Un mestiere che predilige pazienza, conoscenza del settore e visione strategica strategia piuttosto che relazioni e interessi particolari di breve periodo.

Dal 2014 alla fusione con Essilor”, continua Penati su Il Domani descrivendo l’operato di Del Vecchio in Luxottica – “LDV ha invece cambiato cinque amministratori delegati, e ha poi impiegato tre anni a nominare il suo capo azienda nel nuovo gruppo, pur essendone azionista di maggioranza. Da una ricostruzione del Sole 24 Ore, apprendo che il nuovo amministratore delegato, Francesco Milleri, è un vicino di casa e amico di lunga data di LDV, senza precedenti esperienze manageriali in altre grandi aziende, proprietario di una piccola società informatica fornitore di Luxottica, diventato fidato consigliere e amministratore “ombra” prima dell’investitura ufficiale. Non certo un modello di best pratice in fatto di governance”.

Una governance indecisa, che ha sicuramente influito sulla redditività sul capitale Luxottica che è andata in costante declino, passando dal 17% medio nel decennio fino al 2014 al 3,2 del 2019 pre Covid, con una previsione che toccherà il 5,1 nel 2021.

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