Lavori a rischio in gravidanza: quali sono e come chiedere la maternità anticipata

Isabella Policarpio

15/10/2019

13/10/2020 - 16:20

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La lavoratrice incinta può ottenere la maternità anticipata se svolge dei lavori considerati “a rischio” per la gravidanza. Ecco una guida su come fare.

Lavori a rischio in gravidanza: quali sono e come chiedere la maternità anticipata

La lavoratrice incinta ha diritto a diverse tutele, tra queste la maternità anticipata nel caso in cui il lavoro svolto possa mettere a rischio la gravidanza. Esiste infatti una lista di lavori pericolosi, contenuti nel decreto legislativo 151 del 2001, per i quali il datore di lavoro è obbligato o spostare la dipendente ad altre mansioni oppure a concedere la maternità anticipata e in alcuni casi anche il rientro posticipato sul posto di lavoro fino a 7 mesi dal parto.

I lavori pericolosi per la lavoratrice incinta sono quelli esposti a sostanze tossiche e faticosi, anche il solo stare in piedi nella stessa posizione per ore.

In questo articolo spiegheremo indicheremo l’elenco completo dei lavori considerati a rischio, tempi e procedure per chiedere la maternità anticipata.

Maternità anticipata: cos’è e quando si può chiedere

Quando si parla di maternità anticipata ci si riferisce al congedo dal lavoro che la legge concede alle lavoratrici madri durante la gravidanza, che, in particolari casi può essere fruito in anticipo. Ciò è possibile quando:

  • lavoro a rischio, ovvero quando le mansioni possono costituire un pericolo per la prosecuzione della gravidanza e non è possibile spostare la lavoratrici a mansione meno pericolose.

La richiesta di maternità anticipata, nei modi e nei tempi che vedremo, può essere fatta sia nel settore pubblico che privato, a prescindere dalla categoria contrattuale. In particolare questo beneficio è rivolta alle lavoratrici:

  • nel settore agricolo o domestico;
  • con contratti di lavoro occasionali o a progetto;
  • in libera professione;
  • autonome iscritte alla gestione separata Inps.

Le ultime due categorie di lavoratrici, tuttavia, possono chiedere la maternità anticipata solo in caso di gravidanza a rischio per complicazioni o condizioni morbose.

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Maternità anticipata lavori a rischio: come fare domanda

La domanda di maternità anticipata può essere fatta in diversi modi: telematicamente, in via cartacea o mediante i patronati locali, in base al motivo della pretesa.

Se la ragione dell’astensione anticipata è la natura del lavoro, la richiesta deve essere inoltrata all’Ispettorato territoriale del lavoro congiuntamente al documento del datore di lavoro in cui dichiara l’impossibilità di spostare la lavoratrice ad una mansione non pericolosa. Dopo la richiesta, l’Ispettorato procederà agli accertamenti sanitari.

Si precisa che, in caso di lavori a rischio, per evitare il pericolo il datore di lavoro può anche impiegare la lavoratrice in mansioni inferiori ma con la stessa retribuzione, senza incorrere nel demansionamento.

I tempi da rispettare

L’Ispettorato del lavoro ha 7 giorni di tempo dalla richiesta della lavoratrice per esprimersi nel merito della questione. Se la maternità anticipata non viene concessa, la lavoratrice ha 10 giorni di tempo per presentare altri documenti e sperare in un cambio di posizione.

Se la domanda viene accettata, l’Ispettorato deve emanare un provvedimento ad hoc nel quale stabilisce la durata dell’astensione dal lavoro.

Quali sono i lavori a rischio per la gravidanza?

L’elenco dei lavori a rischio è previsto dalla decreto legislativo 151 del 2001 (in allegato), ed è stato formulato dal Ministero del del lavoro e della previdenza sociale in collaborazione del Ministero della salute.

Decreto legislativo 151 del 2001
Clicca qui aprire il file e prendere visione dell’elenco completo dei lavori a rischio

I lavori a rischio sono divisi sostanzialmente in due categorie, quelli che espongono la mamma al bambino a sostanze nocive e quelli faticosi o che prevedono posizioni scomode.

Per sostanze nocive si intendono sia quelle chimiche che i batteri e i virus, per questo possono essere escluse anche le attività nel settore sanitario.

Tra i lavori faticosi ci sono quelli che prevedono il sollevamento di pesi, l’utilizzo di scale e montacarichi e posizioni scomode. Sono a rischio anche i lavori che prevedono l’utilizzo dei veicoli a motore, automobili, autobus, taxi, e così via. Inoltre alla lavoratrice incinta e fino al 3° anno di età del bambino è precluso il lavoro notturno.

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