Investor Conference “Mid & Small in Milan”: intervista a Stefano Spaggiari (Expert.ai)

Antonella Coppotelli

04/12/2021

17/03/2022 - 15:33

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All’Investor Conference del “Mid & Small in Milan” il comparto Tech è rappresentato da Expert.ai. Ai nostri microfoni Stefano Spaggiari, Executive Chairman.

Investor Conference “Mid & Small in Milan”: intervista a Stefano Spaggiari (Expert.ai)

Automobili, telefoni, elettrodomestici, assistenti virtuali e smart speaker: oggi siamo circondati da dispositivi “intelligenti” a cui già deleghiamo in parte se non in toto molte delle nostre azioni. Se negli anni ‘50 avessero detto ad Alan Turing, universalmente riconosciuto come il padre dell’intelligenza artificiale, che poco più di mezzo secolo dopo saremmo stati attorniati dalle versioni più contemporanee della sua creatura, forse non ci avrebbe creduto.

Si parla sempre più di intelligenza artificiale come base imprescindibile per nuovi business, dall’analisi di grandi quantità di dati utili per il marketing, il retail, il banking e l’insurance alla robotica fino all’IoT (Internet of Things). Dinanzi a tanta innovazione sorge, di contro, lo spauracchio che le macchine sostituiranno gli uomini, con la conseguenza di perdita di posti di lavoro. Se da un lato tale possibilità possa diventare concreta per lavori manuali o ripetitivi, dall’altro non dimentichiamo che la più grande macchina al mondo resta il cervello umano.

Non scordiamo, altresì, che quando parliamo AI ci riferiamo sempre a un’intelligenza applicata e simulata rispetto a input che diamo noi; insomma sembrano ancora (e per fortuna) molto lontani i tempi in cui gli umanoidi immaginati da Ridley Scott in Blade Runner possano prendere il sopravvento e “provare” sentimenti.

Ne abbiamo parlato con Stefano Spaggiari, Executive Chairman di Expert.ai, uno dei player più importanti nell’industry di riferimento.

Domanda: Come ha performato Expert.ai nel corso del 2021?

Risposta: I primi sei mesi sono stati in linea con le nostre aspettative, sia per quanto riguarda i ricavi che per molti altri indicatori. Siamo in un momento di grande investimento, fattore che deriva anche dall’operazione fatta lo scorso anno per l’aumento di capitale, per l’espansione negli Stati Uniti e per le nuove attività di R&D.

Anche dal punto di vista qualitativo, sono raddoppiate le licenze recurring - ossia le licenze ricorrenti - sulle quali stiamo puntando molto e preferendo alle vecchie modalità di licenze perpetue. Altre attività sono state delegate a terze parti, ma complessivamente possiamo considerare che c’è stata una crescita sia quantitativa che qualitativa.

D: Quali sono le prospettive per il comparto tecnologico per il 2022 anche grazie all’immissione di liquidità prevista dal PNRR?
R: Si tratta sicuramente di un’opportunità interessante. Qui in Italia in particolare Expert.ai si sta già organizzando per lavorare sempre di più con la Pubblica Amministrazione, attività che finora non è sviluppata del tutto a causa della carenza di fondi.

Adesso che i fondi arriveranno, sicuramente ci saranno più interlocutori pronti ad acquistare prodotti innovativi, come i nostri. Dal mio punto di vista è sicuramente un’occasione unica e da cogliere anche alla luce del fatto che è stato da poco presentato un documento ufficiale a livello italiano per le strategie di intelligenza artificiale. Il Paese si inizierà quindi ad attivare e interessare sempre di più a questo tipo di tecnologie, in modo proattivo.

Soprattutto per i prodotti/servizi ad alto tasso di innovazione è tradizionalmente difficile avere dei grandi “slanci”, mentre questa opportunità è importante e va sfruttata. Abbiamo infatti tutte le competenze e le professionalità per farlo, anche se spesso non si parla del comparto High Tech in Italia, ma, a riprova di quanto appena affermato, l’incremento di attività di R&D di Expert.ai viene attualmente effettuato a livello nazionale pur essendo presenti in oltre 7 Paesi diversi.

D: Quanto l’intelligenza artificiale cambierà il nostro modo di lavorare e di vivere? Quali saranno i settori che ne beneficeranno con più immediatezza?
R: Al contrario di quanto si pensa e dello statement di natura generale, a mio avviso, non è vero che tutti perderanno il posto di lavoro e che l’intelligenza artificiale sarà la “rovina dei popoli”. Siamo infatti di fronte a uno strumento che in realtà è a servizio delle persone, come è avvenuto nel passato per qualunque innovazione importante, dalle rivoluzioni industriali in poi. Ovviamente si tratta di uno strumento che bisognerà imparare a utilizzare, e a farlo bene, ma in ogni caso l’intelligenza umana è ancora un livello che è di gran lunga superiore a qualunque implementazione di intelligenza artificiale, in ogni ambito.

Chiaramente ci sono ambiti dove si possono fare delle implementazioni, dove la macchina può essere più efficiente dell’uomo, per esempio nelle task ripetitive o nell’analizzare grandi quantitativi di informazioni e se usata bene potrà solo che migliorare - e di molto - la vita dell’uomo, lasciando all’intelligenza umana tutti i compiti a cui serve una “vera intelligenza”.

Per fare un esempio, Expert.ai implementa soluzioni che permettono di analizzare grandi quantitativi di informazioni e di conoscenza, da centinaia di migliaia a milioni di documenti, che chiaramente anche la persona più intelligente al mondo non riuscirebbe mai ad analizzare manualmente.

Partendo poi da quel tipo di analisi l’uomo può fare, però, dei ragionamenti sui contenuti, perché magari l’intelligenza artificiale ne ha messo in evidenza diversi che possono essere particolarmente interessanti. Quindi lo step successivo è sempre appannaggio della persona e non della macchina.

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