Inflazione alimentare al massimo storico in Europa: i grafici Bce

Violetta Silvestri

21 Giugno 2022 - 12:55

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L’inflazione alimentare in Europa ha toccato il record a maggio, come ha specificato il bollettino Bce sull’impatto della guerra in Ucraina. Cause e conseguenze dell’impennata dei prezzi in grafici.

Inflazione alimentare al massimo storico in Europa: i grafici Bce

L’inflazione alimentare è sotto i riflettori della Bce, per comprendere le cause della sua straordinari impennata.

Se già prima della guerra i costi energetici stavano correndo a livelli straordinariamente elevati, il conflitto in Ucraina non ha fatto altro che peggiorare la situazione.

I prezzi alimentari misurati come indice IAPC nell’Eurozona hanno toccato il massimo storico a maggio 2022: per quali motivi?

Sebbene, in generale, gli Stati a moneta unica non siano così esposti alle materie agricole esportate da Russia, Bielorussia e Ucraina, maggiore è la dipendenza per beni cruciali quali gas, fertilizzanti e mais.

Sommando questi fattori al contesto generale di pressione che si è creato, il risultato è un’inflazione alimentare europea alle stelle. Alcuni grafici elaborati dalla Bce aiutano a comprendere la gravità del momento.

Inflazione alimentare in Europa: è record

La prima cosa che la Bce ha sottolineato nel suo bollettino è che “i prezzi dei generi alimentari possono essere un importante fattore trainante dell’inflazione IAPC principale dell’area dell’euro, dato l’elevato peso dei generi alimentari nel paniere di consumo (poco superiore al 20%) e la forte volatilità dell’inflazione alimentare.”

Nel dettaglio, a maggio 2022 l’inflazione dei prezzi alimentari ha raggiunto il 7,5%, percentuale mai rilevata nell’Eurozona, come è ben evidente nel grafico dello storico degli anni dal 1999:

IAPC dell'area dell'euro e inflazione alimentare IAPC dell’area dell’euro e inflazione alimentare

In giallo è rappresentata la curva dei prezzi alimentari, in una vera e propria corsa forte e rapida tra il 2021 e il 2022.

La guerra in Ucraina ha ulteriormente esacerbato lo scenario, fungendo da spartiacque per la rilevazione dei dati inflazionistici, anche in Europa.

Dallo scoppio del conflitto, infatti, sono schizzati i prezzi di mais, grano, fertilizzanti. I motivi sono stati diversi: l’Ucraina, produttrice di grano, inevitabilmente ha interrotto parte della sua attività agricola; da Kiev è arrivato l’ordine di bloccare alcune esportazioni alimentari; gas e petrolio dalla Russia sono diventati incerte e più costosi; Mosca ha bloccato fino ad agosto 2022 l’esportazione di fertilizzanti; l’Ue ha vietato l’importazione di potassio e combustibili dalla Bielorussia.

La Bce ha fatto notare che l’Eurozona non è così esposta a Russia, Ucraina e Bielorussia per quanto riguarda il settore alimentare, per il quale il commercio è soprattutto intra-Eurozona. Il grafico sottostante lo mette in chiaro:

Esposizione dell'area euro alle importazioni di prodotti agricoli e fertilizzanti da Russia, Ucraina e Bielorussia Esposizione dell’area euro alle importazioni di prodotti agricoli e fertilizzanti da Russia, Ucraina e Bielorussia

Tuttavia, il bollettino ha mostrato alcune vulnerabilità dell’Eurozona, che importa “un’ampia quota di mais dalla regione colpita dalla guerra (principalmente dall’Ucraina), che viene utilizzato principalmente nell’alimentazione animale. Significative anche le importazioni di semi oleosi, grano e zucchero...Queste importazioni influenzano l’inflazione alimentare IAPC attraverso la catena del valore e, poiché l’offerta di questi beni specifici nei mercati globali è limitata, ulteriori vincoli di consegna potrebbero far aumentare significativamente i prezzi.”

Alcuni Stati, come quelli baltici e la Finlandia, sono più legati all’import di prodotti agricoli e fertilizzanti dai 3 Paesi coinvolti nella guerra e infatti i loro tassi di inflazione sono stati ben superiori a quelli di altri Paesi della regione.

Il grafico è esaustivo: esso mostra le quote di importazione da Russia, Ucraina e Bielorussia di ogni nazione e il livello inflazione alimentare e generale. I risultati non sono tutti uguali:

Inflazione e importazioni nei vari Paesi Eurozona Inflazione e importazioni nei vari Paesi Eurozona

Lituania, Estonia, Lettonia spiccano per l’impennata eccezionale dei prezzi alimentari, con un rialzo a doppia cifra percentuale.

Da evidenziare, inoltre, che anche i prezzi alla produzione degli oli e grassi vegetali e animali e dei mangimi sono aumentati notevolmente ad aprile, rispettivamente del 39,7% e del 32,2% in termini annui, dopo il 27,4% e il 19,3% di febbraio. Queste pressioni influenzeranno i prezzi dei prodotti alimentari al consumo nell’area dell’euro attraverso la catena dei prezzi nei prossimi mesi, ha ricordato la Bce.

In sintesi, secondo il bollettino, il record dell’inflazione alimentare in Eurozona è destinato a durare, almeno nel breve periodo. Sostituire alcuni prodotti agricoli russi o ucraini con quelli dell’America Latina, per esempio, è possibile ma a costi maggiori, Così, anche intensificare la produzione agricola in Europa portando aree di interesse ecologico nella coltivazione e ridefinendo le priorità del mais prodotto possono dare respiro, ma non senza svantaggi e non in modo risolutivo.

I prezzi alimentari e non solo saranno ancora preoccupanti.

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# Bce

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